La scrittura autobiografica 'medicina' per i pazienti oncologici

BARI - Raccontarsi per non arrendersi. «Scrivere è sempre stato un mio desiderio, ma è sempre rimasto solo un desiderio. La visita dell’ “amico” cancro, mi ha dato l’occasione, di entrare a far parte (seppur con un minimo apporto) del gruppo PH8, che, in qualche modo, cerca tutte le soluzioni possibili affinché, chi si sottopone alle cure del caso, possa trovare uno spiraglio di serenità o, perlomeno, di distrazione». Firmato: un paziente rinato.

Parole che traboccano di amore e di rabbia, di fiabe e di vita vera si nascondono tra le pagine messe per iscritto dai pazienti del reparto di Ematologia dell’istituto “Giovanni Paolo II”, durante il primo “Corso intensivo di scrittura autobiografica” a cura di Alessandra Minervini

La scarica di buon umore che ha attraversato i pazienti è il risultato dell’intelletto inquieto di Nicola Difino, autore e conduttore di programmi TV/web e documentari sul cibo che, dopo aver superato un linfoma grazie anche allo spirito di convivialità e di condivisione come parte fondamentale della cura della malattia, ha deciso di non disperdere le emozioni, ribaltandole in termini di riscossa. Per se stesso e per i suoi “colleghi di inferno”. Una tra le tante persone-coraggio che non si è arresa al destino della malattia e che mercoledì 19 aprile a partire dalle 11 racconterà la sua “seconda vita” nell’aula formazione dell’Istituto.

Dietro l'idea e la gestione del laboratorio di scrittura c’è l’associazione di volontariato PH8, fondata dagli amici dello stesso Difino, che si occupa del miglioramento delle condizioni di vita dei malati oncologici attraverso azioni artistiche di questo tipo e di progetti tesi alla scoperta della felicità, anche nella malattia.

«In questo laboratorio la vita ci ha invaso, non ho mai lavorato così bene con persone che non avevano alcuna idea o intenzione narrativa specifica se non quella di prendere la loro vita e dare ad essa un’altra possibilità - spiega la Minervini- Spero che queste prime parole, un giorno, possano diventare storie per tutti».

Ne sa qualcosa il Responsabile del reparto di Ematologia, Attilio Guarini, testimone oculare di un percorso di rinascita dei suoi pazienti. Loro che sono riusciti a trasformare la paura della morte in voglia di vivere.