"Mola, una morte annunciata"

BARI. "Sapevamo purtroppo che prima o poi sarebbe accaduto, lo abbiamo denunciato in tutte le sedi, in ogni occasione, ma tutto è stato inutile: la morte del turista colpito da edema polmonare mentre veniva trasferito in ambulanza all'ospedale Di Venere e i cui soccorsi sono stati ritardati dalla chiusura del posto di primo soccorso di Mola di Bari, attivo solo in “orario d'ufficio”, era ampiamente annunciata. Riteniamo completamente irresponsabile il comportamento dei manager e dei politici che gestiscono la sanità pugliese lasciando il territorio privo di qualsivoglia presidio di soccorso e affidando, soprattutto in provincia, la sorte e la vita delle persone esclusivamente alle poche postazione del “118”, con personale peraltro oberato di lavoro.
In questa dichiarazioni c'è il massimo rispetto per il paziente deceduto e per il dolore dei familiari, ma non può più tacere il saccheggio sistematico e puntuale del territorio, a maggior ragione quando questo colpisce un territorio a vocazione turistica nel mese di agosto. La tragedia di Mola fa il paio con il servizio di elisoccorso a Vieste, che qualcuno alla Regione voleva attivo solo durante il giorno e che è stato “graziato” grazie all'intervento dei consiglieri regionali del Gargano. La tragedia di Mola era nell'aria, sottolineata dall'inizio fallimentare, nonostante dichiarazioni eclatanti, del servizio Emersanmare – come denunciato in questi giorni dalla Gazzetta del Mezzogiorno – attivo solo su 7 località rispetto alle 13 previste.
Quel che stava accadendo nel posto di primo soccorso di Mola, alla Regione era ben noto, dopo le insistenti e del tutto giustificate proteste dei medici e dei cittadini affinché il presidio almeno in estate potesse restare in attività giorno e notte. Ed è una situazione che si ritrova in molti punti di primo soccorso e ambulatori delle Asl. Purtroppo quelle proteste, più che altro richieste di aiuto, sono rimaste del tutto inascoltate da manager e politici che hanno anche ampiamente dimostrato di non conoscere nulla del territorio.
Non sappiamo e non sapremo mai se il presidio di primo soccorso di Mola, se aperto, avrebbe potuto salvare la vita di quella persona. Siamo certi però che se qualche responsabilità dovesse essere accertata, chi ha sbagliato dovrà pagare immediatamente, oltre che secondo quanto previsto dal Diritto, anche dando immediate dimissioni".
A riferirlo Massimo Cassano, vice capogruppo del Pdl in Consiglio regionale.

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