BARI - "Io penso che i lavoratori mai debbano sentirsi a rischio quando la magistratura cerca di illuminare quella zona d'ombra che ha consentito di convivere con la patologia e con la morte". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola a margine di un convegno sulla sicurezza nelle industrie, organizzato da Apos e Universita' di Bari, in corso alla Fiera del Levante, commentando le dichiarazioni degli operai delle aziende del gruppo Riva Acciaio che hanno detto di sentirsi tra due fuochi rappresentati il primo dalla magistratura e il secondo dall'azienda.
"Sono due fuochi che hanno un significato molto diverso -ha proseguito Vendola- il fuoco dell'azienda e' quello dei ricatti, io l'ho chiamata una 'serrata proprietaria'. Il fuoco della magistratura e' quello della ricerca della verita' su un disastro ambientale che e' stato anche una lunga sequenza di reati. Chi lavora cerca di trovare nel lavoro la ragione per sostenere la propria vita. Non e' possibile immaginare che, nell'esercizio del lavoro, devi inglobare la malattia e il rischio della morte".
"Noi -ha sottolineato Vendola- l'abbiamo conosciuta questa realta' quando bisognava tacere sull'asbestosi o sul mesotelioma pleurico, quando morire d'amianto era un fatto fisiologico. Ci siamo ribellati, ci si ribella all'idea che sia naturale bere o respirare la diossina, i furani, il benzoapirene, le polveri sottili, il pm10, il pm2,5. La gente si ribella, giustamente".
"Sono due fuochi che hanno un significato molto diverso -ha proseguito Vendola- il fuoco dell'azienda e' quello dei ricatti, io l'ho chiamata una 'serrata proprietaria'. Il fuoco della magistratura e' quello della ricerca della verita' su un disastro ambientale che e' stato anche una lunga sequenza di reati. Chi lavora cerca di trovare nel lavoro la ragione per sostenere la propria vita. Non e' possibile immaginare che, nell'esercizio del lavoro, devi inglobare la malattia e il rischio della morte".
"Noi -ha sottolineato Vendola- l'abbiamo conosciuta questa realta' quando bisognava tacere sull'asbestosi o sul mesotelioma pleurico, quando morire d'amianto era un fatto fisiologico. Ci siamo ribellati, ci si ribella all'idea che sia naturale bere o respirare la diossina, i furani, il benzoapirene, le polveri sottili, il pm10, il pm2,5. La gente si ribella, giustamente".
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