BARI. "Che fine ha fatto il disegno di legge regionale sulla regolamentazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che doveva essere oggetto della conferenza stampa convocata stamattina dal presidente Vendola e dall’assessore Nicastro? Non ci risulta che sia stato presentato e/o consegnato ai giornalisti. Nell’attesa di comprendere questo mistero del ddl scomparso, non possiamo non notare che oggi Vendola ha ammesso tutte le colpe, le carenze, l’anarchia che lui stesso ha creato in questo settore”. Lo sostiene in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese.
“A dicembre scorso – dice Palese - quando il presidente della commissione antimafia, Pisanu, lanciò l’allarme su possibili infiltrazioni della criminalità nel settore delle rinnovabili in Puglia, noi del centrodestra chiedemmo l’insediamento di una commissione regionale di indagine, Vendola e la sua maggioranza minimizzarono e quasi ridicolizzarono l’allarme, oggi scrivono ai prefetti. Quando in questi anni abbiamo denunciato che la Puglia era diventata una giungla e che il Governo Vendola aveva cercato di chiudere il recinto dopo che i buoi erano scappati, siamo stati ignorati; quando dicemmo che la legge 31/2008, poi dichiarata illegittima dalla Consulta, agevolava alcuni grandi imprenditori rispetto ad altri e consentiva la proliferazione senza controllo dei piccoli impianti, fummo accusati di fare demagogia contro uno dei ‘migliori’ risultati del Governo Vendola”.
“Che le rinnovabili in Puglia fossero un’occasione formidabile di sviluppo – dice Palese – l’abbiamo sempre detto, ma questa occasione è stata sprecata dal furore ideologico con cui la Regione ha legiferato in questa materia, dalla totale deregulation che ha probabilmente consentito alla criminalità di infiltrarsi. Ad oggi in Puglia ci sono oltre 800 richieste di autorizzazione inevase, per più di 400mila megawatt e la Regione chiede al Governo nazionale di togliere le castagne dal fuoco? Se non è stata insediata la commissione d’inchiesta, se l’assessore Capone scrive ai prefetti chiedendo aiuto contro possibili infiltrazioni criminali, se non esiste un’anagrafe regionale, se oggi Vendola ammette che per sapere quanti e quali impianti esistono sul territorio regionale ha bisogno di chiedere all’Anci e all’Upi, sta ammettendo di non avere il controllo della situazione, sta forse mettendo le mani avanti per non cadere, sta creando il presupposto per dire un domani che lui non sapeva?”
“E’ chiaro - conclude Palese - che il Governo regionale, in buona o cattiva fede, oggi non ha il controllo della situazione".
“A dicembre scorso – dice Palese - quando il presidente della commissione antimafia, Pisanu, lanciò l’allarme su possibili infiltrazioni della criminalità nel settore delle rinnovabili in Puglia, noi del centrodestra chiedemmo l’insediamento di una commissione regionale di indagine, Vendola e la sua maggioranza minimizzarono e quasi ridicolizzarono l’allarme, oggi scrivono ai prefetti. Quando in questi anni abbiamo denunciato che la Puglia era diventata una giungla e che il Governo Vendola aveva cercato di chiudere il recinto dopo che i buoi erano scappati, siamo stati ignorati; quando dicemmo che la legge 31/2008, poi dichiarata illegittima dalla Consulta, agevolava alcuni grandi imprenditori rispetto ad altri e consentiva la proliferazione senza controllo dei piccoli impianti, fummo accusati di fare demagogia contro uno dei ‘migliori’ risultati del Governo Vendola”.
“Che le rinnovabili in Puglia fossero un’occasione formidabile di sviluppo – dice Palese – l’abbiamo sempre detto, ma questa occasione è stata sprecata dal furore ideologico con cui la Regione ha legiferato in questa materia, dalla totale deregulation che ha probabilmente consentito alla criminalità di infiltrarsi. Ad oggi in Puglia ci sono oltre 800 richieste di autorizzazione inevase, per più di 400mila megawatt e la Regione chiede al Governo nazionale di togliere le castagne dal fuoco? Se non è stata insediata la commissione d’inchiesta, se l’assessore Capone scrive ai prefetti chiedendo aiuto contro possibili infiltrazioni criminali, se non esiste un’anagrafe regionale, se oggi Vendola ammette che per sapere quanti e quali impianti esistono sul territorio regionale ha bisogno di chiedere all’Anci e all’Upi, sta ammettendo di non avere il controllo della situazione, sta forse mettendo le mani avanti per non cadere, sta creando il presupposto per dire un domani che lui non sapeva?”
“E’ chiaro - conclude Palese - che il Governo regionale, in buona o cattiva fede, oggi non ha il controllo della situazione".