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Il ddl-anticorruzione entra in vigore oggi |
ROMA. Stop ai condannati seduti sugli scranni del Parlamento.
E' questo uno dei punti qualificanti del nuovo Ddl anti-corruzione che ieri ha ricevuto la fiducia dell'aula della Camera e questa mattina verra' definitivamente approvato da Montecitorio, dopo l'esame di alcuni ordini del giorno. Con una delega al governo, da varare entro un anno dall'entrata in vigore della legge, verra' stabilita l'incandidabilita' per tutti gli incarichi elettivi (alla Camera, al Senato, sul territorio e all'Europarlamento) e di governo. Saranno incandidabili i condannati in via definitiva per reati gravi come quelli di mafia e quelli contro la pubblica amministrazione (concussione, corruzione, etc.). Per gli altri reati l'incandidabilita' ha come riferimento le condanne oltre i tre anni.
C'e' poi una stretta decisa ai magistrati fuori ruolo, il via libera all'Autorita' nazionale anticorruzione, che sostituisce la Civit (Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrita' delle amministrazioni pubbliche), la modifica dei reati di concussione e corruzione, con l'introduzione di nuove fattispacie di reato come il traffico di influenze illecite e la corruzione tra privati, c'e' piu' trasparenza su incarichi e pubblici appalti. Insomma la lista delle novita' introdotte con il ddl anticorruzione e' lunga e rappresenta sicuramente un salto di qualita' per il nostro Paese.
Nel capitolo corruzione e concussione si introducono le fattispecie di traffico di influenze illecite (punito con il carcere da 1 a 3 anni) previste per chi sfrutta le sue relazioni con il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio per farsi dare o promettere denaro o altro vantaggio patrimoniale quale contropartita della mediazione illecita o per remunerare il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio. La corruzione tra privati e' punita con il carcere da 1 a 3 anni e riguarda i vertici di societa' che compiendo o omettendo obblighi connessi ai propri obblighi, arrecano danno alla societa' stessa. E' prevista la procedibilita' per querela dell'offeso 'salvo che dal fatto derivi una distorsione della concorrenza nell'acquisizione di beni o servizi', quando si procede d'ufficio.
I reati contro la pubblica amministrazione vedono una riformulazione delle pene: per il peculato quella minima passa da 3 a 4 anni; per la concussione, che ora si puo' riferire solo al pubblico ufficiale che costringe a dare o a promettere, dai 4 ai 6 anni (mentre la massima sale a 12). La corruzione per l'esercizio della funzione da parte del pubblico ufficiale che prende o riceve denaro o altra utilita' prevde una pena da 1 a 5 anni. Aumentano le pene per la corruzione in atti giudiziari (da 3-8 a 4-10 anni), per la corruzione propria (da 2-5 a 4-8), per l'abuso d'ufficio (da 6 mesi-3 anni a 1-4 anni). L'induzione indebita a dare o promettere utilita' ricalca la concussione per induzione, con una riduzione di pena rispetto all'attuale concussione (3-8 anni rispetto ai 4-12 attuali) ma viene coinvolto anche il privato.
Sempre in tema di Pubblica amministrazione la norma stabilisce il divieto per tutti i dipendenti pubblici di chiedere o accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilita', in connessione con l'espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati, fatti salvi i regali d'uso, purche' di modico valore e nei limiti delle normali relazioni.
Si stabilisce poi la trasparenza delle attribuzioni affidate a esterni per le posizioni dirigenziali, nella pubblica amministrazione (quelli scelti cioe' non attraverso un concorso). Si impone alle amministrazioni pubbliche di comunicare al dipartimento della Funzione pubblica tutti i dati (compresi curricula e titoli) sui dirigenti individuati discrezionalmente dall'organo di indirizzo politico senza procedure pubbliche di selezione. Le informazioni fornite saranno trasmesse alla Autorita' nazionale anticorruzione.
C'e' anche il codice di comportamento per i dipendenti della pubblica amministrazione. Per chi non lo rispetta scatteranno sanzioni fino al licenziamento per i casi di violazioni piu' gravi. La norma stabilisce che chi reca danni patrimoniali alla P.A., violando le regole di comportamento, paghera' di tasca propria.
La nuova Authority anticorruzione avra' poteri ispettivi e sanzionatori e approvera' il piano nazionale anticorruzione predisposto dal dipartimento della Funzione pubblica.
L'autorita', tra le altre cose, esercita la vigilanza e il controllo sull'effettiva applicazione e sull'efficacia delle misure adottate dalle pubbliche amministrazioni sul rispetto delle regole sulla trasparenza dell'attivita' amministrativa.