I Low Art: guerriglia art contro/cultura saracena a Bari

di Davide Bernard
Qual è dunque il posto della cultura in questa storia fatta di negoziazioni o di violenze? Innanzi tutto, è evidente che la cultura non implica in sé alcun rifiuto e alcuna incompatibilità, fino a che resta cultura, cioè creazione. Una cultura che si riproduce sempre tale e quale (una cultura da ghetto o da riserva) è un cancro sociologico, una condanna a morte, proprio come una lingua che non si parla più, che non mutua più elementi da altra lingue, che non inventa più, è una lingua morta. E' dunque sempre abbastanza pericoloso voler difendere o proteggere le culture, è illusorio ricercarne la purezza perduta. Esse non hanno mai vissuto in altro modo che trasformandosi. (M. Augé - La guerra dei sogni - pag 22)
La trasformazione citata da Augé implica in sé due aspetti fondamentali: il primo è cambiamento che tende a rimuovere l'identità di un luogo o dimensione che provoca nell'individuo smarrimento e crisi, il secondo influenza gli aspetti evolutivi di un concetto che si forma e mutua in più significati ricettivi rendendo la trasformazione costruttiva. Ed è proprio la ricettività il punto cardine della I LOW ART "the last show", una frattura che scuote gli animi assuefatti dalla cultura del brand e consumo debitorio con inflazioni di mercato esorbitanti. Quel mercato clitorideo che genera acquisti compulsivi da neuro-psichiatria insonorizzata e che non fa altro che creare delle voragini tra ricchi e poveri. La galleria conTemporary art.è fra le prime realtà culturali in Puglia che offre arte contemporanea ad un mercato accessibile, fruibile e aperto al nuovo, pronto a contaminarsi in altre dimensioni e forme future. Gli artisti in mostra sono giovani e giovanissimi, nazionali ed internazionali, che hanno abbracciato il pensiero della I LOW ART che si può odiare o amare, come l'amore non ha regole e non ha prezzo. I lavori sono di piccole dimensioni, disegni e tele, foto e installazioni create per essere collezionate, vissute nel proprio microcosmo senza rischiare di sentirsi vittime della Lehman Brothers o abili circensi in cassa integrazione. Il progetto temporaneo insediatosi in un locale del quartiere murattiano, oltre a coinvolgere 27 artisti in una dimensione che richiama lo stile e concetto di guerriglia store di Rei Kawakubo, offre al cittadino opere a basso costo create per generare mercato e future iniziative liquide. L'intento degli organizzatori è di rendere I LOW ART un flusso itinerante che possa concretamente dare forma e futuro alla pop up art sul territorio. L'iniziativa scorre veloce nella nostra "città generica" in via de Rossi 94 fino al 29 gennaio. La lentezza di chi non riesce a seguire il flusso è l'eutanasia della chance offerta dalla I LOW ART "THE LAST SHOW".
LUN: 17.00 - 20.30 E DA MAR A SAB: 10.00 - 13.00 / 17.00 - 20.30

I LOW ART - Via de Rossi 94 - BARI +39 3476574411

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