TARANTO. Si e' difeso su tutta la linea Girolamo Archina', 66 anni, l'ex responsabile delle pubbliche relazioni esterne dell'Ilva di Taranto, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Patrizia Todisco, ai pm della Procura e ai suoi difensori, iniziato intorno alle 16,30 di oggi e terminato verso le 20,30 nel carcere di Taranto dove si trova da lunedi' mattina nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte pressioni che sarebbero state fatte dal gruppo Riva e da alcuni suoi dipendenti per ottenere autorizzazioni ambientali favorevoli e ammorbidire controlli.
Archina', accusato tra le altre cose di corruzione in atti giudiziari, ha respinto tutti gli addebiti, in particolare il presunto passaggio di denaro che sarebbe stato, secondo l'accusa, da lui consegnato a Lorenzo Liberti, professore universitario, ex consulente tecnico d'ufficio della Procura jonica, il 26 marzo del 2010 in una stazione di servizio di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, immortalato dalle telecamere del circuito chiuso di videosorveglianza dell'area.
Quella busta, secondo quanto spiegato oggi, avrebbe contenuto documenti e non soldi. Il denaro, come si dedurrebbe dalla documentazione contabile dell'azienda prodotta oggi dai legali e relativa al periodo tra il 2007 e il 2012, consegnati dall'Ilva ad Archina', sarebbero serviti per una donazione alla Curia vescovile come, e' questa la tesi della difesa, avveniva ogni anno a Pasqua per una cifra di 10 mila euro. Somme che risultano dai bilanci della societa'. (Adnkronos.it)
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