Ilva: Fiom Cgil, azienda presenti subito piano industriale e finanziario
TARANTO. "Chiederemo da subito, con specifico incontro sindacale, che l'Ilva presenti il Piano industriale e il Piano Finanziario degli Investimenti, senza dei quali saremmo punto e a capo. Non si deve permettere che tutto continui disinvoltamente come prima, che si continui a inquinare e ad alimentare il disastro ambientale e sanitario in atto da tempo, che i lavoratori dell'Ilva debbano lavoratore senza garanzie per la loro salute". Lo assicura Donato Stefanelli, segretario generale della Fiom Cgil di Taranto.
"Il decreto Legge varato dal Governo sull'emergenza Ilva - spiega - produce alcuni fatti e definisce un percorso di intenzioni. Il fatto principale e' quello di riaffidare a Ilva la gestione dello stabilimento e di assicurare la continuita' della produzione. Se nell'immediato questo fornisce una risposta al problema occupazionale, allo stesso tempo affida il risanamento ambientale all'applicazione dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale. Quest'ultima per essere credibile, nella sua concreta attuazione - sottolinea Stefanelli - richiede ingenti risorse finanziarie nell'ordine di 4 miliardi rispetto ai quali l'unico impegno dell'Ilva e' quello dei 400 milioni annunciato nei mesi scorsi".
L'Ilva deve, quindi, dire "se ci mette i soldi richiesti, se ha l'autonomia finanziaria per farlo e, in caso contrario, dove intende reperire le risorse. In assenza di queste certezze in tempi ravvicinati da parte aziendale - rileva Stefanelli - si porrebbe gia' l'esigenza di attuare quel che il decreto preannuncia in termini di Amministrazione Straordinaria".
"Il governo nomini immediatamente l'autorita' garante - chiede ancora il sindacalista - attingendo alle migliori competenze scientifiche, gestionali e giuridiche. Consideriamo fondamentale che questa autorita' si confronti permanentemente con le organizzazioni sindacali e con le rappresentanze dei lavoratori poiche', piu' che mai in questa fase, occorre un controllo dal basso".
"Il Governo dialoghi con la magistratura, ne rispetti le prerogative, trovi le forme attraverso le quali l'autorita' giudiziaria possa continuare, in questa fase, nel fondamentale compito a tutela della legalita', della salute per la citta' e del lavoro salubre e in sicurezza nello stabilimento. Solo cosi' si potra' evitare che si torni alla contrapposizione fra citta' e fabbrica, fra lavoro e salute", conclude.
"Il decreto Legge varato dal Governo sull'emergenza Ilva - spiega - produce alcuni fatti e definisce un percorso di intenzioni. Il fatto principale e' quello di riaffidare a Ilva la gestione dello stabilimento e di assicurare la continuita' della produzione. Se nell'immediato questo fornisce una risposta al problema occupazionale, allo stesso tempo affida il risanamento ambientale all'applicazione dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale. Quest'ultima per essere credibile, nella sua concreta attuazione - sottolinea Stefanelli - richiede ingenti risorse finanziarie nell'ordine di 4 miliardi rispetto ai quali l'unico impegno dell'Ilva e' quello dei 400 milioni annunciato nei mesi scorsi".
L'Ilva deve, quindi, dire "se ci mette i soldi richiesti, se ha l'autonomia finanziaria per farlo e, in caso contrario, dove intende reperire le risorse. In assenza di queste certezze in tempi ravvicinati da parte aziendale - rileva Stefanelli - si porrebbe gia' l'esigenza di attuare quel che il decreto preannuncia in termini di Amministrazione Straordinaria".
"Il governo nomini immediatamente l'autorita' garante - chiede ancora il sindacalista - attingendo alle migliori competenze scientifiche, gestionali e giuridiche. Consideriamo fondamentale che questa autorita' si confronti permanentemente con le organizzazioni sindacali e con le rappresentanze dei lavoratori poiche', piu' che mai in questa fase, occorre un controllo dal basso".
"Il Governo dialoghi con la magistratura, ne rispetti le prerogative, trovi le forme attraverso le quali l'autorita' giudiziaria possa continuare, in questa fase, nel fondamentale compito a tutela della legalita', della salute per la citta' e del lavoro salubre e in sicurezza nello stabilimento. Solo cosi' si potra' evitare che si torni alla contrapposizione fra citta' e fabbrica, fra lavoro e salute", conclude.