"Zio Michele disse di essere stato convinto da Bruzzone e Galoppa"


TARANTO. "Nei giorni delle festivita' natalizie mi chiamo' Michele Misseri: era triste, stava scrivendo una lettera a Sabrina per dirle che gli dispiaceva, che era innocente e che l'aveva accusata perche' era sotto l'influenza di farmaci prescrittigli dagli psichiatri. Mi disse che la dottoressa Bruzzone e, mi sembra, l'avvocato Galoppa lo avevano convinto, consigliandogli di 'accollare' tutto a Sabrina, perche' lei era giovane". Lo ha detto Clemente Di Crescenzo, della provincia di Caserta, attualmente detenuto nel carcere di Taranto, a proposito del periodo in cui nel penitenziario si trovava anche Michele Misseri, il contadino di Avetrana.

L'uomo ha deposto al processo in Corte di Assise per l'omicidio della 15enne Sarah Scazzi di Avetrana. "A te ti mandiamo nel convento con l'orticello' - avrebbero detto la consulente della difesa e il suo ex avvocato a Misseri - tua figlia esce tra due anni. Poi aggiunse che i farmaci lo avevano un poco rimbambito. Mi disse anche che voleva revocare l'avvocato, non aveva buona stima del suo avvocato, gliel'ha fatto lui il processo, l'avvocato gli consigliava come fare. Poi disse che Galoppa aveva riportato in tv cose che non aveva detto perche' Galoppa non credeva alla tesi di Michele".

Clemente Di Crescenzo aveva fatto una specie di diario in carcere dei suoi colloqui con Misseri che era stato sequestrato e oggi e' stato acquisito agli atti. Prima di lui e' stato ascoltato Giovanni Lamarca, capo degli agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Taranto, ha riferito che di Crescenzo "e' un detenuto con molte sanzioni disciplinari" e ha confermato l'esistenza del diario dei colloqui avuti con Michele Misseri.

Poi ha spiegato che la mattina della prima chiamata in correita' della figlia, Michele Misseri mentre veniva trasportato al sopralluogo nella sua abitazione e poi in campagna gli disse "di aver dormito e di non aver assunto farmaci".