KOCHI. Alta tensione tra India e Italia sul caso marò. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, e' partito da Kochi verso il Vietnam, al termine di una visita in India incentrata sulle relazioni bilaterali, ma soprattutto sulla vicenda dei due militari italiani accusati dell'uccisione di due pescatori indiani.
Terzi - si apprende da una nota sul sito web della Farnesina - ha avuto un lungo colloquio con il collega Krishna, ribadendo la convinzione del governo italiano che il procedimento debba svolgersi sulla base del diritto internazionale. Il ministro si e' intrattenuto brevemente con Massimiliano Latorre e Salvatore Gerone, ribadendo l'impegno a risolvere la crisi nel piu' breve tempo possibile.
A Kochi a seguire la vicenda resta il sottosegretario Staffan de Mistura, in India ormai da otto giorni. In un'intervista alla Stampa, De Mistura ha detto che ''e' un momento particolarmente delicato. Delicato perche' stiamo aspettando il resoconto di uno degli aspetti fondamentali di questa vicenda, cioe' gli esiti delle perizie e degli altri atti investigativi. La sorte dei nostri soldati e' legata a questi accertamenti''. Il sottosegretario ha amesso che con le autorita' indiane ci sono ''idee diverse, questo e' noto.
Per noi il fatto e' accaduto in acque internazionali, per loro la situazione non cambia. Dunque aspettiamo''.
"NO A ACCORDO EXTRAGIUDIZIALE" - Non c'e' alcuna ragione per un accordo extragiudiziale nel caso della morte dei due pescatori indiani per il quale sono stati accusati due militari italiani. A sostenerlo e' stato il Capo Ministro dello Stato del Kerala, Oommen Chandy, che conversando con i giornalisti al termine di una riunione di gabinetto ha detto che nei casi di omicidio la legge indiana non consente accordi extragiudiziali.
Secondo quanto riporta il sito web AsianetIndia.com, Chandy ha accusato la stampa italiana di ''diffondere notizie false'', come quella che gli spari contro il peschereccio sarebbero partiti da un'altra nave e non dalla Enrica Lexie.
Terzi - si apprende da una nota sul sito web della Farnesina - ha avuto un lungo colloquio con il collega Krishna, ribadendo la convinzione del governo italiano che il procedimento debba svolgersi sulla base del diritto internazionale. Il ministro si e' intrattenuto brevemente con Massimiliano Latorre e Salvatore Gerone, ribadendo l'impegno a risolvere la crisi nel piu' breve tempo possibile.
A Kochi a seguire la vicenda resta il sottosegretario Staffan de Mistura, in India ormai da otto giorni. In un'intervista alla Stampa, De Mistura ha detto che ''e' un momento particolarmente delicato. Delicato perche' stiamo aspettando il resoconto di uno degli aspetti fondamentali di questa vicenda, cioe' gli esiti delle perizie e degli altri atti investigativi. La sorte dei nostri soldati e' legata a questi accertamenti''. Il sottosegretario ha amesso che con le autorita' indiane ci sono ''idee diverse, questo e' noto.
Per noi il fatto e' accaduto in acque internazionali, per loro la situazione non cambia. Dunque aspettiamo''.
"NO A ACCORDO EXTRAGIUDIZIALE" - Non c'e' alcuna ragione per un accordo extragiudiziale nel caso della morte dei due pescatori indiani per il quale sono stati accusati due militari italiani. A sostenerlo e' stato il Capo Ministro dello Stato del Kerala, Oommen Chandy, che conversando con i giornalisti al termine di una riunione di gabinetto ha detto che nei casi di omicidio la legge indiana non consente accordi extragiudiziali.
Secondo quanto riporta il sito web AsianetIndia.com, Chandy ha accusato la stampa italiana di ''diffondere notizie false'', come quella che gli spari contro il peschereccio sarebbero partiti da un'altra nave e non dalla Enrica Lexie.