Lecce, 'Il sole, le ali e la civetta': doppia presentazione

LECCE - Prosegue il tour di presentazione del libro/inchiesta sulle energie rinnovabili che si concluderà a Milano il 15 maggio. “Il sole, le ali e la civetta” arriva in Puglia: dopo il Veneto, il Molise, la Brianza e la Toscana, il 28 e il 29 marzo sarà la volta del Salento, uno dei “luoghi simbolo” del libro.

   La Regione Puglia lancia un SOS e annuncia una delibera per porre un nuovo freno alle energie rinnovabili, chiedendo l’intervento del Governo. Ma analizzando le cifre a disposizione, si stima che gli investimenti arrivati in Puglia negli ultimi anni a seguito dell’installazione di eolico e solare, sono già dodici miliardi e mezzo.

   “Della Puglia ho dimenticato i vitigni abbandonati e la gente schiavizzata e piegata dalla fatica nei campi fotovoltaici. Mi è rimasto invece il ricordo di una terra meravigliosa plasmata da tanta gente che lavora sodo, mi sono rimasti il calore del sole, il profumo del mare e la fresca carezza del vento”.
Da “Il sole, le ali e la civetta”, Stefano Caproni, perito elettrotecnico che ha collaborato alla realizzazione di alcuni impianti in Salento.

   Venerdì 28 (Masseria Stali, via Cisterrna Vecchia, 8 Capraaricaa di Lecce, alle ore 20.00) e sabato 29 marzo (Officine Ergot, via Palmieri, Lecce,, alle ore 18.30) si terranno le tappe pugliesi de “Il sole, le ali e la civetta”, la prima inchiesta giornalistica sul mondo delle energie rinnovabili e su come sono andate le cose negli ultimi anni in Italia.

   Un viaggio  iniziato lo scorso 15 settembre a Milano e che in questi mesi ha percorso i luoghi da cui le storie raccontate nel libro hanno preso vita. Il Veneto, con “la passione dei russi per le energie rinnovabili”; il Molise, “con il parcheggio miliardario dell’eolico”; la Brianza, “con il temporary shop dei lavoratori”; la Toscana “con la riconversione industriale che si scrive villette a schiera” e la Puglia, “con la passione dei cinesi per il sole italiano”, ma anche con “l’Italia che non è un paese per la salvaguardia del paesaggio”.

   Tutte storie vere raccontate seguendo la ricostruzione giornalistica, alternata alla fiction, per far comprendere come sono andate le cose negli ultimi anni sul fronte delle energie rinnovabili e chi ne sono stati i protagonisti. Vicende che si intrecciano dal Nord al Sud dell’Italia e che sembrano portare, in molti casi, al Tacco d’Italia dove ancora oggi sono in corso numerose inchieste giudiziarie.

   La Puglia infatti è stata ed è ancora la regione dei record per le energie rinnovabili: l’8,9% della produzione nazionale di energia alternativa è pugliese. Secondo i dati statistici 2012 del Gestore dei Servizi Elettrici, la Puglia è la quarta regione a livello nazionale e la prima nel Sud Italia
In particolare, la fa da padrona nel solare, con il 18,5% della produzione nazionale, perlopiù da grandi impianti a terra, doppiando l’Emilia Romagna che è al secondo posto con il 9,3%. Per l’eolico, la quota di produzione è pari al 24,1%, primo posto che la Puglia si contende con la Sicilia; mentre per le bioenergie è all’11,8%, dopo Lombardia ed Emilia Romagna .


   “A fronte di questi risultati però non mancano i paradossi: in Puglia, come peraltro in Molise o in Sicilia, si produce più energia di quanta se ne abbia bisogno. Un dato evidenziato anche da Angela Barbanente, vice presidente della Regione Puglia, che recentemente ha annunciato una delibera di Giunta per porre un freno alle energie pulite”, ha spiegato Lucia Navone, giornalista e autrice del libro.

   “Secondo i dati forniti dalla Regione, nel 2011, le fonti pulite hanno garantito quasi il 45% dei consumi pugliesi e nel 2013 si dovrebbe arrivare al 55% (a livello nazionale il dato è al 29%). A fronte di un consumo pari a circa 18.000 GWh, nel 2012 sono stati prodotti circa 39.000 GWh, di cui 31 termoelettrici. Un “tesoretto” che però non rimane in Puglia ma che “migra” verso altre regioni.
   Il burden sharing, vale a dire gli obiettivi regionali in materia di produzione da fonte rinnovabile per arrivare al raggiungimento dei target europei al 2020, impone delle soglie che per la Puglia equivalgono al 13,7% di produzione da fonti rinnovabili entro il 2020”, ha continuato la Navone.

“Solo oggi però la Regione Puglia chiede al Governo di rivedere questi piani perché il territorio ha superato la propria capacità di carico”, ha spiegato l’autrice.
“Una regione nel caos”, ha proseguito la Navone, “dove non esiste un registro ufficiale degli impianti e dove fondi di investimento e società estere, perlopiù cinesi, tedesche e spagnole, hanno realizzato impianti grazie ai generosi incentivi italiani.

   Sul fronte degli investimenti infatti, facendo riferimento agli ultimi dati divulgati in occasione del Renewable Energy Summit, a livello nazionale sono stati installati 25 GW fra eolico e solare fotovoltaico, per un flusso totale di investimenti di oltre 70 miliardi di euro. Sommando la potenza installata di eolico e solare in Puglia questa risulta pari al 18% del totale della potenza installata in Italia: se applichiamo brutalmente a questa percentuale i 70 miliardi di cui sopra, gli investimenti destinati alla Puglia sono stati circa 12 miliardi e mezzo. Se invece consideriamo il fatturato annuo generato dal solo fotovoltaico a livello nazionale, in Puglia una stima approssimativa ci porta a circa 2 miliardi di euro di giro d’affari per il 2012. Una cifra stimata applicando il 18,5%, cioè la quota della Puglia sul totale della produzione fotovoltaica nazionale, al fatturato totale italiano del solare che per il 2012 era di circa 11 miliardi”.

   “Un bel po’ di soldi di cui il territorio sta ancora aspettando gli effettivi ritorni, sia sul fronte economico che su quello occupazionale. Come cittadini abbiamo il diritto di sapere come vengono spesi i nostri soldi ma abbiamo il dovere di chiederlo. Solo attraverso la consapevolezza, certi fenomeni (e certi personaggi), potranno essere arginati. Se così non faremo, saremo sempre ostaggio di lobby e interessi di parte e non saremo mai protagonisti del processo di cambiamento. Le energie rinnovabili, in questo senso, potevano già essere un bel segnale. Più lavoro, meno inquinamento, meno fonti fossili, con la possibilità di gestire l’energia in autonomia e di abbattere i costi”, ha concluso Lucia Navone.

   E poiché ogni giornalista non è mai solo nel proprio racconto, con l’autrice presenteranno il libro Danilo Lupo e Nicola Antonio Pezzuto, giornalisti pugliesi d’inchiesta che, come tanti altri, hanno seguito le vicende legate alle energie pulite.
Modera gli incontri, Paola Bisconti giornalista e blogger.

   “La cosa più assurda è che neanche un centesimo dei soldi spesi dalle aziende straniere in Puglia è rimasto sul nostro territorio. Non un pannello prodotto nella nostra regione è stato mai montato in questi campi. Mi chiedo come si possano incentivare delle aziende se poi l’impresa non ha nessun tipo di sensibilità sociale” (Da “Il sole, le ali e la civetta”, Antonella Cazzato, CGIL Lecce).

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