di Redazione. Fischi per il Molleggiato durante l'ultima serata del Festival. "La corporazione dei media si e' coalizzata in massa contro di me, neanche avessi fatto un attentato allo Stato". Così Adriano Celentano ha aperto il suo intervento alla kermesse sanremese riprendendo il discorso sui giornali cattolici che aveva suscitato tante polemiche. "Dal contesto del mio discorso - ha proseguito - hanno estrapolato una frase cambiando anche il modo dei verbi".
"Io sono venuto a parlare con il popolo sulla vita e sulla morte, sulla straripante fortuna che abbiamo per essere nati e per fantasticare su come e dove sara' il Paradiso. Sono questi i temi che un giornale come Famiglia Cristiana e Avvenire dovrebbero affrontare", ha detto Celentano. "Loro parlano di politica del mondo invece che della politica di Dio, come Giuda e Gesu'. Gesu' era un politico, come lo era Giuda per altri fini che voleva sfruttare la potenza del figlio di Dio per i suo fini consumistici e per la sete di potere, quasi come succede oggi"
"Quando dico che Avvenire e Famiglia Cristiana andrebbero chiusi definitivamente, e ho detto andrebbero, non significa esercitare una forma di censura. Non ho il potere di chiudere un giornale, mentre qualcuno non ha esitato a chiudere qualcosa", ha aggiunto.
Salve di fischi e urla sono partite quando l'artista ha cominciato ad addentrarsi nel suo monologo sulla fede, su Dio e sui giornali cattolici.
"Basta, basta", si e' udito distintamente e a piu' riprese. Celentano e' rimasto tranquillo, seduto su uno scalino del palco, il bicchiere d'acqua in mano. "Perche' mi contesti?", ha chiesto rivolgendosi al pubblico, senza indicare una persona.
Poi ha ripreso a parlare, toccando ancora il tema di Gesu' e invitando i sacerdoti a qualcosa di diverso dalla predica domenicale quando si parla del figlio di Dio. "Adesso potete fischiare..."., ha detto, raggiungendo il pianoforte, mentre lo inseguiva la voce di chi gridava "predicatore".
"Io sono venuto a parlare con il popolo sulla vita e sulla morte, sulla straripante fortuna che abbiamo per essere nati e per fantasticare su come e dove sara' il Paradiso. Sono questi i temi che un giornale come Famiglia Cristiana e Avvenire dovrebbero affrontare", ha detto Celentano. "Loro parlano di politica del mondo invece che della politica di Dio, come Giuda e Gesu'. Gesu' era un politico, come lo era Giuda per altri fini che voleva sfruttare la potenza del figlio di Dio per i suo fini consumistici e per la sete di potere, quasi come succede oggi"
"Quando dico che Avvenire e Famiglia Cristiana andrebbero chiusi definitivamente, e ho detto andrebbero, non significa esercitare una forma di censura. Non ho il potere di chiudere un giornale, mentre qualcuno non ha esitato a chiudere qualcosa", ha aggiunto.
Salve di fischi e urla sono partite quando l'artista ha cominciato ad addentrarsi nel suo monologo sulla fede, su Dio e sui giornali cattolici.
"Basta, basta", si e' udito distintamente e a piu' riprese. Celentano e' rimasto tranquillo, seduto su uno scalino del palco, il bicchiere d'acqua in mano. "Perche' mi contesti?", ha chiesto rivolgendosi al pubblico, senza indicare una persona.
Poi ha ripreso a parlare, toccando ancora il tema di Gesu' e invitando i sacerdoti a qualcosa di diverso dalla predica domenicale quando si parla del figlio di Dio. "Adesso potete fischiare..."., ha detto, raggiungendo il pianoforte, mentre lo inseguiva la voce di chi gridava "predicatore".