di VITTORIO POLITO - Si svolgerà nei prossimi giorni a Bari il G7 economico, cioè la riunione dei 7 ministri economici del mondo, ma viene spontanea una domanda: cosa ricava Bari da questo incontro? Secondo il mio punto di vista, nulla, ma solo problemi.
Non credo che vi siano ritorni economici o turistici che dir si voglia. Credo che sia più un dispendio di risorse, che altro, senza parlare di tutti i problemi che ci sta creando e ci creerà: chiusura di negozi, scuole, alcuni uffici, disordini (probabili), senza parlare delle grandi spese (soprattutto in previsione di attentati o disordini), e di tutto il caos che creerà nella città. Al contrario del nostro protettore che ci dà solo pace e serenità.
Non va dimenticato che la nostra città ha il grande onore di essere custode delle ossa del Santo e avere come Patrono San Nicola, conosciuto in tutto il mondo, certamente più del G7, ma Bari fa poco e niente per “sfruttare” questa grande opportunità dal punto di vista religioso, turistico ed economico. San Nicola è Santo universale, il G7 no. E, se mi consentite, San Nicola non crea certamente i numerosi problemi che già stiamo avendo e avremo prossimamente.
Padre Gerardo Cioffari, storico della basilica di San Nicola, sostiene che bisogna «continuare nel grande riassetto urbanistico, senza dimenticare quella memoria che da sola può dare l’orgoglio della baresità».
La sagra di San Nicola potrebbe essere l’occasione migliore per questo recupero di memoria, ricordando nelle scuole, nelle università, negli ingressi di stazione, negli aeroporti e nei porti, che “questa è la città di San Nicola”, inoltre, intitolare, come è stato fatto per il nuovo stadio, qualche strada al grande Santo e soprattutto dotare le vie di ingresso alla città, della stazione, dell’aeroporto con cartelli che diano il «Benvenuto nella città di San Nicola», come dice Lino Patruno nel suo capitolo «San Nicola e i baresi: il miracolo della luce» nel bel volume “Bari la città di San Nicola” (Adda Editore). Vi pare poco?
Non credo che vi siano ritorni economici o turistici che dir si voglia. Credo che sia più un dispendio di risorse, che altro, senza parlare di tutti i problemi che ci sta creando e ci creerà: chiusura di negozi, scuole, alcuni uffici, disordini (probabili), senza parlare delle grandi spese (soprattutto in previsione di attentati o disordini), e di tutto il caos che creerà nella città. Al contrario del nostro protettore che ci dà solo pace e serenità.
Non va dimenticato che la nostra città ha il grande onore di essere custode delle ossa del Santo e avere come Patrono San Nicola, conosciuto in tutto il mondo, certamente più del G7, ma Bari fa poco e niente per “sfruttare” questa grande opportunità dal punto di vista religioso, turistico ed economico. San Nicola è Santo universale, il G7 no. E, se mi consentite, San Nicola non crea certamente i numerosi problemi che già stiamo avendo e avremo prossimamente.
Padre Gerardo Cioffari, storico della basilica di San Nicola, sostiene che bisogna «continuare nel grande riassetto urbanistico, senza dimenticare quella memoria che da sola può dare l’orgoglio della baresità».
La sagra di San Nicola potrebbe essere l’occasione migliore per questo recupero di memoria, ricordando nelle scuole, nelle università, negli ingressi di stazione, negli aeroporti e nei porti, che “questa è la città di San Nicola”, inoltre, intitolare, come è stato fatto per il nuovo stadio, qualche strada al grande Santo e soprattutto dotare le vie di ingresso alla città, della stazione, dell’aeroporto con cartelli che diano il «Benvenuto nella città di San Nicola», come dice Lino Patruno nel suo capitolo «San Nicola e i baresi: il miracolo della luce» nel bel volume “Bari la città di San Nicola” (Adda Editore). Vi pare poco?