di VITTORIO POLITO — L’edicola religiosa altro non è che un piccolo spazio a forma di tempietto o nicchia, ove è sistemata e custodita un’immagine sacra (affresco, bassorilievo, scultura, dipinto, oleografia, ecc.). Normalmente è collocata nei vicoli del centri storici, nei cortili dei palazzi, sulle facciate delle case o sopra le porte d’ingresso, come segno di protezione o “per grazia ricevuta”.
L’usanza di costruire edicole sacre viene da lontano. Risale addirittura all’epoca preistorica, e si diffuse poi largamente in epoca romana, con una gran varietà di tempietti, urbani e rurali, dedicati alle divinità pagane. Pare che solo nell’XI-XII secolo i cristiani abbiano iniziato ad usare le edicole, forse per rendere più vivo il rapporto con il Santo. Particolarmente ricche sono le città come Roma e Napoli, ma anche la Puglia ha una buona raccolta e Bari possiede un altrettanto ricco patrimonio presente soprattutto nella città vecchia.
Recentemente è stata inaugurata una immagine dell’Odegitria nell’omonima piazza di Bari dove si affaccia la Cattedrale. A Costantinopoli, terra dalla quale pare proviene, non c’è più traccia di quella Madonna, che invece è presente con tutte le sue tradizioni e devozioni nella nostra città .
Nella Bari vecchia si contano circa 250 edicole, dedicate alla Madonna, San Nicola, Crocifisso ed altri e, grazie all’iniziativa di Nicola Cortone e Nino Lavermicocca, sono state riscoperte e riportate nella collana “Santi di Strada” (Ed. B.A. Graphis-Pagina), dando la possibilità a molti di venirne a conoscenza e di valorizzarle. Le edicole religiose testimoniano storie invisibili, difficili da scrivere ma semplici da raccontare. Se queste testimonianze rivelano la storia di una collettività ne consegue che esse costituiscono un patrimonio culturale del luogo e dell’umanità . Di qui l’impegno morale di salvaguardia e di recupero.
Le edicole religiose formano un vero e proprio reticolato religioso, una sorta di “segnaletica” per i devoti. Il ruolo principale di questi “tempietti” era di proteggere il luogo sul quale erano edificati. Esse rappresentavano una vera e propria segnaletica. Venivano impiegate ad esempio per segnare i limiti di un fondo o delimitare le tappe di una processione o per delineare il percorso verso un Santuario. Quasi sempre queste costruzioni nascono come opere di devozione dei privati, e spesso sono state edificate per adempiere ad un “voto”. La maggior parte si trovano in luoghi pubblici, ma non mancano esempi eretti in luoghi privati.
Nell’antichità le sorgenti, i crocevia e i luoghi in cui era avvenuto un evento prodigioso erano considerati sacri ed erano segnati da tempietti. Con il cristianesimo questi si sono trasformati in oggetti di devozione verso varie figure divine come santi locali, la Madonna, il Cristo… Questi piccoli elementi architettonici sparsi per il nostro territorio prendono il nome di edicole votive. Sono vere e proprie forme di arte popolare, espressione di una religiosità radicata e diffusa che continua nel tempo. Nelle città e nei borghi si presentano sotto forma di nicchie sui muri esterni delle abitazioni, mentre lungo le strade hanno una struttura diversa con base a forma di parallelepipedo. Quasi tutte custodiscono al loro interno vari oggetti, come raffigurazioni sacre, rosari, fiori, ceri…
Spesso le edicole sono opere d’arte sistemate come oggetti preziosi soprattutto su vecchie costruzioni ed affidate in larga parte alla custodia e alla manutenzione di privati che se ne assumono volontariamente anche le relative spese.
Vito Signorile, direttore artistico del Teatro Abeliano di Bari, ha lanciato un’iniziativa, in favore della baresità , del dialetto barese e delle edicole votive del Centro Storico, in segno di riconoscenza verso Bari ed i baresi. Signorile ha pensato bene di fare un “oMaggio” a Bari” in collaborazione con la Commissione Culture, presieduta da Giuseppe Cascella, e l’Assessorato alle Culture del Comune di Bari, retto da Silvio Maselli, con idee e iniziative meritevoli di attenzione e collaborazione.
Signorile alla luce di quanto sopra ha proposto un progetto “inclusivo” che spinga a nuove abitudini e nuovi metodi di collaborazione, non solo da parte dei cittadini, ma soprattutto da parte delle Istituzioni, Ditte, Società , Associazioni culturali, Banche, operatori turistici, ecc., illustrando loro l’iniziativa, finalizzata soprattutto a rilanciare Bari e le sue tradizioni, il suo dialetto, il salvataggio, il restauro e la manutenzione delle edicole votive, attraverso la sponsorizzazione e l’organizzazione di eventi, i cui ricavati saranno devoluti a favore di tali iniziative.
