MESTRE - Con l'aumento dell'aliquota ordinaria dell'Iva previsto da martedi' prossimo, a pagare il prezzo piu' elevato saranno le famiglie meno abbienti. Lo afferma la Cgia di Mestre. Se in termini assoluti saranno i percettori di redditi elevati a subire l'aggravio di imposta piu' pesante, la situazione si capovolge completamente se si confronta, sottolinea la Cgia, l'incidenza percentuale dell'aumento dell'Iva sullo stipendio netto annuo di un capo famiglia.
L'aumento dell'imposta pesera' di piu' sulle retribuzioni piu' basse e meno su quelle piu' elevate. Per i single l'aggravio sara' fino a 99 euro e per un lavoratore dipendente con moglie e figli a carico fino a 120 euro.
"La politica, purtroppo, ha perso una grande opportunita' - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - non essere riusciti a evitare l'aumento dell'Iva e' molto grave.
L'incremento deprimera' ancor piu' la domanda interna penalizzando soprattutto le famiglie piu' povere e quelle piu' numerose. Ma a pagare il conto saranno anche gli artigiani e i commercianti che, nella stragrande maggioranza dei casi, lavorano per il mercato domestico. Questo ritocco deprimera' ancor piu' i consumi delle famiglie che anche per l'anno in corso sono destinati a subire una contrazione del 3% circa".
Le simulazioni realizzate dalla Cgia riguardano tre tipologie famigliari (single, lavoratore dipendente con moglie e un figlio a carico, lavoratore dipendente con moglie e 2 figli a carico). Per ciascun nucleo sono stati presi in esame sette fasce retributive e si sono tenute in considerazione le detrazioni e gli assegni familiari per i figli a carico, le aliquote Irpef e le addizionali regionali e comunali medie nazionali. A seguito dell'aumento dell'aliquota Iva al 22%, si e' ipotizzata una propensione al risparmio nulla per la prima fascia di reddito, pari al 2,05% per il reddito annuo da 20.000 euro, del 4,1% per quella da 25.000 euro e dell' 8,2% per le rimanenti fasce di reddito.
L'aumento dell'imposta pesera' di piu' sulle retribuzioni piu' basse e meno su quelle piu' elevate. Per i single l'aggravio sara' fino a 99 euro e per un lavoratore dipendente con moglie e figli a carico fino a 120 euro.
"La politica, purtroppo, ha perso una grande opportunita' - dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - non essere riusciti a evitare l'aumento dell'Iva e' molto grave.
L'incremento deprimera' ancor piu' la domanda interna penalizzando soprattutto le famiglie piu' povere e quelle piu' numerose. Ma a pagare il conto saranno anche gli artigiani e i commercianti che, nella stragrande maggioranza dei casi, lavorano per il mercato domestico. Questo ritocco deprimera' ancor piu' i consumi delle famiglie che anche per l'anno in corso sono destinati a subire una contrazione del 3% circa".
Le simulazioni realizzate dalla Cgia riguardano tre tipologie famigliari (single, lavoratore dipendente con moglie e un figlio a carico, lavoratore dipendente con moglie e 2 figli a carico). Per ciascun nucleo sono stati presi in esame sette fasce retributive e si sono tenute in considerazione le detrazioni e gli assegni familiari per i figli a carico, le aliquote Irpef e le addizionali regionali e comunali medie nazionali. A seguito dell'aumento dell'aliquota Iva al 22%, si e' ipotizzata una propensione al risparmio nulla per la prima fascia di reddito, pari al 2,05% per il reddito annuo da 20.000 euro, del 4,1% per quella da 25.000 euro e dell' 8,2% per le rimanenti fasce di reddito.
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Economia