di Vittorio Polito. La Levante Editori ha pubblicato l’interessante volume di Delio De Martino «Io sono Giulietta» con il sottotitolo “Letterature & miti nella pubblicità di auto” (pagine 224 - € 25).
Delio De Martino, dottorando in “Teoria del Linguaggio e scienze dei segni” nell’Università di Bari, è autore di vari articoli in lingua spagnola ed ha pubblicato il volume di esordio “Per una storia di Rai Tre” (Levante). Con «Io sono Giulietta», dal nome della famosa auto dell’Alfa Romeo, prosegue la sua ricerca sulla produzione culturale televisiva. Giornalista pubblicista dal 2006, si interessa di letteratura, comunicazione, cinema e fumetti.
L’auto “Non è solo un mezzo di trasporto di incredibile cultura”, scrive nella presentazione Carmen Morenilla, cattedratica nella Università di Valencia, ma è protagonista anche di splendide pubblicità ispirate a classici antichi e moderni. Il volume di De Martino raccoglie microcosmi di “raffinata semanticità”, come li definisce Ruggiero Stefanelli, ordinario di Letteratura Italiana e Comunicazione Letteraria presso la nostra Università, e li commenta uno per uno, passandoli in rassegna in un agile saggio iniziale.
L’autore, nonostante la giovane età, esplora con padronanza una zona franca ai confini tra letteratura e mondo produttivo. L’importanza e l’irrinunciabilità di un mezzo di trasporto rapido, comodo e soprattutto simbolico e gratificante, fanno dell’auto con i suoi cavalli-motori uno strumento di mobilità non solo spaziale ma anche sociale - esattamente come avveniva anticamente con il carro trainato dai cavalli veri, che giustificano il consistente impegno economico nella ideazione e realizzazione delle pubblicità prodotte nel corso degli anni specie negli spot, di piccoli capolavori delle arti brevi, più corti e mille volte più amati e diffusi dei cortometraggi cinematografici. Pellicole di pochissimi secondi capaci di raccontare una storia intera anche complessa e di ammaliare oltre che allettare un pubblico sterminato di potenziali compratori. La loro collocazione nei sempre più numerosi intervalli pubblicitari in tutte le reti televisive li trasforma nei “programmi” più visti in assoluto, perché a prova di qualsiasi zapping.
La ‘Giulietta’ del titolo è quella che dà il nome alla più femminile delle Alfa Romeo, l’azienda dell’ingegnere napoletano dal cognome shakespeariano, Nicola Romeo. Giulietta è la più nobile fra le tante sirene e sirenette pubblicitarie chiamate in causa per aggiungere femminilità ad un oggetto il cui nome ‘automobile’ in origine era – e in alcune altre lingue è rimasto maschile.
Come mostra De Martino, nei popolari ma raffinatissimi spot si concentra il fior fiore dei classici antichi e moderni da ‘suggere’ per trasformare un’auto in un mito ed il suo acquirente in un novello Ulisse, Gulliver, Romeo o appunto in una novella Giulietta, in un o una protagonista di una fiaba e di un incanto, specie quando la vera ‘impresa’ è proprio comprare e riuscire a pagare una macchina.
Arioso e documentato il saggio Letterature & Miti con cui si apre il volume che mostra la presenza capillare delle letterature e dei miti antichi e moderni nelle varie forme della pubblicità automobilistica, dal naming (dare un nome), alle allusioni nei loghi e nelle mascotte, alle citazioni nei manifesti e negli spot. La seconda parte, intitolata Spot, è organizzata in due capitoli: 1. Antichità - 2. Modernità, ciascuna con una sua appendice. Si tratta nell’insieme della più ampia antologia di spot pubblicitari di auto ispirati alle letterature e ai miti antichi e moderni. Il lettore vede scorrere sotto i suoi occhi circa settanta “capolavori”, il fior fiore del patrimonio letterario e mitologico condensato in pochi attimi ma sufficienti a mostrare la grande professionalità di sceneggiatori, registi e attori che cooperano ad un prodotto popolare per la destinazione ma molto sofisticato per la produzione: spettacolini nei quali nessun istante viene sprecato e nessun dettaglio è superfluo. Un prodigio delle arti brevi, esercitate già nel Mediterraneo antico, ma mai così importanti come ora in un mondo che ha ormai adottato i velocissimi tempi televisivi. È incanto e un divertimento vedere abbinati alle auto più diverse tanti cavalli di legno alle porte di Troia, tante Penelope più navigate di Ulisse, tante grintose Biancaneve, Cappuccetto Rosso e Cenerentola e tanti Pinocchio e King Kong integrati nel sistema.
