di Francesco Buja. Lo hanno scelto perché cercavano un allenatore esperto o uno che accettasse la panchina del Lecce come “un’esperienza di importanza assoluta”, di consacrazione della propria carriera.
“Quando abbiamo incontrato Di Francesco è scattata subito una scintilla tra la società e lui, perché ha mostrato un grandissimo entusiasmo, una grande carica, una grande voglia di arrivare sulla panchina del Lecce e non abbiamo avuto dubbi ”. Amore dunque a prima vista quello tra la società giallorossa e l’ex tecnico del Pescara, lo ha raccontato oggi il direttore sportivo Carlo Osti nella conferenza stampa di presentazione del giovane allenatore in cerca di gloria, il quale ha firmato un contratto biennale per allenare la squadra salentina. Eusebio Di Francesco si avvarrà di Francesco Tomei e Danilo Pierini per la preparazione tecnica, di Giammartino e Bizzoco per la preparazione atletica. Fabrizio Lorieri allenerà i portieri.
Folgorazione amorosa, dunque, nonostante la società di via Templari sia in vendita. “Sono stati convincenti per il modo di fare e per la serietà con cui si sono posti nei miei confronti – ha spiegato il mister parlando dei dirigenti giallorossi - e ho avuto subito delle sensazioni positive”.
Ma soprattutto lo ha convinto la durata del contratto. “Fare l’allenatore con due anni di contratto significa che c’è qualcosa alla base, se mi fosse stato proposto un contratto annuale ci sarebbe stato da pensare, visto anche le prospettive che c’erano a Pescara. Il fatto di confrontarmi con una realtà importante come il Lecce ma anche come la serie A per me è stato fondamentale”.
Sensazioni positive, ma in serie A si resta usando anche il cervello. E la ragione indica che la squadra è incompleta. “Tutti i reparti sono da rinforzare – ha analizzato Di Francesco-. E’ stato riscattato qualcuno in difesa dove eravamo un po’ poveri: Tomovic ed Esposito. La squadra è in fase di strutturazione, stiamo cercando le disponibilità giuste anche in base alla progettazione della società. Mi auguro di recuperare al più presto sia Ofere che Oliveira, che viene da un infortunio e che, stando a quello che sento dal dottore, ha una gran voglia di recuperare”.
Posta puntata sull’attaccante David Di Michele. “E’ come se stesso vivendo una seconda giovinezza – ha osservato il mister-, sarà un giocatore importante, come lo è stato quest’anno per il Lecce”.
Di Francesco non vuole rinunciare al bel gioco, coniugandolo però con la fame di punti. “Dover portare a casa punti significa anche cercare di sviluppare delle manovre importanti, cercando di giocare a calcio”. Il credo del mister giallorosso: “Dobbiamo esser bravi sia a non dare possibilità alla squadra avversaria, ma anche di far male all’avversario. Non è detto che questo significa che il Lecce debba giocare in maniera passiva o aspettare l’avversario per non prenderle”. Promesso: il Lecce giocherà a calcio.
Già, come? “Piatti lo voglio valutare in ritiro” ha spiegato Di Francesco, che si è informato sull’argentino parlando col direttore sportivo e altri tecnici: “ Può fare nel 4-3-3 l’esterno e nel 4-3-2-1 il trequartista, è il giocatore che può dare qualità alla squadra”. Invece “Olivera può fare sia la mezz’ala che il trequartista”.
Il modulo di gioco deciso, potrà cambiare solo in attacco. “Vedendo anche le caratteristiche che ho già a disposizione nel Lecce – anticipa il mister - penso che questa squadra non può prescindere dai quattro dietro e i tre in mezzo al campo. Poi quello che sarà, o tre o 1-2 davanti, si potrà modificare anche in base alle partite”.
Però, mancano ancora tasselli per la una formazione competitiva. Di Francesco vorrebbe in ‘rosa’ doppi ruoli; per un ‘undici’ completo, osserva, bisogna trovare tre pedine.
Certamente manca il portiere, considerando che Rosati giocherà nel Napoli. Il sostituto? “Lorieri!” scherza il mister, in assenza di notizie sull’argomento. Come tutto tace circa Chevanton.
A rinforzo della retroguardia però sarà impiegato Andrea Esposito. L’allenatore ha annunciato di voler rilanciarlo: “Sono convinto che ha le qualità e i mezzi per poter ritornare a essere il giocatore che è stato ammirato qui a Lecce. E’ importante avere una difesa solida con giocatori che abbiano voglia di mettersi in gioco”.
Si annuncia dunque un Lecce brioso, degno di un allievo di Zeman, quale è Di Francesco. Il quale però non dovrebbe inciampare nelle follie del maestro. “Per me Zeman prima di tutto è un uomo. E lo ha dimostrato nella lealtà del modo di essere, mi ha insegnato la cultura sportiva non a chiacchiere ma nei fatti. Per me è stato un punto di riferimento. Ma sotto il profilo calcistico ho rubato qualcosa da lui, da Capello, da De Canio, ho visto lavorare Spalletti, ma ho sempre il mio modo di pensare. Lo dimostra il fatto che non ho parlato solo di 4-3-3, non sono un integralista, come Zeman, cui tutto potevate chiedere tranne di cambiare il 4-3-3”. Si ispira a lui, ma è solo una ispirazione, perché “Zeman è inimitabile”. Chi tira un sospiro di sollievo?
