Nuova vittima da inquinamento a Taranto: «La città piange un’altra vittima di Stato»

di Mauro Guitto - Rossella, una bellissima donna di 46 anni, sposata, 2 figli, sportiva, non ha mai fumato, non ha mai fatto abuso di alcool, ha sempre mangiato in maniera corretta ed equilibrata, una vita sana insomma. Una vita come tante se non per il fatto che vive a Statte, un comune a circa 15km da Taranto e a circa 5km dallo stabilimento Ilva... coincidenze (!).

A dicembre 2014, comincia improvvisamente a non star bene: sangue nelle feci, spossatezza, dimagrimento. Decide di fare dei controlli e da lì la bruttissima scoperta. La diagnosi è durissima: adenocarcinoma maligno al colon retto! È già al quarto stadio, poiché questo male non dà sintomi prima ma intanto agisce in maniera subdola e cattiva (di solito già al terzo stadio viene considerata dai medici incurabile).

Di "positivo" c'è che inizialmente non ci sono metastasi, ma è maligno e bisogna agire al più presto possibile. Comincia così il percorso di grande sofferenza per la povera donna e di grandissima ansia e preoccupazione del marito e dei figli. Viene ricoverata in una clinica privata di Bari e sottoposta a un delicatissimo intervento chirurgico a gennaio 2015 con la massima urgenza.

Dopo una settimana viene dimessa, torna a casa e inizia il ciclo di chemio ma a distanza di un mese subisce un nuovo intervento a causa di un blocco renale che le provoca forti dolori e le impedisce anche di camminare. A seguito di questo intervento la povera donna è costretta anche a vivere in modo permanente con un catetere.

Intanto le metastasi invadono l’apparato osseo e il fegato che provocano dolori lancinanti e insopportabili che non si placano nemmeno con l’assunzione di antidolorifici e morfina. Il marito prova l’ultimo disperato tentativo e si reca dall’oncologo Umberto Veronesi per avere un autorevole consulto medico.

Ci va da solo perchè Rossella non ha più la forza di alzarsi dal letto. Il dr. Veronesi guarda tutte le carte ma non può che essere schietto con il marito di Rossella e gli dice che non c’è più nulla da fare e stima un’aspettativa di vita di appena due mesi. L’oncologo che la segue costantemente intanto a fine aprile decide di sospendere la chemio perchè sarebbe inutile continuare.

Il male è molto più aggressivo anche delle drammatiche stime di Veronesi infatti Rossella lascia per sempre nella disperazione i suoi cari il 2 maggio 2015. Si sono tenuti i funerali il giorno successive in una chiesa gremitissima del comune di Statte nello straziante dolore di parenti e amici che le hanno tributato l’ultimo salute. E’ l’ennesima vittima di Stato.