TARANTO. In una lettera aperta a Beppe Grillo, il presidente dell'associazione ambientalista Peacelink, Alessandro Marescotti, si dice "molto sorpreso" dell'intervento del comico sull'Ilva di Taranto, intitolato 'Ilva in tre mosse'. In particolare per la proposta numero due 'Riprendere la produzione di acciaio dopo la bonifica', Marescotti sottolinea che "formule cosi' banali sono solo fumo negli occhi" poiche' il leader del Movmento Cinque Stelle confonderebbe "le bonifiche con la messa a norma degli impianti".
"Non basta solo risarcire", sostiene Marescotti che poi afferma che "occorrerebbe, prima di lanciare soluzioni a mio parere semplicistiche, confrontarsi con la societa' civile tarantina e i movimenti che da tempo hanno elaborato un'altra piattaforma per superare definitivamente a Taranto l'economia dell'acciaio e dei veleni".
Anche sulla proposta di nazionalizzazione, nel caso la famiglia Riva si defilasse soprattutto economicamente, Marescotti sostiene che questo "e' inutilmente oneroso per lo Stato. Con questo tuo intervento dai fiato a chi illude la popolazione e i lavoratori che possa esserci un futuro pulito per uno stabilimento che, bada bene, non ha piu' futuro sul mercato globalizzato e non e' intrinsecamente ecosostenibile perche' malato di gigantismo e viziato da difetti strutturali di origine. Con questo intervento, forse non lo sai, sconfessi lo stesso Movimento 5 Stelle locale".
- Secondo Peacelink "l'area a caldo, lo dimostra l'esperienza di Genova, e' incompatibile con la presenza di un centro abitato a poca distanza. Sono proprio autorevoli studi scientifici e le stesse perizie della magistratura che rendono quanto mai azzardato sostenere una proposta di 'ritorno all'acciaio' come la tua. Non e' tecnicamente fattibile e non ci sono i margini economici per fare una simile operazione. L'area a caldo viene chiusa ovunque nel mondo civile se essa e' accanto alle case. Persino a Pechino in occasione delle Olimpiadi hanno fatto sloggiare le accaierie che producevano, come a Taranto, a ridosso del centro abitato".
Per Marescotti "negli anni del boom economico, e non solo a Taranto, si sono fatte scelte assurde che oggi vanno radicalmente riviste. Nazionalizzare non basta e non serve. Un errore rimane un errore, anche se nazionalizzi. Ti chiedo di rivedere la tua posizione e di non confondere il risanamento degli impianti con le bonifiche, le quali riguardano non gli impianti ma i terreni e la falda".
"Le bonifiche del suolo, e non mi sembra di coglierlo nel tuo intervento - sottolinea Marescotti - sono sono la vera 'grande opera' su cui concentrare le priorita' e l'attenzione per la rinascita di Taranto, imitando la virtuosa esperienza della bonifica della Ruhr, un bacino che e' rinato grazie al turismo, alla cultura e a un'intelligente decontaminazione dei suoli e riqualificazione paesaggistico-ambientale. A te, di cui apprezzo lo slancio sincero, e al tuo movimento chiedo di sostenere la nostra lotta per dare a Taranto un futuro completamente diverso, senza ciminiere e senza veleni, bonificando ambientalmente e moralmente una citta' martoriata dai veleni e dalla malapolitica. Questo non e' il momento di proporre dall'alto soluzioni di poche righe, scritte male e in fretta", dice Marescotti.
"Questo e' il momento di lanciare una grande campagna nazionale - sostiene Marescotti - perche' il decreto Monti-Clini-Napolitano sull'Ilva di Taranto non venga convertito in legge in quanto intende fermare non solo la Procura di Taranto ma tutte le procure d'Italia che indagano sui disastri ambientali e possono porre sotto sequestro impianti pericolosi per la salute pubblica".
"Questo - evidenzia Marescotti - e' il momento di difendere la Costituzione violata e di sostenere tutti i comitati italiani che si battono per la salute e le loro citta'. Un decreto che tolga alla magistratura il potere di sequestrare e bloccate impianti cancerogeni e velenosi e' li', in Parlamento. Va bloccato. Subito. In nome del diritto alla vita e alla salute".
