LECCE. “Se sulla materia dell’accorpamento delle Province prevarrà l’uso dei muscoli, e non quello del cervello, i complessivi prezzi da pagare saranno enormi per tutti, ma soprattutto per la Provincia di Brindisi”. Lo sostiene l’ex senatore Euprepio Curto, attualmente consigliere regionale del Partito di Gianfranco Fini.
“La Provincia di Brindisi – ha infatti spiegato Curto – non solo risulta essere, con la Bat, la più piccola tra le sei Province pugliesi, ma è anche quella che può contare su un capoluogo con un indubitabile minore numero di abitanti rispetto alla dirimpettaia Taranto. Di conseguenza, prevedendo la norma il mantenimento del ruolo di capoluogo in testa a quello col maggior numero di abitanti, una sfida muscolare con Taranto (assolutamente da evitare anche perché dal giorno dopo l’approvazione definitiva del provvedimento si dovrà necessariamente stare insieme) vedrebbe Brindisi soccombere inesorabilmente“.
“Invece – ha proseguito Curto – anche alla luce delle posizioni che alcuni comuni della Provincia di Brindisi stanno assumendo (e cioè, la propensione ad aderire alla Provincia di Lecce), appare quanto mai opportuno sforzarsi, in primo luogo, di evitare la molto probabile emorragia di San Pietro, Torchiarolo, Cellino, Sandonaci e San Pancrazio verso la Firenze del Sud; mentre, in secondo luogo, bisognerebbe aprire un tavolo politico-istituzionale con Taranto affinché anch’essa eviti il ricorso ai muscoli per dirimere scelte di altissima qualificazione istituzionale che non possono essere inquinate da deplorevoli rigurgiti campanilistici.
Resta inteso comunque – ha concluso Curto – che continuo a ritenere la costituzione di una "super-Provincia" (formata da Brindisi, Taranto e Lecce) la migliore soluzione possibile per tutti. Se ne renda conto anche il presidente Gabellone a cui non mancano sensibilità e capacità per comprendere quanto sia di basso profilo il rinchiudersi nell’autorevole, ma comunque abbastanza asfittico, fortino leccese”.
“La Provincia di Brindisi – ha infatti spiegato Curto – non solo risulta essere, con la Bat, la più piccola tra le sei Province pugliesi, ma è anche quella che può contare su un capoluogo con un indubitabile minore numero di abitanti rispetto alla dirimpettaia Taranto. Di conseguenza, prevedendo la norma il mantenimento del ruolo di capoluogo in testa a quello col maggior numero di abitanti, una sfida muscolare con Taranto (assolutamente da evitare anche perché dal giorno dopo l’approvazione definitiva del provvedimento si dovrà necessariamente stare insieme) vedrebbe Brindisi soccombere inesorabilmente“.
“Invece – ha proseguito Curto – anche alla luce delle posizioni che alcuni comuni della Provincia di Brindisi stanno assumendo (e cioè, la propensione ad aderire alla Provincia di Lecce), appare quanto mai opportuno sforzarsi, in primo luogo, di evitare la molto probabile emorragia di San Pietro, Torchiarolo, Cellino, Sandonaci e San Pancrazio verso la Firenze del Sud; mentre, in secondo luogo, bisognerebbe aprire un tavolo politico-istituzionale con Taranto affinché anch’essa eviti il ricorso ai muscoli per dirimere scelte di altissima qualificazione istituzionale che non possono essere inquinate da deplorevoli rigurgiti campanilistici.
Resta inteso comunque – ha concluso Curto – che continuo a ritenere la costituzione di una "super-Provincia" (formata da Brindisi, Taranto e Lecce) la migliore soluzione possibile per tutti. Se ne renda conto anche il presidente Gabellone a cui non mancano sensibilità e capacità per comprendere quanto sia di basso profilo il rinchiudersi nell’autorevole, ma comunque abbastanza asfittico, fortino leccese”.
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