Assunzioni scuola, un docente su tre dovrà trasferirsi a nord per conservare la cattedra
Sono quasi settantamila i posti disponibili e a spostarsi saranno il 57.58% dei precari siciliani, il 51.50% dei calabresi e il 46.1% dei campani, sono queste - infatti - le regioni in testa secondo i dati riportati da Anief. Dove sono i posti vacanti? Troviamo 1401 cattedre avanzanti in Lombardia, 1037 in Piemonte, 701 in Liguria ed altre, in misura minore, in Emilia Romagna e Friuli.
"L’esodo che avverrà quest’anno è solo l’inizio. L’anno prossimo andrà anche peggio, perché ci sarà il piano straordinario di mobilità che prevede che tutti quelli che sono entrati in ruolo possono chiedere il trasferimento e avranno il diritto di tornare al Sud costringendo chi era stato assunto nell’ultima fase, a trasferirsi al Nord. È un meccanismo davvero incredibile quello che è stato previsto da questa legge", spiega Antonio Antonazzo, referente dei precari per la Gilda Insegnanti.
"Sono 15mila i posti che rimarranno scoperti, il Miur deve allargare le immissioni in ruolo anche ai precari abilitati fuori delle graduatorie ad esaurimento. Per di più l’amministrazione, invece di fare chiarezza, ha pubblicato delle Faq discordanti e assegnerà i posti secondo un algoritmo i cui criteri sono secretati. Confermando la mancanza di rispetto per i tanti precari che dopo aver servito lo Stato per anni sono stati sottoposti al ricatto dell’assunzione a centinaia di chilometri da casa, in barba al diritto di famiglia; in secondo luogo per la nostra Costituzione e per la Carta europea dei diritti dell’uomo. Pertanto la via del ricorso è lecita, oltre che al momento l’unica praticabile", riferisce Marcello Pacifico, presidente Anief.
"Sono 15mila i posti che rimarranno scoperti, il Miur deve allargare le immissioni in ruolo anche ai precari abilitati fuori delle graduatorie ad esaurimento. Per di più l’amministrazione, invece di fare chiarezza, ha pubblicato delle Faq discordanti e assegnerà i posti secondo un algoritmo i cui criteri sono secretati. Confermando la mancanza di rispetto per i tanti precari che dopo aver servito lo Stato per anni sono stati sottoposti al ricatto dell’assunzione a centinaia di chilometri da casa, in barba al diritto di famiglia; in secondo luogo per la nostra Costituzione e per la Carta europea dei diritti dell’uomo. Pertanto la via del ricorso è lecita, oltre che al momento l’unica praticabile", riferisce Marcello Pacifico, presidente Anief.