"In nome delle speranze e delle proposte dell'Italia pulita, moralmente pulita. Caro Beppe Grillo, agiamo adesso - conclude il presidente di Peacelink - e uniamoci in nome dei comuni sentimenti che animano l'Italia migliore, quella non intercettata, non intrallazzata e non rassegnata".
"Non basta solo risarcire", sostiene Marescotti che poi afferma che "occorrerebbe, prima di lanciare soluzioni a mio parere semplicistiche, confrontarsi con la societa' civile tarantina e i movimenti che da tempo hanno elaborato un'altra piattaforma per superare definitivamente a Taranto l'economia dell'acciaio e dei veleni".
Anche sulla proposta di nazionalizzazione, nel caso la famiglia Riva si defilasse soprattutto economicamente, Marescotti sostiene che questo "e' inutilmente oneroso per lo Stato. Con questo tuo intervento dai fiato a chi illude la popolazione e i lavoratori che possa esserci un futuro pulito per uno stabilimento che, bada bene, non ha piu' futuro sul mercato globalizzato e non e' intrinsecamente ecosostenibile perche' malato di gigantismo e viziato da difetti strutturali di origine. Con questo intervento, forse non lo sai, sconfessi lo stesso Movimento 5 Stelle locale".
- Secondo Peacelink "l'area a caldo, lo dimostra l'esperienza di Genova, e' incompatibile con la presenza di un centro abitato a poca distanza. Sono proprio autorevoli studi scientifici e le stesse perizie della magistratura che rendono quanto mai azzardato sostenere una proposta di 'ritorno all'acciaio' come la tua. Non e' tecnicamente fattibile e non ci sono i margini economici per fare una simile operazione. L'area a caldo viene chiusa ovunque nel mondo civile se essa e' accanto alle case. Persino a Pechino in occasione delle Olimpiadi hanno fatto sloggiare le accaierie che producevano, come a Taranto, a ridosso del centro abitato".
Per Marescotti "negli anni del boom economico, e non solo a Taranto, si sono fatte scelte assurde che oggi vanno radicalmente riviste. Nazionalizzare non basta e non serve. Un errore rimane un errore, anche se nazionalizzi. Ti chiedo di rivedere la tua posizione e di non confondere il risanamento degli impianti con le bonifiche, le quali riguardano non gli impianti ma i terreni e la falda".
"Le bonifiche del suolo, e non mi sembra di coglierlo nel tuo intervento - sottolinea Marescotti - sono sono la vera 'grande opera' su cui concentrare le priorita' e l'attenzione per la rinascita di Taranto, imitando la virtuosa esperienza della bonifica della Ruhr, un bacino che e' rinato grazie al turismo, alla cultura e a un'intelligente decontaminazione dei suoli e riqualificazione paesaggistico-ambientale. A te, di cui apprezzo lo slancio sincero, e al tuo movimento chiedo di sostenere la nostra lotta per dare a Taranto un futuro completamente diverso, senza ciminiere e senza veleni, bonificando ambientalmente e moralmente una citta' martoriata dai veleni e dalla malapolitica. Questo non e' il momento di proporre dall'alto soluzioni di poche righe, scritte male e in fretta", dice Marescotti.
"Questo e' il momento di lanciare una grande campagna nazionale - sostiene Marescotti - perche' il decreto Monti-Clini-Napolitano sull'Ilva di Taranto non venga convertito in legge in quanto intende fermare non solo la Procura di Taranto ma tutte le procure d'Italia che indagano sui disastri ambientali e possono porre sotto sequestro impianti pericolosi per la salute pubblica".
"Questo - evidenzia Marescotti - e' il momento di difendere la Costituzione violata e di sostenere tutti i comitati italiani che si battono per la salute e le loro citta'. Un decreto che tolga alla magistratura il potere di sequestrare e bloccate impianti cancerogeni e velenosi e' li', in Parlamento. Va bloccato. Subito. In nome del diritto alla vita e alla salute".
"In nome delle speranze e delle proposte dell'Italia pulita, moralmente pulita. Caro Beppe Grillo, agiamo adesso - conclude il presidente di Peacelink - e uniamoci in nome dei comuni sentimenti che animano l'Italia migliore, quella non intercettata, non intrallazzata e non rassegnata".