di VITTORIO POLITO – Le reliquie sono resti corporali od oggetti d’uso (parti del corpo,oggetti, vesti o utensili) di persone d’importanza religiosa, custoditi e venerati in luoghi sacri.La religione non sempre è relegata esclusivamente ad esigenze di culto e devozione, ma diventa spesso un importante veicolo di conoscenza del passato capace di innescare prospettive di sviluppo turistico e culturale della popolazione.
Giuseppe Doronzo pubblicò qualche anno fa, per il CRSECdi Barletta, il volumededicato alle reliquie della Passione di Cristo, presenti a Barletta. Il miglior modo per valorizzare, promuovere e tutelare il patrimonio che la storia ha lasciato alla comunità.
Barletta per la sua posizione geografica ha conosciuto varie civiltà: i Longobardi, i Bizantini, i Normanni, gli Svevi. Federico II nel 1228 radunò un solenne Parlamento per la VI Crociata in Terra Santa.Per questi motivi alcune chiese di Barletta hanno, infatti, il grande merito di custodire da secoli importanti reliquie, abbandonate dai Patriarchi di Gerusalemme, quando furono costretti ad abbandonare la Terra Santa. Il porto di Barletta era, infatti, luogo di transito dei Crociati.
La Basilica del Santo Sepolcro custodisce una croce patriarcale di metallo smaltato di Corinto coperto di lamine d’argento dorato. Su di essa vi sono incastonate 24 pietre turchine disposte due a due lungo la banda verticale e le due bande orizzontali. Su di essa è apposta una targhetta che riporta la seguente iscrizione “Lignum crucis D.N. Jesu Christi Anno Santo della Redenzione 1983-84. Benedetta e sigillata 25.3.1984”.La croce contiene tre pezzi della Vera Croce e nel 1659 subì una mutilazione: da uno dei tre pezzi della Croce Vera fu asportata una scheggia lunga 4 cmche fu donata dal Priorato di Barletta al viceré di Napoli, Gaspare di Bragamante, e a Guzman, conte di Pignorando, come attestato da due documenti del notaio Geronamo Spallucci del 1659.La preziosissima reliquia della Croce è molto venerata dai barlettani che in occasione di tristi eventi ne invocano la protezione.
Un’altra croce patriarcale contenente frammenti del Sacro Legno è custodita nella Chiesa di S. Maria Maggiore che è la Cattedrale di Barletta. Alta 42,5 cm. è artisticamente lavorata e arabescata e tempestata di pietre false e preziose. La sua provenienza è ignota, sebbene non manca un inventario del 1727, tuttora nella chiesa nazarena, dalla quale si apprende che la croce fu consegnata dalla Serenissima regina Giovanna di Gerusalemme all’Arcivescovo.
Una terza croce patriarcale è custodita nella Chiesa e Monastero di San Ruggero (già S. Stefano). Una croce, non nota ai barlettani, della quale non si hanno notizie della sua provenienza al monastero di S. Ruggero. Le reliquie di San Giovanni Battista e di S. Leonardo, in essa custodite, fanno supporre che sia appartenuta ai Cavalieri dell’Ordine Teutonico ed a quelli dell’Ordine di S. Giovanni Gerosolimitano.
Infine, per quanto riguarda la terza reliquia, la Sacra Spina, custodita nella Chiesa di S. Gaetano, si ipotizza, che furono i Trinitari nel sec. XIII a portare a Barletta la spina della Corona.
Delle tre croci, che custodiscono il sacro legno, solo quella che si conserva nella Basilica del Santo Sepolcro viene portata in processione la sera del Venerdì Santo e il 14 settembre. Mentre la Sacra Spina viene portata in processione la sera della domenica che precede quella delle Palme, rito che si fa risalire al tempo in cui i Trinitari risiedettero a Barletta e andando via dalla città, la tradizione fu portata avanti dai Confratelli della Congrega della SS. Trinità installatasi nella omonima Chiesa.Con l’ultimo decennio del secondo millennio, la festa della Sacra Spina ha assunto la forma mistica della Via Crucis. Portata in processione sotto un baldacchino si ferma davanti a ciascuna delle 14 stazioni che raffigurano, com’è noto, i tristi momenti della Passione di Nostro Signore.