Ogni spot è corredato di una scheda-commento, utile oltre che piacevole da leggere, e da un generoso corredo di fotogrammi in una sorta di “fotoromanzo” pubblicitario. Altre 200 immagini - provenienti da manifesti e da pubblicità cartacea su periodici - scorrono piacevolmente nelle appendici, mostrando ulteriormente quanto sia stretto il legame tra letterature/miti e cantiere pubblicitario, nel caso di un prodotto di consumo di costo elevato e irrinunciabile, qualche volta anche più della casa.
Il volume prosegue con una deliziosa sezione dedicata alle auto nel Carosello, con una ricchissima “Bibliografia” letta sempre di prima mano e una “Sitografia” che contiene, a sorpresa, rapide ma preziose schede con notizie su “Cinema”, “Festival”, “Musei”, “Tavole rotonde e Convegni”. L’“Indice dei nomi antichi e moderni” che già da solo mostra la ricchezza del volume dietro una esposizione brillante e scorrevole. Carmen Morenilla dell’Università di Valencia e Ruggiero Stefanelli dell’Università di Bari, esperti rispettivamente dell’antichità e della modernità, sottolineano entrambi l’originalità e la ricchezza della pubblicazione.
Stefanelli è anche convinto che «il libro susciterà grande interesse fra gli addetti ai lavori, cioè chi con passione di ricercatore dissotterra e collega i segni di cui si compone la nostra contemporaneità perpetuamemte debitrice del passato, ma solleticherà simpaticamente anche la curiosità di quanti, che sono praticamente tutti, vivono col ‘volante’ fra le mani».
Originale anche la copertina, che fornisce un gustoso riepilogo di pubblicità mitico-letterarie, con Sirene, Circe, Dedalo, Nerone Dante, Gulliver, Venerdì di Robinson Crusoe, Pinocchio, Zorro, e il romanzo di Kerouac. Anche la quarta pagina di copertina offre in controluce un manifesto per la C3 con Maciste e gli Argonauti.
Delio De Martino, dottorando in “Teoria del Linguaggio e scienze dei segni” nell’Università di Bari, è autore di vari articoli in lingua spagnola ed ha pubblicato il volume di esordio “Per una storia di Rai Tre” (Levante). Con «Io sono Giulietta», dal nome della famosa auto dell’Alfa Romeo, prosegue la sua ricerca sulla produzione culturale televisiva. Giornalista pubblicista dal 2006, si interessa di letteratura, comunicazione, cinema e fumetti.
L’auto “Non è solo un mezzo di trasporto di incredibile cultura”, scrive nella presentazione Carmen Morenilla, cattedratica nella Università di Valencia, ma è protagonista anche di splendide pubblicità ispirate a classici antichi e moderni. Il volume di De Martino raccoglie microcosmi di “raffinata semanticità”, come li definisce Ruggiero Stefanelli, ordinario di Letteratura Italiana e Comunicazione Letteraria presso la nostra Università, e li commenta uno per uno, passandoli in rassegna in un agile saggio iniziale.
L’autore, nonostante la giovane età, esplora con padronanza una zona franca ai confini tra letteratura e mondo produttivo. L’importanza e l’irrinunciabilità di un mezzo di trasporto rapido, comodo e soprattutto simbolico e gratificante, fanno dell’auto con i suoi cavalli-motori uno strumento di mobilità non solo spaziale ma anche sociale - esattamente come avveniva anticamente con il carro trainato dai cavalli veri, che giustificano il consistente impegno economico nella ideazione e realizzazione delle pubblicità prodotte nel corso degli anni specie negli spot, di piccoli capolavori delle arti brevi, più corti e mille volte più amati e diffusi dei cortometraggi cinematografici. Pellicole di pochissimi secondi capaci di raccontare una storia intera anche complessa e di ammaliare oltre che allettare un pubblico sterminato di potenziali compratori. La loro collocazione nei sempre più numerosi intervalli pubblicitari in tutte le reti televisive li trasforma nei “programmi” più visti in assoluto, perché a prova di qualsiasi zapping.