Tutti sono invitati a collaborare ed “a dare una mano” per la riuscita dell’iniziativa nel solo interesse della Città di Bari e dei suoi cittadini. Non si chiedono soldi, ma impegno a sponsorizzare direttamente restauri e manutenzioni.
L’usanza di costruire edicole sacre viene da lontano. Risale addirittura all’epoca preistorica, e si diffuse poi largamente in epoca romana, con una gran varietà di tempietti, urbani e rurali, dedicati alle divinità pagane. Pare che solo nell’XI-XII secolo i cristiani abbiano iniziato ad usare le edicole, forse per rendere più vivo il rapporto con il Santo. Particolarmente ricche sono le città come Roma e Napoli, ma anche la Puglia ha una buona raccolta e Bari possiede un altrettanto ricco patrimonio presente soprattutto nella città vecchia.
Recentemente è stata inaugurata una immagine dell’Odegitria nell’omonima piazza di Bari dove si affaccia la Cattedrale. A Costantinopoli, terra dalla quale pare proviene, non c’è più traccia di quella Madonna, che invece è presente con tutte le sue tradizioni e devozioni nella nostra città .
Nella Bari vecchia si contano circa 250 edicole, dedicate alla Madonna, San Nicola, Crocifisso ed altri e, grazie all’iniziativa di Nicola Cortone e Nino Lavermicocca, sono state riscoperte e riportate nella collana “Santi di Strada” (Ed. B.A. Graphis-Pagina), dando la possibilità a molti di venirne a conoscenza e di valorizzarle. Le edicole religiose testimoniano storie invisibili, difficili da scrivere ma semplici da raccontare. Se queste testimonianze rivelano la storia di una collettività ne consegue che esse costituiscono un patrimonio culturale del luogo e dell’umanità . Di qui l’impegno morale di salvaguardia e di recupero.
Le edicole religiose formano un vero e proprio reticolato religioso, una sorta di “segnaletica” per i devoti. Il ruolo principale di questi “tempietti” era di proteggere il luogo sul quale erano edificati. Esse rappresentavano una vera e propria segnaletica. Venivano impiegate ad esempio per segnare i limiti di un fondo o delimitare le tappe di una processione o per delineare il percorso verso un Santuario. Quasi sempre queste costruzioni nascono come opere di devozione dei privati, e spesso sono state edificate per adempiere ad un “voto”. La maggior parte si trovano in luoghi pubblici, ma non mancano esempi eretti in luoghi privati.
Nell’antichità le sorgenti, i crocevia e i luoghi in cui era avvenuto un evento prodigioso erano considerati sacri ed erano segnati da tempietti. Con il cristianesimo questi si sono trasformati in oggetti di devozione verso varie figure divine come santi locali, la Madonna, il Cristo… Questi piccoli elementi architettonici sparsi per il nostro territorio prendono il nome di edicole votive. Sono vere e proprie forme di arte popolare, espressione di una religiosità radicata e diffusa che continua nel tempo. Nelle città e nei borghi si presentano sotto forma di nicchie sui muri esterni delle abitazioni, mentre lungo le strade hanno una struttura diversa con base a forma di parallelepipedo. Quasi tutte custodiscono al loro interno vari oggetti, come raffigurazioni sacre, rosari, fiori, ceri…
Spesso le edicole sono opere d’arte sistemate come oggetti preziosi soprattutto su vecchie costruzioni ed affidate in larga parte alla custodia e alla manutenzione di privati che se ne assumono volontariamente anche le relative spese.
Vito Signorile, direttore artistico del Teatro Abeliano di Bari, ha lanciato un’iniziativa, in favore della baresità , del dialetto barese e delle edicole votive del Centro Storico, in segno di riconoscenza verso Bari ed i baresi. Signorile ha pensato bene di fare un “oMaggio” a Bari” in collaborazione con la Commissione Culture, presieduta da Giuseppe Cascella, e l’Assessorato alle Culture del Comune di Bari, retto da Silvio Maselli, con idee e iniziative meritevoli di attenzione e collaborazione.
Signorile alla luce di quanto sopra ha proposto un progetto “inclusivo” che spinga a nuove abitudini e nuovi metodi di collaborazione, non solo da parte dei cittadini, ma soprattutto da parte delle Istituzioni, Ditte, Società , Associazioni culturali, Banche, operatori turistici, ecc., illustrando loro l’iniziativa, finalizzata soprattutto a rilanciare Bari e le sue tradizioni, il suo dialetto, il salvataggio, il restauro e la manutenzione delle edicole votive, attraverso la sponsorizzazione e l’organizzazione di eventi, i cui ricavati saranno devoluti a favore di tali iniziative.
Tutti sono invitati a collaborare ed “a dare una mano” per la riuscita dell’iniziativa nel solo interesse della Città di Bari e dei suoi cittadini. Non si chiedono soldi, ma impegno a sponsorizzare direttamente restauri e manutenzioni.