Sarah, Comitato processi tv: rispettare codice autoregolamentazione
ROMA. L'omicidio di Sarah Scazzi non ha precedenti mediatici nella storia della cronaca italiana. Nella copertura della vicenda ci sono stati eccessi ed occorre invece il rispetto del Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive. E' il parere del Comitato per l'applicazione del codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive.
Il Comitato si è riunito per esaminare i rilievi presenti nella lettera del Presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò riguardo appunto la copertura mediatica del caso Sarah Scazzi. Caso, si legge nella nota, che ha avuto una "copertura mediale eccessiva e ridondante", e ora ci si riserva "di approfondire, ove ne ricorrano i presupposti, la verifica di specifiche violazioni di singole parti del Codice". Nelle raccomandazioni ai media il Comitato esprime "l'auspicio che l'informazione in materia di vicende giudiziarie si attenga ai principi deontologici di novità, essenzialità e correttezza". Il Comitato ritiene, quindi, "di raccomandare la massima diligenza nel compiere ogni necessario riscontro circa l'attendibilità delle notizie pubblicate, tenendo conto dei rischi di amplificazione e distorsione". "Il Comitato raccomanda di evitare, nell'osservanza dei principi deontologici della professione giornalistica, ogni insistenza su particolari e dettagli personali e riservati e, spesso, anche irrilevanti quali, ad esempio, i comportamenti sessuali di indagati o testimoni". Occorre poi evitare "di assecondare ogni possibile eccesso di protagonismo degli operatori del diritto (magistrati, avvocati, consulenti e ausiliari degli organi giudiziari)".
"Un profilo positivo - conclude la nota - può essere sottolineato e cioè che talune emittenti come La7 e poi anche Italia Uno e da un certo periodo Raitre, sono riuscite, in una propria autonoma scelta editoriale, ad attuare comportamenti improntati ad assoluta sobrietà, evitando ripetizioni e sovraesposizioni mediatiche".
Il Comitato si è riunito per esaminare i rilievi presenti nella lettera del Presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò riguardo appunto la copertura mediatica del caso Sarah Scazzi. Caso, si legge nella nota, che ha avuto una "copertura mediale eccessiva e ridondante", e ora ci si riserva "di approfondire, ove ne ricorrano i presupposti, la verifica di specifiche violazioni di singole parti del Codice". Nelle raccomandazioni ai media il Comitato esprime "l'auspicio che l'informazione in materia di vicende giudiziarie si attenga ai principi deontologici di novità, essenzialità e correttezza". Il Comitato ritiene, quindi, "di raccomandare la massima diligenza nel compiere ogni necessario riscontro circa l'attendibilità delle notizie pubblicate, tenendo conto dei rischi di amplificazione e distorsione". "Il Comitato raccomanda di evitare, nell'osservanza dei principi deontologici della professione giornalistica, ogni insistenza su particolari e dettagli personali e riservati e, spesso, anche irrilevanti quali, ad esempio, i comportamenti sessuali di indagati o testimoni". Occorre poi evitare "di assecondare ogni possibile eccesso di protagonismo degli operatori del diritto (magistrati, avvocati, consulenti e ausiliari degli organi giudiziari)".
"Un profilo positivo - conclude la nota - può essere sottolineato e cioè che talune emittenti come La7 e poi anche Italia Uno e da un certo periodo Raitre, sono riuscite, in una propria autonoma scelta editoriale, ad attuare comportamenti improntati ad assoluta sobrietà, evitando ripetizioni e sovraesposizioni mediatiche".
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