Frammenti di... Giuditta Abatescianni. Intervista all’Autrice di “Frammenti di cuore“ (WIP Edizioni)
a cura di Luigi Bramato. “Frammenti di cuore. Poesie racconti e … riflessioni in libertà” ovvero l’ultimo lavoro di Giuditta Abatescianni pubblicato per la WIP Edizioni di Bari. Un libro intenso e, insieme, dolcissimo che rivela le vicende di una umanità prima lacerata, poi sconfitta e infine risorta dalle ceneri di una esistenza violenta e meschina. Al di là di ogni tabù e di ogni ‘comune senso del pudore’ come rivela ai nostri microfoni l’Autrice nell’intervista che riportiamo di seguito.
Come nasce questo libro?
La scrittura è una passione che coltivo fin dall’adolescenza, considerandola una sorta di esercizio terapeutico. Oggi penso e sono convinta che tutto quanto scaturisca dalla penna del cuore e che non debba rimanere chiuso in un cassetto ma condiviso, soprattutto per lasciare traccia di sé. Di qui la voglia di una pubblicazione suddivisa in tre sezioni: poesie, racconti e riflessioni in libertà.
Prostituzione, pedofilia, omosessualità: esiste un confine tra cronaca e letteratura?
Non ci sono confini che separano la cruda realtà dalla letteratura, e questo fin dai tempi più remoti. Per quanto scabrosi, irriverenti e improbabili possano sembrare alcuni dei racconti descritti nel libro, posso affermare che nulla è di mera invenzione. E, proprio a volerne contrastare la crudezza, la narrazione di una storia semplice dai toni dolci e consolatori ci porta ad accarezzarci l’anima e a farci sperare o illudere che in un’altra parte dell’universo possa esistere un altro modus vivendi.
Cosa intende quando parla di ‘vera verità’?
Esattamente quanto ho appena detto. Viviamo, ahinoi, un’epoca triste e destabilizzante, un’epoca in cui si stanno perdendo quei sacri e sicuri valori che dovrebbero reggere la famiglia, la società, la popolazione, l’universo tutto. La ‘vera verità’ è ciò che non vogliamo più nascondere a noi stessi per farci meno male. Ritengo che sia un dovere affrontare la quotidianità con coraggio e determinazione e, come amo dire, uscire allo scoperto senza timore alcuno, mettendosi in discussione dapprima con se stessi.
Che tipo di accoglienza ha ricevuto il testo?
Mio marito, persona di stampo tradizionale, è stato il primo a leggere la bozza del libro e ha tentato, invano, di farmi edulcorare alcuni brani da lui ritenuti troppo “forti” e nelle descrizioni e nei contenuti. Dal momento in cui il testo è stato diffuso ho ricevuto commenti estremamente gratificanti (se ne può prendere visione sul blog “ In C@ttedra” del quotidiano la Repubblica on line, diretto dal prof. Giancarlo Visitilli che ha rilasciato la prima favorevole recensione). Poi, parenti, conoscenti, amici e amiche si sono espressi in maniera positiva, forse qualcuna ha storto il naso. Mentre, mi hanno lusingata i commenti di persone sconosciute che hanno acquistato il libro e mi hanno contattata su Facebook per farmi le congratulazioni.
Nella Prefazione lei dichiara di essersi stupita di aver potuto narrare situazioni forti, cariche di eros e pathos: qual è stato per lei il momento più difficile?
Ancora adesso quando rileggo alcuni racconti mi astraggo da me stessa e mi rendo conto di quanta fatica mi sia costato reggere l’intera tensione emotiva presente nel testo. Non so come ma sono riuscita a fermare sulla carta situazioni assai complesse, quasi le avessi vissute da protagonista! Non le nascondo che la mia condizione di nonna mi ha creato non poche difficoltà.
Su tutti, quale dei suoi racconti la rappresenta?
Senza dubbio “ Un ricordo di Natale”.
Che messaggio ha voluto trasmettere ai suoi lettori?
Non ho la presunzione di chi voglia, con i propri scritti, trasmettere messaggi. Il mio desiderio è che dalla lettura del testo possano scaturire varie opinioni che diano origine a confronti e discussioni.
Come nasce questo libro?
La scrittura è una passione che coltivo fin dall’adolescenza, considerandola una sorta di esercizio terapeutico. Oggi penso e sono convinta che tutto quanto scaturisca dalla penna del cuore e che non debba rimanere chiuso in un cassetto ma condiviso, soprattutto per lasciare traccia di sé. Di qui la voglia di una pubblicazione suddivisa in tre sezioni: poesie, racconti e riflessioni in libertà.
Prostituzione, pedofilia, omosessualità: esiste un confine tra cronaca e letteratura?
Non ci sono confini che separano la cruda realtà dalla letteratura, e questo fin dai tempi più remoti. Per quanto scabrosi, irriverenti e improbabili possano sembrare alcuni dei racconti descritti nel libro, posso affermare che nulla è di mera invenzione. E, proprio a volerne contrastare la crudezza, la narrazione di una storia semplice dai toni dolci e consolatori ci porta ad accarezzarci l’anima e a farci sperare o illudere che in un’altra parte dell’universo possa esistere un altro modus vivendi.
Cosa intende quando parla di ‘vera verità’?
Esattamente quanto ho appena detto. Viviamo, ahinoi, un’epoca triste e destabilizzante, un’epoca in cui si stanno perdendo quei sacri e sicuri valori che dovrebbero reggere la famiglia, la società, la popolazione, l’universo tutto. La ‘vera verità’ è ciò che non vogliamo più nascondere a noi stessi per farci meno male. Ritengo che sia un dovere affrontare la quotidianità con coraggio e determinazione e, come amo dire, uscire allo scoperto senza timore alcuno, mettendosi in discussione dapprima con se stessi.
Che tipo di accoglienza ha ricevuto il testo?
Mio marito, persona di stampo tradizionale, è stato il primo a leggere la bozza del libro e ha tentato, invano, di farmi edulcorare alcuni brani da lui ritenuti troppo “forti” e nelle descrizioni e nei contenuti. Dal momento in cui il testo è stato diffuso ho ricevuto commenti estremamente gratificanti (se ne può prendere visione sul blog “ In C@ttedra” del quotidiano la Repubblica on line, diretto dal prof. Giancarlo Visitilli che ha rilasciato la prima favorevole recensione). Poi, parenti, conoscenti, amici e amiche si sono espressi in maniera positiva, forse qualcuna ha storto il naso. Mentre, mi hanno lusingata i commenti di persone sconosciute che hanno acquistato il libro e mi hanno contattata su Facebook per farmi le congratulazioni.
Nella Prefazione lei dichiara di essersi stupita di aver potuto narrare situazioni forti, cariche di eros e pathos: qual è stato per lei il momento più difficile?
Ancora adesso quando rileggo alcuni racconti mi astraggo da me stessa e mi rendo conto di quanta fatica mi sia costato reggere l’intera tensione emotiva presente nel testo. Non so come ma sono riuscita a fermare sulla carta situazioni assai complesse, quasi le avessi vissute da protagonista! Non le nascondo che la mia condizione di nonna mi ha creato non poche difficoltà.
Su tutti, quale dei suoi racconti la rappresenta?
Senza dubbio “ Un ricordo di Natale”.
Che messaggio ha voluto trasmettere ai suoi lettori?
Non ho la presunzione di chi voglia, con i propri scritti, trasmettere messaggi. Il mio desiderio è che dalla lettura del testo possano scaturire varie opinioni che diano origine a confronti e discussioni.