di Vito Ferri. Quando a vincere è la Puglia. I bianconeri conquistano lo scudetto 2011-2012 con una giornata d'anticipo sulla fine del campionato: la Vecchia Signora ha vinto 2-0 a Trieste col Cagliari, ed è a +4 punti sul Milan che ha perso il derby con l'Inter 4-2.
In questa vittoria, va sottolineato, c'è anche un pizzico di tacco d'Italia, viste le origini leccesi del suo tecnico, Antonio Conte, che ha condotto i bianconeri così abilmente sino al trionfo finale con un fair play che non si vedevano più da anni. Lui, quel salentino verace che rappresenta il calcio sano contrapposto a quello vile e becero del calcioscommesse che pure ha visto la Puglia come teatro, quel ragazzo dal viso pulito laureato all'Isef, nato e cresciuto in un florido vivaio pugliese, che aveva compiuto già un'impresa nel 2009 con i galletti riportandoli nella massima serie in quello che tutti ricordano come un 'mezzo miracolo'.
"Che scudetto è? Per me il numero uno, il primo che vinco da allenatore", ha commentato Antonio con la modestia che da sempre lo ha contraddistinto ai microfoni di Sky dopo la vittoria sul Cagliari. "Sono sensazioni fantastiche - ha aggiunto - siamo veramente contenti, merito dei ragazzi ma onore anche ai vinti: il Milan è stato un avversario fortissimo. A -1 ho capito che la mia squadra aveva ancora birra, mentre loro erano un po' stanchi. Finire il campionato imbattuti sarebbe qualcosa di storico".
Un esempio, come dicevamo, quello del tecnico salentino, di una regione che sa vincere e convincere quando ha i giusti mezzi, troppo spesso 'nordici'. Quando la Puglia inizierà a credere davvero nelle sue immense potenzialità come ha fatto Conte sin dal primo giorno alla guida della Signora (insieme ad una buona dose di fortuna), beh, quel giorno anche il Bari o il Lecce potranno diventare campioni d'Italia.
In questa vittoria, va sottolineato, c'è anche un pizzico di tacco d'Italia, viste le origini leccesi del suo tecnico, Antonio Conte, che ha condotto i bianconeri così abilmente sino al trionfo finale con un fair play che non si vedevano più da anni. Lui, quel salentino verace che rappresenta il calcio sano contrapposto a quello vile e becero del calcioscommesse che pure ha visto la Puglia come teatro, quel ragazzo dal viso pulito laureato all'Isef, nato e cresciuto in un florido vivaio pugliese, che aveva compiuto già un'impresa nel 2009 con i galletti riportandoli nella massima serie in quello che tutti ricordano come un 'mezzo miracolo'.
"Che scudetto è? Per me il numero uno, il primo che vinco da allenatore", ha commentato Antonio con la modestia che da sempre lo ha contraddistinto ai microfoni di Sky dopo la vittoria sul Cagliari. "Sono sensazioni fantastiche - ha aggiunto - siamo veramente contenti, merito dei ragazzi ma onore anche ai vinti: il Milan è stato un avversario fortissimo. A -1 ho capito che la mia squadra aveva ancora birra, mentre loro erano un po' stanchi. Finire il campionato imbattuti sarebbe qualcosa di storico".
Un esempio, come dicevamo, quello del tecnico salentino, di una regione che sa vincere e convincere quando ha i giusti mezzi, troppo spesso 'nordici'. Quando la Puglia inizierà a credere davvero nelle sue immense potenzialità come ha fatto Conte sin dal primo giorno alla guida della Signora (insieme ad una buona dose di fortuna), beh, quel giorno anche il Bari o il Lecce potranno diventare campioni d'Italia.