I Domenicani nella storia
di Vittorio Polito – Nella storia dei Domenicani si riflette l’affascinante passato che si realizza e s’incarna in personalità estremamente diverse, da San Tommaso d’Aquino (1225-1274), a Meister Eckhart (1260-1327), da Caterina da Siena (1347-1380) a Vincenzo Ferreri (1350-1419), da Tomás de Torquemada (1420-1498), a Girolamo Savonarola (1452-1498), per fermarci al Medioevo.
Il voluminoso fascicolo, di cui è autore p. Gerardo Cioffari o.p., è totalmente dedicato ai “Domenicani nella storia” ovvero la storia dell’Ordine attraverso i suoi protagonisti che oltre a non essere pochi sono anche importanti. Il fascicolo si riferisce al medioevo.
Incontriamo così San Domenico, canonico, predicatore e fondatore dell’Ordine; San Vincenzo Ferreri, il predicatore instancabile o Fra Giovanni da Fiesole (1395-1455), meglio noto come Beato Angelico, al secolo Guidolino di Pietro (1395-1455).
San Domenico, al secolo Domenico di Guzman, canonico della Cattedrale di Osma, era nato a Caleruega (Spagna) tra il 1171 e il 1175 in una nobile famiglia locale. Giordano di Sassonia nel suo “Libretto sui primi tempi dell’Ordine dei Predicatori”, così scriveva «Scosso dalla miseria dei poveri e divorato dalla compassione, risolvette con un unico gesto di obbedire ai consigli evangelici e di alleviare nel modo che gli era possibile la miseria dei poveri che morivano. E vendette i libri che possedeva, libri a lui indispensabili».
La fisionomia spirituale di San Domenico è inconfondibile. Egli stesso negli anni duri dell’apostolato albigese si era definito: “umile ministro della predicazione”. Dalle lunghe notti passate in chiesa accanto all’altare e da una tenerissima devozione verso Maria, aveva conosciuto la misericordia di Dio e “a quale prezzo siamo stati redenti”, per questo cercherà di testimoniare l’amore di Dio dinanzi ai fratelli. Egli fonda un Ordine che ha come scopo la salvezza delle anime mediante la predicazione che scaturisce dalla contemplazione.
Anche San Tommaso d’Aquino, che nonostante l’opposizione della famiglia, nel 1244 entrò nell’Ordine domenicano studiando quindi a Parigi ed a Colonia. E dal momento che egli era generoso a mettere a disposizione dell’Ordine i suoi talenti, allo stesso modo l’Ordine lo sosteneva assegnandogli tre ed anche quattro segretari perché scrivessero sotto dettatura.
Le donne hanno avuto un ruolo importante nelle storia dei domenicani, anzi sono entrate nella storia domenicana ancora prima degli uomini. Nasce in Francia la prima comunità femminile che accoglieva le donne che avevano abbandonato gli Albigesi (seguaci dell’eresia Albigese).
Infatti, istituirono una comunità che costituì una vera e propria “stazione missionaria” in appoggio ai predicatori. Registriamo così la presenza di S. Caterina da Siena (1347-1380), penultima di 25 figli che, nonostante la sua scelta non era condivisa dai genitori, entrò nell’Ordine. Il carisma che lei emanava era così forte che, nonostante la giovane età, molti senesi, anche appartenenti a famiglie altolocate, cominciarono a frequentarla ed a chiederle consigli. S. Caterina è ricordata come consolatrice dei condannati per il celebre episodio di Niccolò Toldo, il nobile perugino condannato a morte per aver cospirato contro la sicurezza dello stato e che vede Caterina riuscire a fargli superare la disperazione e fargli affrontare la morte in grazia di Dio.
Cioffari, ricorda anche la questione dei Domenicani ed i Templari, un ordine cavalleresco tra il militare ed il monastico, fondato verso il 1119 da alcuni crociati che si erano stabiliti presso il Tempio di Salomone allo scopo di proteggere i pellegrini cristiani. Ben presto quell’ideale attrasse molti adepti e in pochi decenni non solo riuscirono a costruire fortezze inespugnabili, ma anche a raccogliervi ingenti tesori, al punto da destare l’interesse del Re di Francia che ipotizzò di sopprimere i Templari con accuse infamanti per impadronirsi dei loro beni.
In ogni caso la storia dell’Ordine ha avuto molte lacune. Molti frati che hanno compiuto pregevoli opere sono rimasti sconosciuti, come fra Beniamino, studioso di grosso calibro, al quale l’arcivescovo di Novgorod pensò di far coordinare la divisione del lavoro, per la traduzione della Bibbia in russo.
L’autore, nella premessa, sottolinea come nella storia dei Domenicani si riflette l’affascinante storia dello spirito umano, che si realizza e s’incarna in personalità estremamente diverse, da San Tommaso d’Aquino a Santa Caterina, a San Vincenzo Ferreri, da Torquemada a Savonarola - tanto per rimanere nel medioevo - ed in questo spirito ha scritto il passato dell’Ordine. È sua convinzione che si può comprendere meglio lo spirito dell’Ordine attraverso gli uomini che l’hanno incarnato, che non attraverso le regole rimaste sulla carta.
