Brindisi: Vendola a Mesagne, elaborare lutto generazionale

MESAGNE (BR). “Siamo ancora prigionieri della sequenza di emozioni forti, i fotogrammi dello scempio ronzano nella nostra testa. Ora siamo fiduciosi che nel giro di poco tempo, la magistratura possa individuare la matrice di questo crimine. Pensiamo che oggi sia importante essere a Mesagne la città colpita, la città da cui provenivano le ragazzine ferite e in cui viveva Melissa. Il dolore può spingere le persone a rinchiudersi nel proprio privato oppure può essere l'occasione per una crescita collettiva, per uno slancio morale e culturale”.

Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che questa mattina ha partecipato a Mesagne, insieme con l’assessore Nicola Fratoianni, all’appuntamento con la Carovana antimafia che ha fatto tappa nella città colpita dall’immane tragedia di ieri.

“Ci sono anche frammenti di omertà – ha continuato Vendola - pezzi di società che girano la testa dall'altra parte di fronte alla violenza e all'esercizio di onnipotenza da parte dei clan. Credo che se una lezione bisogna trarre dal sangue di ieri è che non ci puó essere nessuna convivenza con il male. Vale la pena avere la pazienza di aspettare che i vari indizi trovino l'incastro. Sono due compiti diversi, quello delle forze dell'ordine e della magistratura di individuare le responsabilità, quello della comunità civile e politica non è non solo quello di stringersi intorno alle famiglie colpite e alle comunità ferite, ma è anche quello di trasformare il dolore in uno strumento di crescita civile e morale”.

Vendola poi ha parlato di lutto generazionale. “Domani nelle scuole sarà il giorno in cui tutti quanto dovranno imparare la delicatezza e il peso che hanno davvero le parole – ha detto – occorrerà trovare le parole adeguate perchè una generazione elabori questo lutto. In fondo è un lutto quasi generazionale, è una ferita generazionale. E bisogna che si educhi a trasformare questo dolore in una specie di lampadina tascabile per illuminare il percorso che i giovani devono fare. Non rabbia, maledizioni e imprecazioni ma conoscenza e custodia della bellezza e della libertà. Ecco questo deve fare la scuola, ed è il compito più antimafioso che si possa immaginare. La mafia non è solo meno libertà  - ha aggiun to Vendola - ma è più bruttezza, bruttezza dell’ambiente urbano, della vita sociale. Custodire e promuovere libertà e bellezza attraverso la conoscenza, ecco questo è il compito degli educatori, ma è compito degli educatori che devono lasciarsi anche educare dai ragazzini. Penso sempre a quel titolo “Il mondo salvato dai ragazzini” di Elsa Morante, un titolo struggente, molto triste in queste ore”.

Su Mesagne, il Presidente Vendola ha aggiunto che “è una città molto cambiata rispetto ad alcuni anni fa” aggiungendo che “tutto il brindisino è una realtà in cui si combatte”.
“Una straordinaria magistratura è stata capace, insieme con le forze dell’ordine – ha spiegato Vendola - di combattere in tempi reali e di stracciare la tela mafiosa mentre la si stava tessendo. Qui si è stati capaci veramente di colpire con tempestività e questa fa la differenza, la novità e il primato della distrettuale antimafia di questo territorio”.
A Mesagne però c’è stata anche la reazione dei comitati antiracket e antiusura, di Libera, di una parte dei partiti, dei sindacati e della chiesa. “Qui – ha detto Vendola - la società civile e la società politica non hanno fatto finta di niente. C’è stato e c’è chi ha reagito e il cambiamento lo si può percepire. Per questo Mesagne – ha concluso Vendola - reagisce con durezza ad ogni episodio di violenza e di mafia ma non accetta lo stereotipo di essere dipinta come la Corleone della Puglia”.