TARANTO. I ministri dello Sviluppo economico, Corrado Passera e dell'Ambiente, Corrado Clini, saranno domani a Taranto in Prefettura per cercare di trovare le soluzioni adeguate alla difficile vicenda dell'Ilva e soprattutto giungere ad una mediazione. A partire dalle 11.30 incontreranno i rappresentanti della Regione Puglia, delle amministrazioni locali di Taranto e dell'Autorita' portuale.
A seguire, nella tarda mattinata, i ministri si confronteranno con i vertici dell'Ilva e nel primo pomeriggio con Confindustria e sindacati confederali.
Nel calendario degli incontri, alle ore 16.30 Clini e Passera e il sottosegretario De Vincenti riceveranno anche il Vescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro.
Il ministro dello Sviluppo Economico ha ribadito che ''il maggiore impegno di questi giorni e' quello di evitare la chiusura senza ritorno dell'Ilva di Taranto''. Un impegno che per il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano deve essere concreto. Dai ministri Clini e Passera ''ci attendiamo risposte concrete. Sono mesi che abbiamo presentato questa sofferenza e la risoluzione di alcune cose. Vogliamo sapere quando inizieranno le bonifiche, quando inizieranno i lavoro d'ambientalizzazione della fabbrica e quando alla citta' verra' riconosciuta la sofferenza che ha subito in questi anni''. In questo momento, ha osservato il sindaco, ''dobbiamo mettere da parte gli estremismi, trovare le cose che ci uniscono e coniugare il diritto alla salute e quello al lavoro''.
Intanto, non si placano le proteste intorno al polo industriale dell'Ilva. Oltre 1200 lavoratori, alle 10 di questa mattina, per 2 ore, hanno invaso pacificamente due importanti arterie stradali, la Statale Appia e la Statale 106, manifestando le proprie preoccupazioni per ''le possibili ricadute drammatiche in termini occupazionali - ha spiegato la Fim-Cisl - in tutti i siti produttivi del gruppo Ilva, che le note vicende giudiziarie potrebbero provocare''.
''Pensavamo non fosse necessario, - ha aggiunto la Fim-Cisl - ma lo ribadiamo ancora una volta: il nostro sciopero non e' contro la magistratura, ma per una soluzione che preservi l'occupazione e garantisca bonifiche e riqualificazione industriale per un ambiente salubre e per la tecnologia miglior disponibile consente. Il nostro nemico e' la disoccupazione e l'inquinamento e non la produzione dell'acciaio''.
A seguire, nella tarda mattinata, i ministri si confronteranno con i vertici dell'Ilva e nel primo pomeriggio con Confindustria e sindacati confederali.
Nel calendario degli incontri, alle ore 16.30 Clini e Passera e il sottosegretario De Vincenti riceveranno anche il Vescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro.
Il ministro dello Sviluppo Economico ha ribadito che ''il maggiore impegno di questi giorni e' quello di evitare la chiusura senza ritorno dell'Ilva di Taranto''. Un impegno che per il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano deve essere concreto. Dai ministri Clini e Passera ''ci attendiamo risposte concrete. Sono mesi che abbiamo presentato questa sofferenza e la risoluzione di alcune cose. Vogliamo sapere quando inizieranno le bonifiche, quando inizieranno i lavoro d'ambientalizzazione della fabbrica e quando alla citta' verra' riconosciuta la sofferenza che ha subito in questi anni''. In questo momento, ha osservato il sindaco, ''dobbiamo mettere da parte gli estremismi, trovare le cose che ci uniscono e coniugare il diritto alla salute e quello al lavoro''.
Intanto, non si placano le proteste intorno al polo industriale dell'Ilva. Oltre 1200 lavoratori, alle 10 di questa mattina, per 2 ore, hanno invaso pacificamente due importanti arterie stradali, la Statale Appia e la Statale 106, manifestando le proprie preoccupazioni per ''le possibili ricadute drammatiche in termini occupazionali - ha spiegato la Fim-Cisl - in tutti i siti produttivi del gruppo Ilva, che le note vicende giudiziarie potrebbero provocare''.
''Pensavamo non fosse necessario, - ha aggiunto la Fim-Cisl - ma lo ribadiamo ancora una volta: il nostro sciopero non e' contro la magistratura, ma per una soluzione che preservi l'occupazione e garantisca bonifiche e riqualificazione industriale per un ambiente salubre e per la tecnologia miglior disponibile consente. Il nostro nemico e' la disoccupazione e l'inquinamento e non la produzione dell'acciaio''.