La ‘Giulietta’ del titolo è quella che dà il nome alla più femminile delle Alfa Romeo, l’azienda dell’ingegnere napoletano dal cognome shakespeariano, Nicola Romeo. Giulietta è la più nobile fra le tante sirene e sirenette pubblicitarie chiamate in causa per aggiungere femminilità ad un oggetto il cui nome ‘automobile’ in origine era – e in alcune altre lingue è rimasto maschile.
Come mostra De Martino, nei popolari ma raffinatissimi spot si concentra il fior fiore dei classici antichi e moderni da ‘suggere’ per trasformare un’auto in un mito ed il suo acquirente in un novello Ulisse, Gulliver, Romeo o appunto in una novella Giulietta, in un o una protagonista di una fiaba e di un incanto, specie quando la vera ‘impresa’ è proprio comprare e riuscire a pagare una macchina.
Arioso e documentato il saggio Letterature & Miti con cui si apre il volume che mostra la presenza capillare delle letterature e dei miti antichi e moderni nelle varie forme della pubblicità automobilistica, dal naming (dare un nome), alle allusioni nei loghi e nelle mascotte, alle citazioni nei manifesti e negli spot. La seconda parte, intitolata Spot, è organizzata in due capitoli: 1. Antichità - 2. Modernità, ciascuna con una sua appendice. Si tratta nell’insieme della più ampia antologia di spot pubblicitari di auto ispirati alle letterature e ai miti antichi e moderni. Il lettore vede scorrere sotto i suoi occhi circa settanta “capolavori”, il fior fiore del patrimonio letterario e mitologico condensato in pochi attimi ma sufficienti a mostrare la grande professionalità di sceneggiatori, registi e attori che cooperano ad un prodotto popolare per la destinazione ma molto sofisticato per la produzione: spettacolini nei quali nessun istante viene sprecato e nessun dettaglio è superfluo. Un prodigio delle arti brevi, esercitate già nel Mediterraneo antico, ma mai così importanti come ora in un mondo che ha ormai adottato i velocissimi tempi televisivi. È incanto e un divertimento vedere abbinati alle auto più diverse tanti cavalli di legno alle porte di Troia, tante Penelope più navigate di Ulisse, tante grintose Biancaneve, Cappuccetto Rosso e Cenerentola e tanti Pinocchio e King Kong integrati nel sistema.
Ogni spot è corredato di una scheda-commento, utile oltre che piacevole da leggere, e da un generoso corredo di fotogrammi in una sorta di “fotoromanzo” pubblicitario. Altre 200 immagini - provenienti da manifesti e da pubblicità cartacea su periodici - scorrono piacevolmente nelle appendici, mostrando ulteriormente quanto sia stretto il legame tra letterature/miti e cantiere pubblicitario, nel caso di un prodotto di consumo di costo elevato e irrinunciabile, qualche volta anche più della casa.
Il volume prosegue con una deliziosa sezione dedicata alle auto nel Carosello, con una ricchissima “Bibliografia” letta sempre di prima mano e una “Sitografia” che contiene, a sorpresa, rapide ma preziose schede con notizie su “Cinema”, “Festival”, “Musei”, “Tavole rotonde e Convegni”. L’“Indice dei nomi antichi e moderni” che già da solo mostra la ricchezza del volume dietro una esposizione brillante e scorrevole. Carmen Morenilla dell’Università di Valencia e Ruggiero Stefanelli dell’Università di Bari, esperti rispettivamente dell’antichità e della modernità, sottolineano entrambi l’originalità e la ricchezza della pubblicazione.
Stefanelli è anche convinto che «il libro susciterà grande interesse fra gli addetti ai lavori, cioè chi con passione di ricercatore dissotterra e collega i segni di cui si compone la nostra contemporaneità perpetuamemte debitrice del passato, ma solleticherà simpaticamente anche la curiosità di quanti, che sono praticamente tutti, vivono col ‘volante’ fra le mani».
Originale anche la copertina, che fornisce un gustoso riepilogo di pubblicità mitico-letterarie, con Sirene, Circe, Dedalo, Nerone Dante, Gulliver, Venerdì di Robinson Crusoe, Pinocchio, Zorro, e il romanzo di Kerouac. Anche la quarta pagina di copertina offre in controluce un manifesto per la C3 con Maciste e gli Argonauti.