TARANTO. "In soccorso dell'azienda e' sceso anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, firmando un decreto sull'Ilva di Taranto che da' al potere esecutivo una preminenza su quello giudiziario. E' uno dei piu' gravi tentativi di violazione della Costituzione mai avvenuti in Italia e va respinto perche' i poteri dello Stato devono rimanere indipendenti e non va consentito che il governo blocchi la magistratura". Lo sottolinea il presidente dell'associazione Peacelink, Alessandro Marescotti.
"La situazione - prosegue - e' resa ancora piu' grave in quanto nel decreto le ragioni economiche dell'azienda acquisiscono priorita' sul diritto alla vita e alla salute dei cittadini, mentre la Costituzione Italiana subordina le ragioni dell'economia alla difesa della salute e della vita, ritenendo tali diritti inalienabili e incomprimibili. Tuttavia la partita non e' persa - assicura Marescotti - e puo' riservare grosse sorprese in quanto la Procura potrebbe sollevare il conflitto di attribuzione fra i poteri dello Stato, ossia fra governo e magistratura. In tal caso la questione passerebbe all'esame della Corte Costituzionale".
"E' un procedimento lungo che durerebbe mesi, nei quali tuttavia gli impianti - precisa - non verrebbero dissequestrati. Infatti il conflitto di attribuzione nel frattempo 'congelerebbe' il procedimento in corso nello stato attuale, ossia mantenendo l'ordinanza che impone il sequestro senza facolta' d'uso degli impianti ritenuti 'pericolosi' dalle perizie commissionate dalla Procura. Se la Procura decidera' di sollevare il conflitto di attribuzione, il Decreto del governo avra' fallito nel suo intento immediato, ossia di restituire all'azienda la piena disponibilita' degli impianti per produrre come prima".
"Passerebbero mesi e la Procura avrebbe il tempo per lanciare l'affondo finale - sostiene Marescotti - facendo rispettare appieno il principio della 'non facolta' d'uso' e bloccando le emissioni cancerogene e nocive con lo spegnimento degli impianti inquinanti. Ormai e' un braccio di ferro e noi sappiamo da che parte stare. Dall'altra parte ci sono coloro che sono stati intercettati e indagati. E' ormai una questione morale, oltre che ambientale - dice - e chiediamo a tutti gli italiani che hanno a cuore la difesa della Costituzione di sostenere la Procura di Taranto, che in questo momento rappresenta lo Stato di diritto, la Costituzione e l'ultimo baluardo a difesa della salute e della vita dei cittadini".
"Chiamiamo a raccolta tutti i comitati in difesa della Costituzione e della legalita', tutti i comitati che si battono per l'ambiente e la salute in Italia - aggiunge - Difendere la Procura della Repubblica di Taranto e' oggi fondamentale per tutta la nazione". Domani a Taranto si terra' per l'intera giornata un sit-in sotto la Prefettura e i cittadini scenderanno in strada con la Costituzione in mano. Il 15 dicembre si terra' una manifestazione "a cui e' importante che partecipino i comitati di cittadini da ogni parte d'Italia". "Taranto e' oggi il cuore dello stato di diritto, il luogo simbolo dove far vivere lo spirito e la lettera della nostra Costituzione", conclude.
"La situazione - prosegue - e' resa ancora piu' grave in quanto nel decreto le ragioni economiche dell'azienda acquisiscono priorita' sul diritto alla vita e alla salute dei cittadini, mentre la Costituzione Italiana subordina le ragioni dell'economia alla difesa della salute e della vita, ritenendo tali diritti inalienabili e incomprimibili. Tuttavia la partita non e' persa - assicura Marescotti - e puo' riservare grosse sorprese in quanto la Procura potrebbe sollevare il conflitto di attribuzione fra i poteri dello Stato, ossia fra governo e magistratura. In tal caso la questione passerebbe all'esame della Corte Costituzionale".
"E' un procedimento lungo che durerebbe mesi, nei quali tuttavia gli impianti - precisa - non verrebbero dissequestrati. Infatti il conflitto di attribuzione nel frattempo 'congelerebbe' il procedimento in corso nello stato attuale, ossia mantenendo l'ordinanza che impone il sequestro senza facolta' d'uso degli impianti ritenuti 'pericolosi' dalle perizie commissionate dalla Procura. Se la Procura decidera' di sollevare il conflitto di attribuzione, il Decreto del governo avra' fallito nel suo intento immediato, ossia di restituire all'azienda la piena disponibilita' degli impianti per produrre come prima".
"Passerebbero mesi e la Procura avrebbe il tempo per lanciare l'affondo finale - sostiene Marescotti - facendo rispettare appieno il principio della 'non facolta' d'uso' e bloccando le emissioni cancerogene e nocive con lo spegnimento degli impianti inquinanti. Ormai e' un braccio di ferro e noi sappiamo da che parte stare. Dall'altra parte ci sono coloro che sono stati intercettati e indagati. E' ormai una questione morale, oltre che ambientale - dice - e chiediamo a tutti gli italiani che hanno a cuore la difesa della Costituzione di sostenere la Procura di Taranto, che in questo momento rappresenta lo Stato di diritto, la Costituzione e l'ultimo baluardo a difesa della salute e della vita dei cittadini".
"Chiamiamo a raccolta tutti i comitati in difesa della Costituzione e della legalita', tutti i comitati che si battono per l'ambiente e la salute in Italia - aggiunge - Difendere la Procura della Repubblica di Taranto e' oggi fondamentale per tutta la nazione". Domani a Taranto si terra' per l'intera giornata un sit-in sotto la Prefettura e i cittadini scenderanno in strada con la Costituzione in mano. Il 15 dicembre si terra' una manifestazione "a cui e' importante che partecipino i comitati di cittadini da ogni parte d'Italia". "Taranto e' oggi il cuore dello stato di diritto, il luogo simbolo dove far vivere lo spirito e la lettera della nostra Costituzione", conclude.