Libri: La Repubblica degli stagisti. Come non farsi sfruttare

di Maria Teresa Lattarulo
Qualcuno, infelicemente, li ha definiti bamboccioni: in realtà i quattrocentomila e più giovani che in Italia aspirano a inserirsi nel mondo del lavoro arrabattandosi fra stage, tirocini e praticantati sono spesso vittime di un sistema che Eleonora Voltolina definisce “gerontocratico”. La Voltolina, trentadue anni, laurea con lode in Scienze della comunicazione, giornalista professionista e direttore della testata online Repubblica degli stagisti, ha appena scritto un libro con Laterza dall’eloquente titolo: “La Repubblica degli stagisti. Come non farsi sfruttare”.
In un incontro tenutosi presso la casa editrice il 22 novembre 2010, parlando del pacchetto Treu, il primo intervento normativo in materia fatto dal centrosinistra nel ’97, la Voltolina ha spiegato che lo stagista può contare su una legge che pone pochissimi paletti e non stabilisce né un obbligo di retribuzione per gli stagisti, né un obbligo di assumerne almeno una certa percentuale.
A causa di questi vuoti nella normativa, in questi tredici anni la realtà è andata in modo completamente diverso da come la norma aveva concepito. Essa aveva immaginato che gli stage dovessero essere dei periodi molto brevi per persone molto giovani e inesperte che aiutassero queste persone a orientarsi nel mondo delle professioni e a completare la propria formazione. I vuoti di garanzia, invece, hanno creato un’area grigia che le aziende si sono rese conto di poter utilizzare a proprio vantaggio, impiegando gli stagisti per risparmiare sul costo del personale ed avendo così per qualche mese, addirittura un anno, persone molto spesso già esperte e, talvolta, con una molteplicità di titoli e di stage differenti conseguiti nel periodo successivo alla laurea.
La situazione ha risvolti drammatici: un solo stagista su dieci viene assunto e più della metà degli stage non prevede neanche un rimborso spese; inoltre, si può fare uno stage anche a sessant’anni.
La Repubblica degli stagisti si pone pertanto come primo obiettivo quello di far conoscere alle persone i propri diritti. A tal fine la testata online ha elaborato una Carta dei diritti dello stagista: un documento in nove punti in cui si dice come dovrebbe essere uno stage per essere davvero utile, a cominciare dal fatto che abbia un contenuto formativo, che abbia una durata commisurata alla mansione che si deve apprendere, che vi sia almeno un rimborso spese.
Uno degli obiettivi della Repubblica degli stagisti del 2011 è lavorare sulla creazione di un’identità degli stagisti. E’ la sfida più difficile. C’è bisogno infatti, osserva la Voltolina, di una società civile giovane che prema sulle istituzioni, sul mondo dell’imprenditoria e della politica perché certi problemi vengano risolti. La mancanza di tutele normative non dev’essere assunta come paravento. La prima mossa è la presa di coscienza di ogni giovane dei suoi diritti, oltre che dei suoi doveri, e del potere che ha di denunciare le storture e fare proposte per migliorare.
Come il gesto di Rosa Parks su un autobus a Montgomery, negli Stati Uniti, diede inizio alla lotta contro la segregazione razziale, anche un singolo no di un giovane che si affaccia al mondo del lavoro può avere il valore di una rivoluzione.