Le notizie su esposte sono state riprese dal fascicolo n. 1, anno XVI della rivista “Nicolaus – Studi storici”, diretta da padre Gerardo Cioffari o.p. (responsabile Giovanni Cavalli), edita dal Centro Studi Nicolaiani per i tipi di Levante Editori di Bari, al quale rimando per gli approfondimenti.
Il voluminoso fascicolo, di cui è autore p. Gerardo Cioffari o.p., è totalmente dedicato ai “Domenicani nella storia” ovvero la storia dell’Ordine attraverso i suoi protagonisti che oltre a non essere pochi sono anche importanti. Il fascicolo si riferisce al medioevo.
Incontriamo così San Domenico, canonico, predicatore e fondatore dell’Ordine; San Vincenzo Ferreri, il predicatore instancabile o Fra Giovanni da Fiesole (1395-1455), meglio noto come Beato Angelico, al secolo Guidolino di Pietro (1395-1455).
San Domenico, al secolo Domenico di Guzman, canonico della Cattedrale di Osma, era nato a Caleruega (Spagna) tra il 1171 e il 1175 in una nobile famiglia locale. Giordano di Sassonia nel suo “Libretto sui primi tempi dell’Ordine dei Predicatori”, così scriveva «Scosso dalla miseria dei poveri e divorato dalla compassione, risolvette con un unico gesto di obbedire ai consigli evangelici e di alleviare nel modo che gli era possibile la miseria dei poveri che morivano. E vendette i libri che possedeva, libri a lui indispensabili».
La fisionomia spirituale di San Domenico è inconfondibile. Egli stesso negli anni duri dell’apostolato albigese si era definito: “umile ministro della predicazione”. Dalle lunghe notti passate in chiesa accanto all’altare e da una tenerissima devozione verso Maria, aveva conosciuto la misericordia di Dio e “a quale prezzo siamo stati redenti”, per questo cercherà di testimoniare l’amore di Dio dinanzi ai fratelli. Egli fonda un Ordine che ha come scopo la salvezza delle anime mediante la predicazione che scaturisce dalla contemplazione.
Anche San Tommaso d’Aquino, che nonostante l’opposizione della famiglia, nel 1244 entrò nell’Ordine domenicano studiando quindi a Parigi ed a Colonia. E dal momento che egli era generoso a mettere a disposizione dell’Ordine i suoi talenti, allo stesso modo l’Ordine lo sosteneva assegnandogli tre ed anche quattro segretari perché scrivessero sotto dettatura.
Le donne hanno avuto un ruolo importante nelle storia dei domenicani, anzi sono entrate nella storia domenicana ancora prima degli uomini. Nasce in Francia la prima comunità femminile che accoglieva le donne che avevano abbandonato gli Albigesi (seguaci dell’eresia Albigese).
Infatti, istituirono una comunità che costituì una vera e propria “stazione missionaria” in appoggio ai predicatori. Registriamo così la presenza di S. Caterina da Siena (1347-1380), penultima di 25 figli che, nonostante la sua scelta non era condivisa dai genitori, entrò nell’Ordine. Il carisma che lei emanava era così forte che, nonostante la giovane età, molti senesi, anche appartenenti a famiglie altolocate, cominciarono a frequentarla ed a chiederle consigli. S. Caterina è ricordata come consolatrice dei condannati per il celebre episodio di Niccolò Toldo, il nobile perugino condannato a morte per aver cospirato contro la sicurezza dello stato e che vede Caterina riuscire a fargli superare la disperazione e fargli affrontare la morte in grazia di Dio.
Cioffari, ricorda anche la questione dei Domenicani ed i Templari, un ordine cavalleresco tra il militare ed il monastico, fondato verso il 1119 da alcuni crociati che si erano stabiliti presso il Tempio di Salomone allo scopo di proteggere i pellegrini cristiani. Ben presto quell’ideale attrasse molti adepti e in pochi decenni non solo riuscirono a costruire fortezze inespugnabili, ma anche a raccogliervi ingenti tesori, al punto da destare l’interesse del Re di Francia che ipotizzò di sopprimere i Templari con accuse infamanti per impadronirsi dei loro beni.
In ogni caso la storia dell’Ordine ha avuto molte lacune. Molti frati che hanno compiuto pregevoli opere sono rimasti sconosciuti, come fra Beniamino, studioso di grosso calibro, al quale l’arcivescovo di Novgorod pensò di far coordinare la divisione del lavoro, per la traduzione della Bibbia in russo.
L’autore, nella premessa, sottolinea come nella storia dei Domenicani si riflette l’affascinante storia dello spirito umano, che si realizza e s’incarna in personalità estremamente diverse, da San Tommaso d’Aquino a Santa Caterina, a San Vincenzo Ferreri, da Torquemada a Savonarola - tanto per rimanere nel medioevo - ed in questo spirito ha scritto il passato dell’Ordine. È sua convinzione che si può comprendere meglio lo spirito dell’Ordine attraverso gli uomini che l’hanno incarnato, che non attraverso le regole rimaste sulla carta.
Le notizie su esposte sono state riprese dal fascicolo n. 1, anno XVI della rivista “Nicolaus – Studi storici”, diretta da padre Gerardo Cioffari o.p. (responsabile Giovanni Cavalli), edita dal Centro Studi Nicolaiani per i tipi di Levante Editori di Bari, al quale rimando per gli approfondimenti.