TARANTO. Si e' sempre difesa e ha respinto le accuse, sia davanti ai pm, il 15 ottobre, che in occasione dell'udienza di convalida del fermo, il 18, Sabrina Misseri, accusata di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona ai danni della cugina Sarah Scazzi, uccisa lo scorso 26 agosto ad Avetrana, in provincia di Taranto. Lo ha fatto, come sottolinea il gip Martino Rosati, nella sua ordinanza di custodia cautelare in carcere, ''fermamente, tacciando come menzognere le dichiarazioni sia del padre (Michele Misseri reo confesso dell'omicidio che l'ha chiamata in correita' ndr) che dell'amica (Mariangela Spagnoletti ndr), pur non sapendone offrire una plausibile spiegazione''.
Sabrina ha cercato di ricostruire l'incrocio di squilli ed sms poco prima dell'arrivo di Sarah davanti alla sua abitazione di via Deledda tra la vittima, lei stessa, l'amica Mariangela e un'altra conoscente, Angela Cimino, e di spiegare la sua posizione al momento dell'arrivo di Mariangela (in veranda secondo il suo racconto e in strada secondo l'amica), su quella del padre e delle due auto di famiglia. Ha negato di essere stata agitata ma ha solo amesso di essere stata ''in ansia'' per il ritardo di Sarah e anche per ''i modi spicci e perentori'' con i quali Mariangela l'aveva invitata a salire in auto.
Ha provato a precisare il momento esatto in cui ha esclamato 'l'hanno presa... l'hanno presa', riferendosi alla cugina, circostanza che a tutti e' apparsa strana visto che si trattava in fondo di un piccolo ritardo. Anche sui momenti successivi ai primi tentativi di rintracciare la ragazzina scomparsa ha cercato di spiegare le apparenti contraddizioni con il racconto dell'amica Mariangela e di altri protagonisti della vicenda. Ha detto, infine, che ''non avrebbe avuto alcun motivo per uccidere la cugina, che era per lei come una sorella minore e dalla quale non aveva saputo alcunche' circa possibili attenzioni sessuali riservatele da suo padre''. Si tratta di spiegazioni per il gip ''nient'affatto persuasive''.
Sabrina ha cercato di ricostruire l'incrocio di squilli ed sms poco prima dell'arrivo di Sarah davanti alla sua abitazione di via Deledda tra la vittima, lei stessa, l'amica Mariangela e un'altra conoscente, Angela Cimino, e di spiegare la sua posizione al momento dell'arrivo di Mariangela (in veranda secondo il suo racconto e in strada secondo l'amica), su quella del padre e delle due auto di famiglia. Ha negato di essere stata agitata ma ha solo amesso di essere stata ''in ansia'' per il ritardo di Sarah e anche per ''i modi spicci e perentori'' con i quali Mariangela l'aveva invitata a salire in auto.
Ha provato a precisare il momento esatto in cui ha esclamato 'l'hanno presa... l'hanno presa', riferendosi alla cugina, circostanza che a tutti e' apparsa strana visto che si trattava in fondo di un piccolo ritardo. Anche sui momenti successivi ai primi tentativi di rintracciare la ragazzina scomparsa ha cercato di spiegare le apparenti contraddizioni con il racconto dell'amica Mariangela e di altri protagonisti della vicenda. Ha detto, infine, che ''non avrebbe avuto alcun motivo per uccidere la cugina, che era per lei come una sorella minore e dalla quale non aveva saputo alcunche' circa possibili attenzioni sessuali riservatele da suo padre''. Si tratta di spiegazioni per il gip ''nient'affatto persuasive''.
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