BARI. “Regione e industriali devono riprendere la via del confronto, franco ma sereno, nell’interesse dell’ambiente e della salute dei pugliesi, che chiedono di coniugare sviluppo e tutela del territorio”. Dal presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, arriva un invito a superare il clima determinato dalle dichiarazioni di Confindustria e a ritrovare un confronto utile alla comunità regionale.
“Fino a questo momento la politica della concertazione col partenariato ha dato i risultati sperati – osserva Introna – in questo ambito, il dialogo col sistema imprenditoriale ha portato la Puglia in testa alle classifiche nazionali degli investimenti nell’innovazione e soprattutto dell’export e delle energie rinnovabili. Il Pil del turismo è cresciuto di quasi 5 punti fino al 2011”.
Poco meno di 4mila aziende pugliesi di ogni settore si sono viste attribuire risorse regionali, per investimenti pari a 1 miliardo 300 milioni di euro e la Regione si è pure fatta carico del disagio delle imprese, attivandosi per l’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga. Si tratta di aspetti “estraneamente concreti”, secondo il presidente: “nel rapporto con il mondo produttivo la Regione Puglia non resta inerte davanti ai problemi, ha scelto un profilo di grande responsabilità , distinguendosi dal governo nazionale, che annuncia ma non attiva compensazioni tra i crediti delle imprese nei confronti dello Stato e i tributi dovuti dalle stesse all’erario. Dalle dichiarazioni all’effettiva erogazione i tempi restano lunghi. Se Roma si limita a dettare principi, ma non dà disposizioni alle amministrazioni periferiche su come procedere alla compensazione tra crediti e debiti degli imprenditori, possono passare ancora mesi. Le rimesse potrebbero arrivare alle ditte quando ormai è troppo tardi. Al danno si aggiungerebbe la beffa”.
La Regione non trascura chi fa impresa in Puglia e non c’è nessun accanimento normativo contro le iniziative imprenditoriali, “lo posso affermare da ex assessore all’ambiente, che ha trattato con Ilva, Eni, Enel – sostiene Introna – ma nessuno può dimenticare che lo sviluppo va coniugato con la salute e la sicurezza dei cittadini. È finito il tempo in cui in nome della crescita si esponevano bambini, donne e uomini a livelli di rischio oggi intollerabili”.
“Alle iniziative legislative di tutela della Regione Puglia le imprese hanno risposto. L’Ilva ha fatto sforzi sulle emissioni inquinanti, i veleni sono stati riconosciuti e intercettati, la diffusione di diossina è stata ridotta, ma la guardia deve restare alta: le rilevazioni e gli indicatori sociosanitari ci dicono che tutto questo non è ancora sufficiente. Tanto più sarebbe ragionevole – conclude il presidente del Consiglio regionale – riprendere la strada di una fattiva collaborazione, continuando ad inseguire lo sviluppo, ma in condizioni ambientali rassicuranti per tutti i cittadini”.
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