Fosse Ardeatine: Pastore, violenza spietata, costruiamo barricate di civiltà


BARI. "La nostra identità di pugliesi passa dal contributo dei martiri e dei protagonisti di episodi della resistenza e dell'antifascismo''. Così il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, ha ricordato oggi le vittime pugliesi della rappresaglia nazista del 24 marzo 1944, nella quale furono sacrificati 335 italiani, uccisi e occultati in una cava di pozzolana a sud di Roma. Introna è intervenuto nell'aula dell'assemblea legislativa che oggi ha ospitato la cerimonia per il 68mo anniversario dell'eccidio, alla presenza di alcuni familiari dei martiri.

“Erano artigiani, sacerdoti, insegnanti, artisti. Furono queste le persone uccise dai nazisti tedeschi a Roma il 24 marzo 1944. Oggi, il Consiglio regionale ha ricordato quelle persone, vittime di una violenza tanto spietata quanto pretestuosa, inzuppata nella “religione” nazista, ma di fatto vile sfogo di criminali assassini. Sono trascorsi 68 anni da allora, ma la stupidità continua a fare proseliti. Solo due giorni fa a Tolosa sono state uccise quattro persone, tre bambini, senza motivo. E un motivo non c’è mai.
Fra le vittime delle Fosse Ardeatine che oggi il Consiglio regionale ha ricordato, furono 16 i pugliesi, anche un mio conterraneo, l’ebanista barlettano Gaetano Lavecchia, e i due andriesi, anch’essi due artigiani, Giuseppe Lotti e Vincenzo Saccotelli. Ricordando loro e tutti gli altri, molti dei quali a Roma per caso, per lavorare non per combattere il nemico, si compie un dovere morale e civile, quello di tenere alta la guardia contro eventuali recrudescenze di violenza”.
A riferirlo il consigliere regionale Franco Pastore (Gruppo Misto – Psi).

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