di Roberta Calò
Gli ultimi elementi che avevano aggravato la situazione di Sabrina Misseri, indagata per concorso in omicidio della piccola Sarah Scazzi, riguardavano due sms che l’indagata aveva inoltrato alla sorella Valentina, in concomitanza con il ritrovamento del cellulare della vittima, in cui riportava testualmente “non dire niente altrimenti metti nei casini papà ”.In un’intervista rilasciata al programma tv la Vita in diretta, Valentina ha spiegato che avevano già parlato della questione con i carabinieri e che il brigadiere aveva consigliato di non dire niente. Quindi, a quanto riporta la ragazza, il non dire niente si riferiva ai giornalisti. Una visione diametralmente opposta rispetto a quanto palesato dagli inquirenti che hanno parlato di quei messaggi considerandoli “altamente indizianti e non chiariti”.
Secondo gli organi inquirenti, sembra evidente che si tratta di una verità incompleta che ancora non viene a galla. In tutti i casi, se anche gli altri membri della famiglia Misseri fossero stati a conoscenza di dettagli incriminanti, non risulterebbero comunque accusati di favoreggiamento perché tale reato non è imputabile per legge ai congiunti prossimi.
Gli ultimi elementi che avevano aggravato la situazione di Sabrina Misseri, indagata per concorso in omicidio della piccola Sarah Scazzi, riguardavano due sms che l’indagata aveva inoltrato alla sorella Valentina, in concomitanza con il ritrovamento del cellulare della vittima, in cui riportava testualmente “non dire niente altrimenti metti nei casini papà ”.In un’intervista rilasciata al programma tv la Vita in diretta, Valentina ha spiegato che avevano già parlato della questione con i carabinieri e che il brigadiere aveva consigliato di non dire niente. Quindi, a quanto riporta la ragazza, il non dire niente si riferiva ai giornalisti. Una visione diametralmente opposta rispetto a quanto palesato dagli inquirenti che hanno parlato di quei messaggi considerandoli “altamente indizianti e non chiariti”.
Secondo gli organi inquirenti, sembra evidente che si tratta di una verità incompleta che ancora non viene a galla. In tutti i casi, se anche gli altri membri della famiglia Misseri fossero stati a conoscenza di dettagli incriminanti, non risulterebbero comunque accusati di favoreggiamento perché tale reato non è imputabile per legge ai congiunti prossimi.
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