di VITTORIO POLITO - Di tanto in tanto la Turchia, con pretesti vari, tenta di “appropriarsi” delle ossa di San Nicola, custodite a Bari dal 1087.
Nell’anno 2010, l’allora ministro della cultura turco, Ertugul Gunay, forse in preda ad allucinazioni, lanciò la richiesta di far tornare nel paese della mezzaluna le ossa del nostro San Nicola. Dico nostro, poiché dopo 1000 anni circa, qualsiasi codice dovrebbe darci ragione, non fosse altro che per il diritto di usucapione. O no?
Lo stesso priore pro-tempore della Basilica, padre Damiano Bova, sostenne all’epoca, che le ossa del nostro Santo non sono cimeli né materiale da esposizione, quindi nessuna speculazione né economica né di immagine, in relazione ad un ipotetica idea di far venerare in Russia le spoglie del Santo.
Io stesso lanciai una proposta, in nome dell’armonia tra i popoli, nella quale suggerivo, e ripropongo ancora, di intitolare il Corridoio 8 (Italia - Bari e La Puglia -, l’Albania, la Macedonia, la Bulgaria, Skopje, Sofia, Burgas e Varna sul Mar Nero), quale “Cammino di San Nicola”, finalizzato ad unire Occidente e Oriente, contrariamente a quella avanzata dal ministro Ertugul Gunay, che invece mirava a dividere. Infatti, la Turchia è un paese musulmano e creerebbe qualche difficoltà a far venerare le ossa del nostro Vescovo, quindi è bene che restino in un paese cristiano come l’Italia, e quindi a Bari, ove è ben custodito nella sua bellissima Basilica, nella quale l’accesso è libero a tutti, cristiani, ortodossi e a coloro che desiderano venerare il Santo di Bari.
Padre Giovanni Distante della Basilica di San Nicola afferma, a giusta ragione, che “Le nostre fonti sono certe. Non è la prima volta che dalla Turchia arrivano notizie simili”. Lo stesso prof. Giorgio Otranto, emerito di Storia del Cristianesimo e studioso nicolaiano e di San Michele, afferma che “La storia si fa sulle fonti non sulle supposizioni”.
La futilità di questa notizia è confermata dal fatto che nel 2010 i turchi richiedevano la restituzione delle ossa, quindi ne “convalidavano” l’autenticità, mentre oggi ci informano che hanno trovato un’altra tomba che, affermano trattarsi di quella di San Nicola (?).
Tutte le tesi, le testimonianze e le dichiarazioni di esperti, domenicani, studiosi, medici legali, sono d’accordo nel testimoniare che le spoglie di San Nicola, senza alcun dubbio, sono quelle custodite nella nostra Basilica. Quindi inutile inventarsi un’altra “tomba” con le ossa di San Nicola. Tanto non ci crede più nessuno.
Nell’anno 2010, l’allora ministro della cultura turco, Ertugul Gunay, forse in preda ad allucinazioni, lanciò la richiesta di far tornare nel paese della mezzaluna le ossa del nostro San Nicola. Dico nostro, poiché dopo 1000 anni circa, qualsiasi codice dovrebbe darci ragione, non fosse altro che per il diritto di usucapione. O no?
Lo stesso priore pro-tempore della Basilica, padre Damiano Bova, sostenne all’epoca, che le ossa del nostro Santo non sono cimeli né materiale da esposizione, quindi nessuna speculazione né economica né di immagine, in relazione ad un ipotetica idea di far venerare in Russia le spoglie del Santo.
Io stesso lanciai una proposta, in nome dell’armonia tra i popoli, nella quale suggerivo, e ripropongo ancora, di intitolare il Corridoio 8 (Italia - Bari e La Puglia -, l’Albania, la Macedonia, la Bulgaria, Skopje, Sofia, Burgas e Varna sul Mar Nero), quale “Cammino di San Nicola”, finalizzato ad unire Occidente e Oriente, contrariamente a quella avanzata dal ministro Ertugul Gunay, che invece mirava a dividere. Infatti, la Turchia è un paese musulmano e creerebbe qualche difficoltà a far venerare le ossa del nostro Vescovo, quindi è bene che restino in un paese cristiano come l’Italia, e quindi a Bari, ove è ben custodito nella sua bellissima Basilica, nella quale l’accesso è libero a tutti, cristiani, ortodossi e a coloro che desiderano venerare il Santo di Bari.
Padre Giovanni Distante della Basilica di San Nicola afferma, a giusta ragione, che “Le nostre fonti sono certe. Non è la prima volta che dalla Turchia arrivano notizie simili”. Lo stesso prof. Giorgio Otranto, emerito di Storia del Cristianesimo e studioso nicolaiano e di San Michele, afferma che “La storia si fa sulle fonti non sulle supposizioni”.
La futilità di questa notizia è confermata dal fatto che nel 2010 i turchi richiedevano la restituzione delle ossa, quindi ne “convalidavano” l’autenticità, mentre oggi ci informano che hanno trovato un’altra tomba che, affermano trattarsi di quella di San Nicola (?).
Tutte le tesi, le testimonianze e le dichiarazioni di esperti, domenicani, studiosi, medici legali, sono d’accordo nel testimoniare che le spoglie di San Nicola, senza alcun dubbio, sono quelle custodite nella nostra Basilica. Quindi inutile inventarsi un’altra “tomba” con le ossa di San Nicola. Tanto non ci crede più nessuno.