Dal nostro inviato Nicola Zuccaro. "Questi sono insufficienti. E' tutta la città che si doveva muovere". Sono da poco passate le 12.30 di Venerdì 17 Agosto quando una passante, di probabile residenza tarantina, commenta la scarsa affluenza all'assemblea pubblica tenutasi in concomitanza con l'inizio del vertice presso la vicina Prefettura fra i Ministri Passera e Clini e le parti interessante finalizzato ad evitare la chiusura dell'Ilva a Taranto. Perchè così poca gente? Questa la domanda rivolta dal Nostro Giornale ad un componente del Comitato "Taranto Libera" che ha risposto indicando nella rassegnazione la causa
principale a cui si unisce la poca voglia di fare "rete" che in altri paesi (il giovane membro ha citato come esempio quelli dell'area sudamericana) conduce ad atti estremi.
Una tendenza che nel mezzogiorno di fuoco tarantino sia pure in minima parte è emersa quando nella pausa pranzo una giovane madre (presumibilmente moglie di un operaio dell'Ilva) ha richiamato il ricorso del proprio marito a poter compiere atti
di estrema protesta. Segno di una situazione delicata sul piano dell'ordine pubblico da giorni delicata e complessa da gestire come ha rivelato un graduato dei carabinieri.
Taranto indiffierente per larga parte ma altrettanto blindata, tanto da richiedere alle forze dell'ordine di non abbassare la guardia per un pomeriggio nel corso del quale le stesse sono state chiamate per fronteggiare eventuali e brusche reazioni.
Così non è stato, forse anche per le prime notizie confortanti filtrate dalle interviste televisive concesse dall'On. Fitto. Il preannuncio della riconversione, ha lasciato però spazio alle proteste dei tarantini che per un giorno come ha esclamato un cittadino hanno visto non solo una parte degli Stabilimenti Ilva ma anche l'intera città sotto sequestro.
Per perorare una giusta causa tesa a conciliare Lavoro, Salute e Ambiente ovvero le tre parole d'ordine dominanti, negli slogan, con un "senza compromessi" parallelamente all'ordinario cartello chiuso per ferie.
principale a cui si unisce la poca voglia di fare "rete" che in altri paesi (il giovane membro ha citato come esempio quelli dell'area sudamericana) conduce ad atti estremi.
Una tendenza che nel mezzogiorno di fuoco tarantino sia pure in minima parte è emersa quando nella pausa pranzo una giovane madre (presumibilmente moglie di un operaio dell'Ilva) ha richiamato il ricorso del proprio marito a poter compiere atti
di estrema protesta. Segno di una situazione delicata sul piano dell'ordine pubblico da giorni delicata e complessa da gestire come ha rivelato un graduato dei carabinieri.
Taranto indiffierente per larga parte ma altrettanto blindata, tanto da richiedere alle forze dell'ordine di non abbassare la guardia per un pomeriggio nel corso del quale le stesse sono state chiamate per fronteggiare eventuali e brusche reazioni.
Così non è stato, forse anche per le prime notizie confortanti filtrate dalle interviste televisive concesse dall'On. Fitto. Il preannuncio della riconversione, ha lasciato però spazio alle proteste dei tarantini che per un giorno come ha esclamato un cittadino hanno visto non solo una parte degli Stabilimenti Ilva ma anche l'intera città sotto sequestro.
Per perorare una giusta causa tesa a conciliare Lavoro, Salute e Ambiente ovvero le tre parole d'ordine dominanti, negli slogan, con un "senza compromessi" parallelamente all'ordinario cartello chiuso per ferie.