Crisi economica: l'Italia nelle mani del signoraggio

Come lo stesso professore di diritto Giacinto Auriti ci spiega: " Se prendiamo un governatore e lo spediamo su un isola deserta a stampare moneta quella moneta non acquista un valore perché non c'è nessuno che la accetta e la utilizza". Lo Stato emette le monete mentre le banche centrali nazionali emettono banconote e monete scritturali. Queste banche concedono denaro allo Stato in cambio di obbligazioni che lo Stato emette con il vincolo di restituire quel valore più gli eventuali interessi(che viste le cifre, raggiungono vette esorbitanti). Lo Stato dal canto suo utilizza il denaro richiesto per rispondere alle esigenze del suo popolo(stipendi, servizi, pensioni,...). La banca centrale dunque si pone come proprietaria di una moneta legalizzando un processo di usura ai danni dei paesi che "comprano" il denaro, quel danaro che ogni popolo dovrebbe auto-produrre e di cui dovrebbe essere padrone. Tale processo di compra-vendita aveva senso quando c'era l'equivalente in oro, ma ora in teoria questo processo è solo un modo per far collassare i singoli sistemi economici. I politici che si sono susseguiti e continuano a susseguirsi sono fantocci manovrati da queste dinamiche superiori che vengono mantenuti nel proprio ruolo finchè risultano utili al raggiungimento di tali obiettivi e aggravano la situazione già precaria con manovre finanziarie, economiche e legislative che pesano sulle tasche dei cittadini. Il lassismo dinanzi a tali vicende trova il suo apice nella non ribellione nei confronti di suddetti processi e nel demandare il destino dell'Italia ad un governo tecnico che nasconde agli italiani le verità sulla crisi. Forse tutti conosco le modalità con cui è morto Kennedy ma pochi sanno che fu uno dei pochi presidenti, come Lincoln, che impose al governo americano di stampare dollari in piena autonomia e indipendenza dai banchieri privati. Eppure secondo un sondaggio pubblicato da tesionline.it il 76.12% dei laureati e il 74.11% dei non laureati dichiara di aver fiducia in Monti; il 72.39% dei laureati e il 75.00% dei non laureati pensa che la situazioni dell'Italia migliorerà. Molti forse ignorano che il gesto simbolico del nuovo Premier di rinunciare al compenso dovutogli per il ruolo rivestito ha un valore economico di gran lunga inferiore alla pensione che percepisce in quanto senatore a vita. Dinanzi a tali percentuali forse dovremmo prendere consapevolezza del fatto che l'ambito più in crisi dopo quello finanziario, è quello della coscienza di massa ignara di quello che realmente attenta alle nostre vite perchè quello che forse rende un mondo terzo rispetto agli altri non è solo la povertà economica, ma soprattutto quella culturale e conoscitiva che ci rende schiavi assoggettati e inermi.
Tags:
Politica