TARANTO. Il tribunale del riesame di Taranto ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Girolamo Archina', ex responsabile delle pubbliche relazioni dell'azienda siderurgica Ilva, e di Lorenzo Liberti, professore universitario, ex consulente tecnico d'ufficio della Procura della Repubblica del capoluogo ionico. Archina' si trova detenuto dallo scorso 26 novembre nell'ambito dell'ultima inchiesta riguardante lo stabilimento mentre Liberti e' agli arresti domiciliari.
+ Ilva: da stop gip drammatiche conseguenze per azienda
Archina' e' accusato, tra le altre cose, di associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati ambientali, concorso in corruzione in atti giudiziari e falso; Liberti deve rispondere di concorso in corruzione in atti giudiziari e falso.
Il collegio che ha rigettato le istanze e' formato da Incalza, Ruberto e Di Todaro. L'episodio che vede coinvolti entrambi e' quello relativo al presunto passaggio di denaro che sarebbe avvenuto tra i due in una stazione di servizio dell'autostrada nei pressi di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, il 26 marzo del 2010. La scena venne immortalata dalle telecamere del circuito di videosorveglianza dell'area di servizio. Sia Archina' che Liberti negano che ci sia stato un passaggio di denaro.
Intanto stamane si stanno discutendo davanti ad un altro collegio del Tribunale del Riesame i ricorsi presentati da Emilio Riva, patron dell'azienda, sottoposto agli arresti domiciliari il 26 novembre, nell'ambito della stessa inchiesta, e di Luigi Capogrosso, ex direttore tecnico dello stabilimento.
E' atteso, inoltre, il pronunciamento del gip Patrizia Todisco sulla richiesta avanzata dai legali dell'azienda di dissequestro dei prodotti finiti, depositati sulle banchine del porto industriale e sottoposti a sequestro sempre il 26 novembre poiche', secondo la Procura, sono il frutto di un'attivita' criminosa in quanto sono il risultato dell'attivita' produttiva effettuata a partire dal 26 luglio ad opera degli impianti dell'area a caldo che in quella data furono sequestrati. (Adnkronos)
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Archina' e' accusato, tra le altre cose, di associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati ambientali, concorso in corruzione in atti giudiziari e falso; Liberti deve rispondere di concorso in corruzione in atti giudiziari e falso.
Il collegio che ha rigettato le istanze e' formato da Incalza, Ruberto e Di Todaro. L'episodio che vede coinvolti entrambi e' quello relativo al presunto passaggio di denaro che sarebbe avvenuto tra i due in una stazione di servizio dell'autostrada nei pressi di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, il 26 marzo del 2010. La scena venne immortalata dalle telecamere del circuito di videosorveglianza dell'area di servizio. Sia Archina' che Liberti negano che ci sia stato un passaggio di denaro.
Intanto stamane si stanno discutendo davanti ad un altro collegio del Tribunale del Riesame i ricorsi presentati da Emilio Riva, patron dell'azienda, sottoposto agli arresti domiciliari il 26 novembre, nell'ambito della stessa inchiesta, e di Luigi Capogrosso, ex direttore tecnico dello stabilimento.
E' atteso, inoltre, il pronunciamento del gip Patrizia Todisco sulla richiesta avanzata dai legali dell'azienda di dissequestro dei prodotti finiti, depositati sulle banchine del porto industriale e sottoposti a sequestro sempre il 26 novembre poiche', secondo la Procura, sono il frutto di un'attivita' criminosa in quanto sono il risultato dell'attivita' produttiva effettuata a partire dal 26 luglio ad opera degli impianti dell'area a caldo che in quella data furono sequestrati. (Adnkronos)