E’ vietato, non lo permette quella che pare una tradizione: forse bisognerà aspettare la prima di campionato perché la ‘rosa’ del Lecce sia completa.
“Quando abbiamo incontrato Di Francesco è scattata subito una scintilla tra la società e lui, perché ha mostrato un grandissimo entusiasmo, una grande carica, una grande voglia di arrivare sulla panchina del Lecce e non abbiamo avuto dubbi ”. Amore dunque a prima vista quello tra la società giallorossa e l’ex tecnico del Pescara, lo ha raccontato oggi il direttore sportivo Carlo Osti nella conferenza stampa di presentazione del giovane allenatore in cerca di gloria, il quale ha firmato un contratto biennale per allenare la squadra salentina. Eusebio Di Francesco si avvarrà di Francesco Tomei e Danilo Pierini per la preparazione tecnica, di Giammartino e Bizzoco per la preparazione atletica. Fabrizio Lorieri allenerà i portieri.
Folgorazione amorosa, dunque, nonostante la società di via Templari sia in vendita. “Sono stati convincenti per il modo di fare e per la serietà con cui si sono posti nei miei confronti – ha spiegato il mister parlando dei dirigenti giallorossi - e ho avuto subito delle sensazioni positive”.
Ma soprattutto lo ha convinto la durata del contratto. “Fare l’allenatore con due anni di contratto significa che c’è qualcosa alla base, se mi fosse stato proposto un contratto annuale ci sarebbe stato da pensare, visto anche le prospettive che c’erano a Pescara. Il fatto di confrontarmi con una realtà importante come il Lecce ma anche come la serie A per me è stato fondamentale”.
Sensazioni positive, ma in serie A si resta usando anche il cervello. E la ragione indica che la squadra è incompleta. “Tutti i reparti sono da rinforzare – ha analizzato Di Francesco-. E’ stato riscattato qualcuno in difesa dove eravamo un po’ poveri: Tomovic ed Esposito. La squadra è in fase di strutturazione, stiamo cercando le disponibilità giuste anche in base alla progettazione della società. Mi auguro di recuperare al più presto sia Ofere che Oliveira, che viene da un infortunio e che, stando a quello che sento dal dottore, ha una gran voglia di recuperare”.
Posta puntata sull’attaccante David Di Michele. “E’ come se stesso vivendo una seconda giovinezza – ha osservato il mister-, sarà un giocatore importante, come lo è stato quest’anno per il Lecce”.
Di Francesco non vuole rinunciare al bel gioco, coniugandolo però con la fame di punti. “Dover portare a casa punti significa anche cercare di sviluppare delle manovre importanti, cercando di giocare a calcio”. Il credo del mister giallorosso: “Dobbiamo esser bravi sia a non dare possibilità alla squadra avversaria, ma anche di far male all’avversario. Non è detto che questo significa che il Lecce debba giocare in maniera passiva o aspettare l’avversario per non prenderle”. Promesso: il Lecce giocherà a calcio.
Già, come? “Piatti lo voglio valutare in ritiro” ha spiegato Di Francesco, che si è informato sull’argentino parlando col direttore sportivo e altri tecnici: “ Può fare nel 4-3-3 l’esterno e nel 4-3-2-1 il trequartista, è il giocatore che può dare qualità alla squadra”. Invece “Olivera può fare sia la mezz’ala che il trequartista”.
Il modulo di gioco deciso, potrà cambiare solo in attacco. “Vedendo anche le caratteristiche che ho già a disposizione nel Lecce – anticipa il mister - penso che questa squadra non può prescindere dai quattro dietro e i tre in mezzo al campo. Poi quello che sarà, o tre o 1-2 davanti, si potrà modificare anche in base alle partite”.
Però, mancano ancora tasselli per la una formazione competitiva. Di Francesco vorrebbe in ‘rosa’ doppi ruoli; per un ‘undici’ completo, osserva, bisogna trovare tre pedine.
Certamente manca il portiere, considerando che Rosati giocherà nel Napoli. Il sostituto? “Lorieri!” scherza il mister, in assenza di notizie sull’argomento. Come tutto tace circa Chevanton.
A rinforzo della retroguardia però sarà impiegato Andrea Esposito. L’allenatore ha annunciato di voler rilanciarlo: “Sono convinto che ha le qualità e i mezzi per poter ritornare a essere il giocatore che è stato ammirato qui a Lecce. E’ importante avere una difesa solida con giocatori che abbiano voglia di mettersi in gioco”.
Si annuncia dunque un Lecce brioso, degno di un allievo di Zeman, quale è Di Francesco. Il quale però non dovrebbe inciampare nelle follie del maestro. “Per me Zeman prima di tutto è un uomo. E lo ha dimostrato nella lealtà del modo di essere, mi ha insegnato la cultura sportiva non a chiacchiere ma nei fatti. Per me è stato un punto di riferimento. Ma sotto il profilo calcistico ho rubato qualcosa da lui, da Capello, da De Canio, ho visto lavorare Spalletti, ma ho sempre il mio modo di pensare. Lo dimostra il fatto che non ho parlato solo di 4-3-3, non sono un integralista, come Zeman, cui tutto potevate chiedere tranne di cambiare il 4-3-3”. Si ispira a lui, ma è solo una ispirazione, perché “Zeman è inimitabile”. Chi tira un sospiro di sollievo?
E’ vietato, non lo permette quella che pare una tradizione: forse bisognerà aspettare la prima di campionato perché la ‘rosa’ del Lecce sia completa.