ROMA - "Accanto al fermo di Riva Acciaio, a rischio nuovamente il Gruppo Ilva. Tra vecchi e nuovi sequestri e l'interdipendenza tra i due gruppi ad oggi solo lo stabilimento di Taranto e' stato sbloccato dai provvedimenti legislativi". Lo sostiene il segretario nazionale della Fim, il sindacato dei metalmeccanici della Cisl, Marco Bentivogli. "Inoltre il sequestro e' operativo su numerose societa' controllate da Ilva", aggiunge Bentivogli che cita Sanac con unita' a Gattinara (Vercelli), Massa, Vado Ligure (Savona), Assemini (Cagliari), Innse Cilindri con sede e stabilimento a Brescia per circa 150 dipendenti, Ilva Servizi Marittimi, Taranto Energia, Ilvaform, Cilestri che ha tre piccoli magazzini a Lecco, Como e Gallarate. Al sequestro sono altresi' interessate Ilva Commerciale, Ilva Immobiliare e Immobiliare Siderurgica.
"Il sequestro - evidenzia - riguarda azioni, quote sociali, cespiti, partecipazioni e liquidita' di tutte queste societa'. Per ora il sequestro opera solo sui conti correnti, ma appare assai concreto il rischio che venga esteso ai beni immobiliari delle societa' bloccandole completamente e rendendo di fatto impossibile la prosecuzione delle stesse con danni irreparabili per Ilva stessa: basta pensare al fermo delle centrali di Taranto Energia o delle navi che trasportano il minerale per il funzionamento del sito di Taranto. In ogni caso gia' oggi - sottolinea Bentivogli - il blocco dei conti rende impossibile pagare i fornitori e, in prospettiva, i dipendenti se non ricorrendo alla disponibilita' di liquidita' di Ilva che, pero', non riuscira' a proseguire a lungo a sostenere tali esborsi non supportati da alcun incasso stante la ancor perdurante fragilita' finanziaria di Ilva stessa. Tutto questo sempre nell'auspicio che i fornitori accettino le garanzie di Ilva per i pagamenti. Bisogna assicurare la continuita' produttiva", sottolinea.
La Fim Cisl ritiene che "l'azione del Commissario Bondi stia andando nella giusta direzione, sia per quanto riguarda l'ambientalizzazione, dove c'e' stato un forte recupero dei ritardi degli interventi previsti dall'Aia, sia per il recupero di competitivita' e di mercato. Riteniamo che Governo e Magistratura si facciano carico del rispetto delle leggi affinche' si scongiurino i forti rischi occupazionali che abbiamo davanti e si consenta l'importante lavoro di ambientalizzazione e riqualificazione industriale".
"Il sequestro - evidenzia - riguarda azioni, quote sociali, cespiti, partecipazioni e liquidita' di tutte queste societa'. Per ora il sequestro opera solo sui conti correnti, ma appare assai concreto il rischio che venga esteso ai beni immobiliari delle societa' bloccandole completamente e rendendo di fatto impossibile la prosecuzione delle stesse con danni irreparabili per Ilva stessa: basta pensare al fermo delle centrali di Taranto Energia o delle navi che trasportano il minerale per il funzionamento del sito di Taranto. In ogni caso gia' oggi - sottolinea Bentivogli - il blocco dei conti rende impossibile pagare i fornitori e, in prospettiva, i dipendenti se non ricorrendo alla disponibilita' di liquidita' di Ilva che, pero', non riuscira' a proseguire a lungo a sostenere tali esborsi non supportati da alcun incasso stante la ancor perdurante fragilita' finanziaria di Ilva stessa. Tutto questo sempre nell'auspicio che i fornitori accettino le garanzie di Ilva per i pagamenti. Bisogna assicurare la continuita' produttiva", sottolinea.
La Fim Cisl ritiene che "l'azione del Commissario Bondi stia andando nella giusta direzione, sia per quanto riguarda l'ambientalizzazione, dove c'e' stato un forte recupero dei ritardi degli interventi previsti dall'Aia, sia per il recupero di competitivita' e di mercato. Riteniamo che Governo e Magistratura si facciano carico del rispetto delle leggi affinche' si scongiurino i forti rischi occupazionali che abbiamo davanti e si consenta l'importante lavoro di ambientalizzazione e riqualificazione industriale".