Sarah, Misseri: l'ho strangolata per 5 o 6 minuti

TARANTO. Un'azione durata ''cinque o sei minuti''. Descrive così Michele Misseri, nel corso di un interrogatorio davanti ai pm della Procura di Taranto lo scorso 15 ottobre, il momento dello strangolamento della nipote Sarah Scazzi avvenuto lo scorso 26 agosto nella cantina-garage della sua abitazione in via Deledda ad Avetrana con la collaborazione della figlia Sabrina. Lo si legge nell'ordinanza di custodia cauelare in carcere firmata ieri dal gip del Tribunale, Martino Rosati.
Le accuse per la giovane sono di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona. A un certo punto, durante questa azione, la figlia, che teneva la ragazza per le braccia, mollo' la presa. ''Si e' presa paura e se n'è andata di sopra'', dice Michele. ''Non ha parlato di Mariangela (l'amica che le due cugine stavano aspettando per andare al mare e che sarebbe arrivata poco dopo ndr.). Io l'ho coperta (Sarah ndr) - prosegue l'uomo - con un cartone''. Sabrina, stando al racconto del padre, non aveva neanche la borsa per il mare e l'asciugamano.
Michele condivideva con la figlia la paura che Sarah riferisse in giro il fatto che in una occasione precedente l'aveva toccata. Ne avrebbero parlato sempre il 26, padre e figlia, mentre entrambi erano ''da soli'' e lui stava pranzando in casa. E quindi Sabrina riteneva che occorreva ''dare una lezione a Sarah', riferisce Michele, ''per spaventarla'', aggiunge. Quest'ultimo precisa che non fu Sabrina a suggerirgli di prendere la corda. Lei si sarebbe occupata di portare Sarah in garage.

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