di Vittorio Polito - Mercoledì 27 novembre alle ore 18,30 presso l’Istituto delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione – Ivrea, via Gandhi, n. 2, Bari, Michele Cristallo, giornalista e direttore del periodico “Nel Mese”, introdurrà e presenterà il volume di Augusto Carbonara «U Vangele alla manere de Marche veldate alla barese» (Wip Edizioni).
Carbonara, ingegnere barese, esperto di costruzioni idrauliche, ha ricoperto per lunghi anni il ruolo di funzionario dell’Acquedotto Pugliese, ha affrontato il difficile compito di tradurre nella nostra lingua madre il Vangelo di Marco, il cui originale è datato intorno agli anni 70 d.C., dando soprattutto ai baresi la possibilità di gustare nel proprio dialetto i vari episodi della vita di Gesù.
All’incontro culturale che l’associazione “Amici Campani” ha voluto organizzare col titolo “Passaggi dal latino ai dialetti napoletani e baresi”, parteciperanno il professor Aldo Luisi che illustrerà il passaggio dal latino ai dialetti, il noto attore-regista Nicola Pignataro che leggerà alcuni brani del libro, in barese, e il regista Mario D'Angelo e l’attore Enzo Oriolo che leggeranno alcuni brani, in napoletano.
Carbonara, ingegnere barese, esperto di costruzioni idrauliche, ha ricoperto per lunghi anni il ruolo di funzionario dell’Acquedotto Pugliese, ha affrontato il difficile compito di tradurre nella nostra lingua madre il Vangelo di Marco, il cui originale è datato intorno agli anni 70 d.C., dando soprattutto ai baresi la possibilità di gustare nel proprio dialetto i vari episodi della vita di Gesù.
All’incontro culturale che l’associazione “Amici Campani” ha voluto organizzare col titolo “Passaggi dal latino ai dialetti napoletani e baresi”, parteciperanno il professor Aldo Luisi che illustrerà il passaggio dal latino ai dialetti, il noto attore-regista Nicola Pignataro che leggerà alcuni brani del libro, in barese, e il regista Mario D'Angelo e l’attore Enzo Oriolo che leggeranno alcuni brani, in napoletano.
In una lingua come il barese, nella quale si pronunciano le “e” semimute, a mio avviso è necessaria una distinzione tra le tipologie di “e” (cioè tra quelle aventi un suono indistinto [le semimute] e quelle aventi un suono per così dire “normale” [se pur con più gradazioni di pronuncia]). La mancanza di distinzione tra esse, può confondere il lettore. La corrente gioviniana, per esempio, ha l’abitudine di accentare tutte le “e” non semimute (ad eccezione della “e” congiunzione). A mio parere, il titolo più corretto del succitato libro sarebbe stato: “U Vangèle a la manère de Marche, veldate a la barèse”. In ogni caso complimenti all’autore, per l’interessante lavoro pubblicato.
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