Il Pane di Sant’Antonio… e di San Nicola

L’atto simbolico della distribuzione del pane, collegato ad un racconto del frate minore Jean Rigauld, ricordato nella biografia di Sant’Antonio nel 1293, narra un prodigio avvenuto a Padova relativo ad un bambino di appena venti mesi, annegato per colpa della mamma che lo aveva lasciato accanto a un recipiente d’acqua. La donna disperata fece voto che avrebbe dato ai poveri una quantità di frumento pari al peso del bambino, se il Santo lo avesse resuscitato. Antonio compì il miracolo e da allora nacque la tradizione chiamata “pondus pueri” (peso del bambino) o, pane di Sant’Antonio. Col tempo questo prodigio ha dato inizio ad una tradizione, ormai consolidata, che prevede l’offerta del pane in occasione dei festeggiamenti di Sant’Antonio per grazia ricevuta o per una particolare devozione al Santo di Padova.
Vito Maurogiovanni, noto esperto di tradizioni e di storia e storie baresi, ricorda nel suo libro “Cantata per una città” (Levante editori), un altro episodio legato alla panetteria-chiesa presente nel centro storico di Bari, nelle immediate vicinanze della Basilica di San Nicola. Si riferisce a quella di Mimmo Fiore che impasta pagnotte a forma di animali, cestini di fiori e immagini di santi. Quest’ultima novità è offerta in occasione della festa di San Francesco, protettore dei panettieri, e di San Nicola, protettore della città. Nella ricorrenza di San Nicola prepara il “pane del marinaio”, un biscotto di pasta con lievito naturale, la famosa “galletta” che un tempo, durante i periodi bellici, rappresentava la scorta dei militari e per i marinai la scorta per i lunghi viaggi.
Le “gallette” che hanno un tempo di conservazione di circa un anno, oggi sono confezionate per i pellegrini che le portano, dopo la benedizione, nei loro paesi in ricordo della visita alla Basilica del grande San Nicola, che considerano una specie di reliquia benedetta nella terra del Santo di Bari.