Giuseppe Doronzo pubblicò qualche anno fa, per il CRSECdi Barletta, il volumededicato alle reliquie della Passione di Cristo, presenti a Barletta. Il miglior modo per valorizzare, promuovere e tutelare il patrimonio che la storia ha lasciato alla comunità.
Barletta per la sua posizione geografica ha conosciuto varie civiltà: i Longobardi, i Bizantini, i Normanni, gli Svevi. Federico II nel 1228 radunò un solenne Parlamento per la VI Crociata in Terra Santa.Per questi motivi alcune chiese di Barletta hanno, infatti, il grande merito di custodire da secoli importanti reliquie, abbandonate dai Patriarchi di Gerusalemme, quando furono costretti ad abbandonare la Terra Santa. Il porto di Barletta era, infatti, luogo di transito dei Crociati.
La Basilica del Santo Sepolcro custodisce una croce patriarcale di metallo smaltato di Corinto coperto di lamine d’argento dorato. Su di essa vi sono incastonate 24 pietre turchine disposte due a due lungo la banda verticale e le due bande orizzontali. Su di essa è apposta una targhetta che riporta la seguente iscrizione “Lignum crucis D.N. Jesu Christi Anno Santo della Redenzione 1983-84. Benedetta e sigillata 25.3.1984”.La croce contiene tre pezzi della Vera Croce e nel 1659 subì una mutilazione: da uno dei tre pezzi della Croce Vera fu asportata una scheggia lunga 4 cmche fu donata dal Priorato di Barletta al viceré di Napoli, Gaspare di Bragamante, e a Guzman, conte di Pignorando, come attestato da due documenti del notaio Geronamo Spallucci del 1659.La preziosissima reliquia della Croce è molto venerata dai barlettani che in occasione di tristi eventi ne invocano la protezione.
Un’altra croce patriarcale contenente frammenti del Sacro Legno è custodita nella Chiesa di S. Maria Maggiore che è la Cattedrale di Barletta. Alta 42,5 cm. è artisticamente lavorata e arabescata e tempestata di pietre false e preziose. La sua provenienza è ignota, sebbene non manca un inventario del 1727, tuttora nella chiesa nazarena, dalla quale si apprende che la croce fu consegnata dalla Serenissima regina Giovanna di Gerusalemme all’Arcivescovo.
Una terza croce patriarcale è custodita nella Chiesa e Monastero di San Ruggero (già S. Stefano). Una croce, non nota ai barlettani, della quale non si hanno notizie della sua provenienza al monastero di S. Ruggero. Le reliquie di San Giovanni Battista e di S. Leonardo, in essa custodite, fanno supporre che sia appartenuta ai Cavalieri dell’Ordine Teutonico ed a quelli dell’Ordine di S. Giovanni Gerosolimitano.
Infine, per quanto riguarda la terza reliquia, la Sacra Spina, custodita nella Chiesa di S. Gaetano, si ipotizza, che furono i Trinitari nel sec. XIII a portare a Barletta la spina della Corona.
Delle tre croci, che custodiscono il sacro legno, solo quella che si conserva nella Basilica del Santo Sepolcro viene portata in processione la sera del Venerdì Santo e il 14 settembre. Mentre la Sacra Spina viene portata in processione la sera della domenica che precede quella delle Palme, rito che si fa risalire al tempo in cui i Trinitari risiedettero a Barletta e andando via dalla città, la tradizione fu portata avanti dai Confratelli della Congrega della SS. Trinità installatasi nella omonima Chiesa.Con l’ultimo decennio del secondo millennio, la festa della Sacra Spina ha assunto la forma mistica della Via Crucis. Portata in processione sotto un baldacchino si ferma davanti a ciascuna delle 14 stazioni che raffigurano, com’è noto, i tristi momenti della Passione di Nostro Signore.