di VITTORIO POLITO - La Candelora, cosiddetta per la distribuzione delle candele benedette, cade 40 giorni dopo Natale. La benedizione delle candele fu introdotta dal clero franco-germanico nei secoli IX-X. La festività viene detta anche Festa della Purificazione di Maria, poiché secondo le usanze ebraiche, una donna era considerata impura dopo il parto di un maschio. L’impurità durava 40 giorni, che nel caso di Maria terminavano proprio il 2 febbraio.
La Candelora o Festa delle Luci, ebbe origine in Oriente con il nome greco di ‘Ipapánte’, cioè ‘Incontro’. Nel secolo VI si estese all’Occidente con sviluppi originali: a Roma con carattere più penitenziale e in Gallia con la solenne benedizione e processione delle candele popolarmente nota come la ‘candelora, e nel Martirologio Romano rappresenta la Presentazione del Signore. Gesù fu condotto da Maria e Giuseppe al Tempio, sia per adempiere la legge mosaica, sia soprattutto per incontrare il suo popolo credente ed esultante, luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo di Israele.
La festività odierna, di cui abbiamo la prima testimonianza nel secolo IV a Gerusalemme, venne denominata fino alla recente riforma del calendario festa della Purificazione della SS. Vergine Maria, in ricordo del momento della storia della sacra Famiglia, narrato al capitolo 2 del Vangelo di Luca, in cui Maria, in ottemperanza alla legge, si recò al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per offrire il suo primogenito e compiere il rito legale della sua purificazione. Questo atto di obbedienza al quale Gesù e Maria erano tenuti, costituisce pure una lezione di umiltà .
Non stupisce quindi che alla festa odierna si sia dato un tempo tale risalto da indurre l’imperatore Giustiniano a decretare il 2 febbraio giorno festivo in tutto l’impero d’Oriente. Roma adottò la festività verso la metà del VII secolo; papa Sergio I (687-701) istituì la più antica delle processioni penitenziali romane, che partiva dalla chiesa di S. Adriano al Foro e si concludeva a S. Maria Maggiore. Il rito della benedizione delle candele, di cui si ha testimonianza già nel X secolo, si ispira alle parole di Simeone: “I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti”. Da questo significativo rito è derivato il nome popolare di festa della “candelora”.
Ed ora qualche proverbio sulla Candelora e sulle candele: “Per la Candelora dell’inverno semo fora, ma se piove e tira vento dell’inverno siamo dentro”; “Alla Candelora metà paglia e metà fieno” = collocandosi a metà del periodo invernale è il momento nel quale si misurano le provviste per il bestiame; “La candela fa luce anche se il cieco non la vede” = chi è buono e virtuoso lo è anche se gli altri non se n’accorgono; “Accendere una candela ai santi e una al diavolo” = cercare favori di tutti, anche di persone in contrasto tra loro; “Attaccarsi anche al fumo delle candele” = essere estremamente avaro, avido, venale; “Il gioco (non) vale la candela” = il risultato che si può raggiungere (non) è tale da giustificare la fatica che occorre per ottenerlo; “Reggere il moccolo” = favorire una relazione amorosa.
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