BARI. In Puglia buona parte della regione e' stata classificata sismica e quindi gli interventi edilizi "sono stati realizzati nel rispetto della normativa sismica". E' quanto fanno notare all'ADNKRONOS i geologi della sezione pugliese della Societa' Italiana di Geologia Ambientale (Sigea), che ricordano come a essere dichiarati a rischio siano stati dal 1980-81 il foggiano, e dal 2003-04 Bari, Barletta e buona parte del Tarantino.
Per quanto riguarda le province di Lecce, Brindisi e buona parte di Taranto, fanno parte della 4° categoria, non sismica, o comunque "meno pericolosa sismicamente", e quindi in quelle aree "non viene applicata la normativa specificamente antisismica, fatta eccezione per le verifiche antisismiche relative agli edifici di interesse di protezione civile come ospedali, scuole e siti pubblici o di apertura al pubblico".
Negli anni ottanta fu il terremoto dell'Irpinia a determinare l'inserimento di Foggia tra le zone sismiche e l'applicazione delle normative nella costruzione degli edifici. In particolare le aree piu' sensibili di tutta la regione sono considerati proprio alcuni paesi del Subappennino dauno, inseriti nella categoria 1. La fascia dei comuni che si trovano lungo la direzione Bari-Taranto (compresi i due capoluoghi), invece, e' stata classificata sismica nel 2003, subito dopo il terremoto che provoco' la morte dei bambini della scuola di San Giuliano di Puglia, in Molise ma che ebbe effetti gravi anche in Puglia. La Regione con una specifica deliberazione del 2004, recependo la normativa nazionale, decise l'applicazione della normativa antisismica anche per questi ulteriori comuni.