A Campobasso la Marcia per la Pace di Pax Christi: si cammina per la fraternità
di Luigi Laguaragnella - Nella giornata di Capodanno oltre alle parole attese di papa Francesco per il primo Angelus dell’anno, a Campobasso era in piena attività la 46° Marcia per la Pace organizzata dal Movimento per la pace Pax Christi, la CEI e la Caritas. Seguendo il titolo del messaggio scritto dal papa “Fraternità, fondamento e via per la pace” circa 3000 persone hanno aderito, da tutta Italia, al consueto appuntamento annuale che quest’anno ha avuto il suo centro in Molise. Seguendo la scia dell’accoglienza e della fraternità i partecipanti hanno marciato dietro la Croce di Lampedusa realizzata con il legno delle navi che trasportavano i numerosi migranti. C’è una forte continuità della Marcia per la Pace con il viaggio del papa in Sicilia.
La croce, alta un metro è simbolo di tutte quelle persone che con molta sofferenza hanno ancora possibilità di sopravvivere ed è un ricordo per le tante vittime del mare. Ogni uomo, se si ritiene fratello, deve sentirsi responsabile quantomeno dell’accoglienza.
Al corteo silenzioso ha partecipato mons. Bregantini, vescovo di Campobasso-Bojano, presidente della Commissione Lavoro della CEI e attivamente impegnato nelle terre del sud alla valorizzazione della giustizia, del lavoro e della legalità. Mentre papa Franscesco ringraziava il vescovo per l’iniziativa di preghiera, quest’ultimo, al termine della marcia ha ricordato ancora “la cultura dell'indifferenza, il dramma di Lampedusa, le bocche cucite, i muri dei centri di accoglienza che si fanno sempre più alti”. Insomma tutto ciò che non apre alla fraternità. Inoltre ha ricordato il valore di alcuni molisani come il vescovo Monsignor Secondo Bologna che si è offerto vittima per salvare la città di Campobasso distruzioni della guerra, il 10 ottobre 1943. Esistono anche nella storia persone che per la pace hanno salvato la loro terra. E questo soprattutto a sud non viene ricordato con facilità, essendo più ingombranti le problematiche che avvolgono le nostre regioni. Non sono mancati i riferimenti alle migliaia di euro che si spenderebbero agli F35 togliendo possibilità di costruire lavoro, pace, futuro.
Alla marcia ha partecipato anche Michele del Giudice, camminatore e pellegrino simbolo della via Francigena a piedi da Canterbury a Gerusalemme. La via della pace è ancora lunga, ma impegnarsi nella propria vita a perseguirla è necessario.
La croce, alta un metro è simbolo di tutte quelle persone che con molta sofferenza hanno ancora possibilità di sopravvivere ed è un ricordo per le tante vittime del mare. Ogni uomo, se si ritiene fratello, deve sentirsi responsabile quantomeno dell’accoglienza.
Al corteo silenzioso ha partecipato mons. Bregantini, vescovo di Campobasso-Bojano, presidente della Commissione Lavoro della CEI e attivamente impegnato nelle terre del sud alla valorizzazione della giustizia, del lavoro e della legalità. Mentre papa Franscesco ringraziava il vescovo per l’iniziativa di preghiera, quest’ultimo, al termine della marcia ha ricordato ancora “la cultura dell'indifferenza, il dramma di Lampedusa, le bocche cucite, i muri dei centri di accoglienza che si fanno sempre più alti”. Insomma tutto ciò che non apre alla fraternità. Inoltre ha ricordato il valore di alcuni molisani come il vescovo Monsignor Secondo Bologna che si è offerto vittima per salvare la città di Campobasso distruzioni della guerra, il 10 ottobre 1943. Esistono anche nella storia persone che per la pace hanno salvato la loro terra. E questo soprattutto a sud non viene ricordato con facilità, essendo più ingombranti le problematiche che avvolgono le nostre regioni. Non sono mancati i riferimenti alle migliaia di euro che si spenderebbero agli F35 togliendo possibilità di costruire lavoro, pace, futuro.
Alla marcia ha partecipato anche Michele del Giudice, camminatore e pellegrino simbolo della via Francigena a piedi da Canterbury a Gerusalemme. La via della pace è ancora lunga, ma impegnarsi nella propria vita a perseguirla è necessario.
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