Ribelliamoci dal primo schiaffo

di Tatiana Acquaviva
Qual è la cosa di cui ognuno di noi può disporre davvero liberamente? La propria vita, ci verrebbe da dire. Eppure, ogni giorno, basta leggere un quotidiano o ascoltare un telegiornale per rendersi conto che sono sempre di più le persone, uomini soprattutto, che pensano di poter determinare liberamente e crudelmente la vita di chi li circonda, che siano mogli, compagne o fidanzate, poco importa. E’ spaventoso rendersi conto di quanto il fenomeno della violenza contro le donne sia dilagante... uomini che fino a poco tempo prima dicevano di amarti e dormivano accanto a te si trasformano in persecutori ossessivi, e spesso anche in carnefici crudeli e inumani. Si discute su quali misure adottare per arginare questo triste fenomeno, ma, nel frattempo,le morti si susseguono. Certamente, bisognerebbe mettere in atto pene più severe e soprattutto con valenza immediata, ma anche chiedersi il perché di tanta violenza gratuita e ingiustificata. Forse c'è troppa diseducazione al rispetto, all’amore, alla comprensione e alla pazienza, che, sommata alla vigliaccheria e al maschilismo latente di tanti uomini, fa compiere loro gesti tanto inconsulti.
Il messaggio davvero importante da far arrivare alle donne maltrattate è quello di ribellarsi sin dal primo schiaffo ricevuto perché la strada verso qualcosa di molto più grave è davvero breve. E’ inutile pensare che sia stato solo un momento, che tutto passerà... chi maltratta non ama e non amerà mai, perché è schiacciato dal peso della piccolezza e della nullità.

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