Pdl: Gaetano Quagliariello intervistato dal Gdp, "Si rottamano le cose non gli uomini"

Il sen. Gaetano Quaglariello, vicepresidente vicario del gruppo Pdl al Senato e presidente della Fondazione Magna Carta
Nella giornata di ieri si è svolto a Matera un importante incontro organizzato dai circoli di Nuova Italia. Il dibattito, dal titolo “Nuova Basilicata in una Nuova Italia, Nuovo Meridionalismo, Infrastrutture-Agricoltura-Turismo-Industria-Energia e … la Politica?”, ha visto la presenza dei coordinatori regionali e provinciali  del Pdl, Viceconte e Latronico, insieme con l’on. Alfredo Mantovano e il Senatore Gaetano Quagliariello.

Durante l'incontro siamo riusciti a fare qualche domanda in esclusiva per il Giornale di Puglia al sen. Gaetano Quagliariello, Vicepresidente Vicario del gruppo Pdl a Palazzo Madama e presidente della prestigiosa Fondazione Magna Carta.

D: Senatore Quagliariello, considerato il suo ruolo di presidente onorario della scuola di formazione politica Magna Carta, come vede l’inserimento dei giovani nell’attuale panorama politico?

Gaetano Quagliariello: “Vedo l’intervento dei giovani nella politica come una necessità: la politica si deve rinnovare, il rinnovamento non è soltanto un fatto anagrafico, ma è anche un fatto anagrafico. Ci sono tanti giovani che in politica hanno fatto male, non è un caso che alcuni degli ultimi scandali vedono coinvolti dei giovani. Allora, qual è il problema? Il problema è che se noi vogliamo cambiare e vogliamo voltare pagina servono i giovani e servono competenze. I giovani si devono preparare, comprendendo che la politica è un aspetto fondamentale della loro formazione. Non è una cosa inutile, sia che decidano di dedicarsi alla vita politica sia che decidano di fare altro , ovunque in tutte le attività umane c’è una componente politica. Questo è il modo con il quale si costruisce una nuova classe dirigente, non una classe dirigente di professionisti della politica, perché possono fare questo lavoro come ne possono fare anche altri”.

D: Senatore, le primarie rappresentano una svolta storica per il Pdl. Secondo la sua opinione come potrebbero conciliarsi con il leaderismo di Silvio Berlusconi?

Quagliariello: “Le primarie presuppongono che il ruolo di Silvio Berlusconi cambi. Non è un caso, si è detto, che se il candidato è Silvio Berlusconi non si fanno le primarie, perché un leader carismatico come lui non ha bisogno di una legittimazione “popolare”; il rapporto con il popolo è un rapporto immediato, così come è stato fino ad ora. Berlusconi ha “federato” il centrodestra; oggi, secondo me, ha un ruolo differente, ha ancora il ruolo di chi ha delle grandi intuizioni, di chi ha ancora muscoli e cervello per poter dare dei contributi. Il partito si deve “sedimentare”, poiché non esistono personaggi carismatici che possano sostituire Silvio Berlusconi; è assolutamente giusto che questa sedimentazione e questa legittimazione venga dalla capacità di parlare, di tornare a parlare con la società civile. Le primarie vanno bene se non si trasformano in un congresso di partito ma sono uno strumento per tornare a parlare all’esterno”.

D: Senatore, ancora un’ultima domanda: sente anche lei l’esigenza di una rottamazione della politica così come presentata dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi?

Quagliariello: “No, perché quella è una rottamazione automatica, che sfocia per forza in una ingiustizia. La giovinezza in politica non è data soltanto dall’età anagrafica scritta sulla carta d’identità, ci sono tanti giovani che entrano in politica già vecchi e ci sono anche dei vecchi che riescono a preservarsi giovani fino alla fine: se ne potrebbero fare tanti di esempi nella storia d’Italia, di un tipo e dell’altro. Quindi, se si chiede un rinnovamento dei partiti, un rinnovamento della politica, un rinnovamento della classe dirigente, questo è assolutamente legittimo e anzi è necessario. Parlare invece di rottamazione solo sulla base di un dato anagrafico, questo è insufficiente e ingiusto. Si rottamano le cose non si rottamano gli uomini.

(Desirèe Montesano)

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