TARANTO. "Non siamo per nulla d'accordo a discutere di cassa integrazione in questo particolare momento della storia dell'Ilva". Lo dice il segretario generale della Fim Cisl di Taranto, Mimmo Panarelli, commentando la comunicazione data dei vertici dell'azienda siderurgica questo pomeriggio ai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil circa l'apertura della procedura di cassa integrazione ordinaria.
"Non c'e' discussione che tenga -aggiunge Panarelli - poiche' l'Ilva, ancora oggi, non ha reso nota la propria volonta' circa il piano di investimento per la messa a norma degli impianti". Nelle parole del segretario della Fim c'e' un chiaro riferimento alle prescrizioni date dalla magistratura tarantina e all'Autorizzazione integrata ambientale, questioni sulle quali l'Ilva non ha ancora dato risposte convincenti.
"Ogni iniziativa di ricorso agli ammortizzatori sociali potra' essere discussa solo dopo che l'azienda avra' chiarito la sua posizione rispetto all'Aia, quindi al piano di investimento", prosegue. Nel corso dell'incontro pomeridiano con i sindacati l'Ilva ha comunicato l'apertura della procedura per la cassa integrazione ordinaria, a partire dal 19 novembre, per 2000 lavoratori. Gli impianti interessati risultano Tul 1-2 (tubificio longitudinale), Riv (rivestimenti), Tla (treno lamiere), Tna1 (treno nastri uno), Officine, Servizi e Laf (laminatoio a freddo).
"In passato non ci siamo mai sottratti da alcuna discussione rispetto all'andamento del mercato e quindi alla tenuta produttiva dello stabilimento - spiega Panarelli - non intendiamo sottrarci nemmeno ora, ma apriremo il confronto con l'azienda solo dopo aver chiarito le questioni ambientali. Esigiamo - ribadisce - risposte sull'accettazione dell'Aia e sul piano di investimento".
La richiesta di cassa integrazione non ha alcuna attinenza con lo sciopero degli ultimi giorni del Mof (movimento ferroviario), che ha creato disagi ad alcuni reparti. "L'azienda lo ha precisato - chiarisce - i disagi non c'entrano nulla, tant'e' che il Tna1, reparto collegato al Mof, non sarebbe interessato da subito dalla cig, ma partirebbe soltanto alla fine dell'anno. E' una richiesta - conclude Panarelli - che nasce da problemi di mercato".
"Non c'e' discussione che tenga -aggiunge Panarelli - poiche' l'Ilva, ancora oggi, non ha reso nota la propria volonta' circa il piano di investimento per la messa a norma degli impianti". Nelle parole del segretario della Fim c'e' un chiaro riferimento alle prescrizioni date dalla magistratura tarantina e all'Autorizzazione integrata ambientale, questioni sulle quali l'Ilva non ha ancora dato risposte convincenti.
"Ogni iniziativa di ricorso agli ammortizzatori sociali potra' essere discussa solo dopo che l'azienda avra' chiarito la sua posizione rispetto all'Aia, quindi al piano di investimento", prosegue. Nel corso dell'incontro pomeridiano con i sindacati l'Ilva ha comunicato l'apertura della procedura per la cassa integrazione ordinaria, a partire dal 19 novembre, per 2000 lavoratori. Gli impianti interessati risultano Tul 1-2 (tubificio longitudinale), Riv (rivestimenti), Tla (treno lamiere), Tna1 (treno nastri uno), Officine, Servizi e Laf (laminatoio a freddo).
"In passato non ci siamo mai sottratti da alcuna discussione rispetto all'andamento del mercato e quindi alla tenuta produttiva dello stabilimento - spiega Panarelli - non intendiamo sottrarci nemmeno ora, ma apriremo il confronto con l'azienda solo dopo aver chiarito le questioni ambientali. Esigiamo - ribadisce - risposte sull'accettazione dell'Aia e sul piano di investimento".
La richiesta di cassa integrazione non ha alcuna attinenza con lo sciopero degli ultimi giorni del Mof (movimento ferroviario), che ha creato disagi ad alcuni reparti. "L'azienda lo ha precisato - chiarisce - i disagi non c'entrano nulla, tant'e' che il Tna1, reparto collegato al Mof, non sarebbe interessato da subito dalla cig, ma partirebbe soltanto alla fine dell'anno. E' una richiesta - conclude Panarelli - che nasce da problemi di mercato".