BARI. Non accenna a smorzarsi la tensione tra Italia e India per il caso dei due pescatori uccisi. I responsabili della polizia indiana hanno notificato oggi ai due maro' Massimiliano Latorre, di Taranto, e Salvatore Girone, di Bari, un provvedimento di fermo giudiziario necessario per continuare le procedure che termineranno con la presentazione al giudice di Kollam.
I due marò hanno successivamente lasciato la guest house di Kochi, nel sud dell'India, dov'erano custoditi, per essere condotti al Tribunale di Kollam, a circa 150 chilometri, dove sara' loro formalizzata l'accusa dell'omicidio dei due pescatori indiani.
NIPOTE LATORRE: GRANDE PREOCCUPAZIONE - ''Abbiamo saputo dell'accusa di omicidio, del trasferimento in tribunale e delle tensioni tra l'Italia e l'India. C'è grande preoccupazione, speriamo si chiarisca tutto''. Lo dice Christian D'Addario, nipote di Massimiliano Latorre, di 44 anni, di Taranto, uno dei due fucilieri coinvolti nel caso dell'uccisione dei due pescatori indiani. ''Questa vicenda - aggiunge - tiene tutti in tensione, a partire dalla mamma di Massimiliano e dai quattro figli, tre dei quali sono minorenni. I più grandi mi hanno chiesto: ma che cosa è successo a papà? Perchè c'è la sua foto sui giornali?''.
I COMPAGNI SU FB: PRONTI A RIPRENDERVI - Sulla bacheca di Facebook del maro' tarantino Massimiliano Latorre continuano i commenti al post scritto dal fuciliere l'11 febbraio scorso. Molti amici lo salutano con una frase: ''Forza e onore''. Un collega scrive: ''Massimiliano, in questo momento tutti i fucilieri ed ex fucilieri di Marina italiani, sono con te e Salvatore. Se ce lo chiedessero, saremmo tutti pronti per partire e venire a riprendervi fisicamente...anche stasera stessa! Non mollate ragazzi! Un fraterno abbraccio!...Per Mare, Per Terram!''.
TERZI: COLLABORAZIONE PER VIA D'USCITA - Allo stato delle cose ci sono delle considerevoli divergenze di carattere giuridico" con l'India: così il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, commenta la vicenda della morte dei due pescatori e il fermo dei due marò pugliesi.
"Intendiamo mettere in atto tutti gli sforzi per risolverla rapidamente ma ci sono allo stato delle cose considerevoli divergenze di carattere giuridico. Sinora non credo che si sia sviluppata quella collaborazione tra lo Stato federale indiano e lo Stato italiano che sarebbe invece veramente auspicabile e consentirebbe una via di uscita in tempi rapidi".
I due marò hanno successivamente lasciato la guest house di Kochi, nel sud dell'India, dov'erano custoditi, per essere condotti al Tribunale di Kollam, a circa 150 chilometri, dove sara' loro formalizzata l'accusa dell'omicidio dei due pescatori indiani.
NIPOTE LATORRE: GRANDE PREOCCUPAZIONE - ''Abbiamo saputo dell'accusa di omicidio, del trasferimento in tribunale e delle tensioni tra l'Italia e l'India. C'è grande preoccupazione, speriamo si chiarisca tutto''. Lo dice Christian D'Addario, nipote di Massimiliano Latorre, di 44 anni, di Taranto, uno dei due fucilieri coinvolti nel caso dell'uccisione dei due pescatori indiani. ''Questa vicenda - aggiunge - tiene tutti in tensione, a partire dalla mamma di Massimiliano e dai quattro figli, tre dei quali sono minorenni. I più grandi mi hanno chiesto: ma che cosa è successo a papà? Perchè c'è la sua foto sui giornali?''.
I COMPAGNI SU FB: PRONTI A RIPRENDERVI - Sulla bacheca di Facebook del maro' tarantino Massimiliano Latorre continuano i commenti al post scritto dal fuciliere l'11 febbraio scorso. Molti amici lo salutano con una frase: ''Forza e onore''. Un collega scrive: ''Massimiliano, in questo momento tutti i fucilieri ed ex fucilieri di Marina italiani, sono con te e Salvatore. Se ce lo chiedessero, saremmo tutti pronti per partire e venire a riprendervi fisicamente...anche stasera stessa! Non mollate ragazzi! Un fraterno abbraccio!...Per Mare, Per Terram!''.
TERZI: COLLABORAZIONE PER VIA D'USCITA - Allo stato delle cose ci sono delle considerevoli divergenze di carattere giuridico" con l'India: così il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, commenta la vicenda della morte dei due pescatori e il fermo dei due marò pugliesi.
"Intendiamo mettere in atto tutti gli sforzi per risolverla rapidamente ma ci sono allo stato delle cose considerevoli divergenze di carattere giuridico. Sinora non credo che si sia sviluppata quella collaborazione tra lo Stato federale indiano e lo Stato italiano che sarebbe invece veramente auspicabile e consentirebbe una via di uscita in tempi rapidi".