ROMA. “Ma come si fa a declassare titoli di Stato il giorno dopo le valutazioni positive della Bce e dopo aver avuto, di fatto, la certezza di una soluzione europea sulle differenze dei costi tra Paesi membri Ue sul debito oneroso? Pensiamo di restare con le mani in mano sul ruolo dei mercati finanziari anche dopo questo declassamento?”.
Lo dice il coordinatore delle commissioni economiche del Gruppo Pd della Camera, Francesco Boccia.
“Se un Paese come l'Italia – aggiunge Boccia - fa tutti i sacrifici richiesti dall'Ue, se rispetta tutte le regole chiedendo ai suoi cittadini di fare durissimi sacrifici in nome della costruzione del processo politico europeo e poi un'agenzia di rating con (tutt'ora) un evidente conflitto di interessi irrisolto tra la sua funzione di valutatore indipendente e la natura dei suoi azionisti, in una notte, declassa addirittura i titoli di Stato definendoli di fatto a rischio, e l'Esma o la Consob non intervengono, allora è la resa della politica".
“Oggi, le autorità italiane ed europee - conclude l’esponente democratico - devono dire qualcosa di chiaro su tutto questo, oppure sarà evidente a tutti che la politica non ha più gli strumenti per guidare i processi; perde e continuerà a farlo sempre nei confronti di una finanza sempre più malata. Quest'agenzia, fra l’altro, é la stessa andata agli onori delle cronache giudiziarie e per un'indagine aperta dall'Esma anche per intercettazioni di propri analisti che dichiarano di 'non voler avere un peso cosà evidente per le loro valutazioni che determinano poi speculazioni sul debito sovrano'.
Lo dice il coordinatore delle commissioni economiche del Gruppo Pd della Camera, Francesco Boccia.
“Se un Paese come l'Italia – aggiunge Boccia - fa tutti i sacrifici richiesti dall'Ue, se rispetta tutte le regole chiedendo ai suoi cittadini di fare durissimi sacrifici in nome della costruzione del processo politico europeo e poi un'agenzia di rating con (tutt'ora) un evidente conflitto di interessi irrisolto tra la sua funzione di valutatore indipendente e la natura dei suoi azionisti, in una notte, declassa addirittura i titoli di Stato definendoli di fatto a rischio, e l'Esma o la Consob non intervengono, allora è la resa della politica".
“Oggi, le autorità italiane ed europee - conclude l’esponente democratico - devono dire qualcosa di chiaro su tutto questo, oppure sarà evidente a tutti che la politica non ha più gli strumenti per guidare i processi; perde e continuerà a farlo sempre nei confronti di una finanza sempre più malata. Quest'agenzia, fra l’altro, é la stessa andata agli onori delle cronache giudiziarie e per un'indagine aperta dall'Esma anche per intercettazioni di propri analisti che dichiarano di 'non voler avere un peso cosà evidente per le loro valutazioni che determinano poi speculazioni sul debito sovrano'.
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Politica